Amici di Dio
Testo: Giovanni 15:12-17
In questo passo della Scrittura è contenuta una rivelazione di Dio agli uomini davvero importante, talmente importante che tuttora molti credenti, teologi compresi, faticano a comprenderne la portata rivoluzionaria, e per questo tendono a “limitarne il valore”.
Andiamo però con ordine; nel nostro rapporto con Dio, prima dell’avvento di Cristo, noi uomini eravamo abituati a presentarci soltanto come devoti adoratori, come servi di Dio, poiché la nostra condizione di esseri mortali, e per di più peccatori ribelli, non ci consentiva altra posizione. Questo valeva sicuramente per tutto il periodo pre-cristiano, giacché il rapporto del Popolo Eletto con Dio era di chiara sudditanza.
Poi il Signore ha mandato il suo unigenito figliolo Gesù Cristo a riscattarci dal peccato e ha dato a tutti coloro che accettano di ritornare a Lui il grande privilegio di essere chiamati “figli di Dio”!
Questa nuova condizione ci ha elevati talmente in alto che ci sembra difficile poter aspirare a qualcosa di più di così! Anzi ci sembra che qualunque altra condizione sia un passo indietro, uno sminuirci, poiché essere considerati figli di Dio in un certo qual modo ci “parifica” al Signore Gesù Cristo in quanto a fruitori della salvezza e della gloria celeste (vita eterna).
Nella nostra società umana, infatti, il ruolo di figlio assume un valore preminente su tutti gli altri, giacché è il figlio che “eredita” dal padre e trasmette la sua linea di sangue di generazione in generazione; ripeto, nessun’altra posizione è più forte di quella figliale.
In subordine, ma sempre sulla stessa linea di sangue, viene il ruolo di “fratelli”, ossia figli dello stesso padre, e anche con riferimento a questo l’Evangelo usa abbondantemente questo ruolo quando ci parla di “fratelli di fede” e di “fratelli di Cristo”…
Ma ecco che in questo passo Gesù chiama i suoi Apostoli non più figli di Dio o fratelli, bensì “amici”; che cosa significa questo?
E’ forse uno sminuire il loro ruolo?
E’ un passo indietro rispetto alla condizione di figli e fratelli?
Ebbene no, cari fratelli in Cristo! No Gesù Cristo attribuisce ai suoi Apostoli, e quindi a tutti noi, a tutti coloro che si accostano a Lui con amore sincero (e non è un caso che il suo nuovo comandamento sia di amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amati) la posizione di amici!
Amici al posto di servi! Si amici non ci toglie il ruolo di figli, bensì di eleva dal ruolo di servi di Dio, perché come spiega Gesù: “Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore…”.
Allora amici è davvero molto di più di servi, ma per certi aspetti anche più di figli;
pensate al fatto che nella vita comune, i figli sono tutti coloro che discendono da un comune genitore, e quindi un fatto operato dalla natura, benché siano i genitori che hanno scelto di avere dei figli, non sono i figli che scelgono i propri genitori, per contro “amici” è uno status che si crea tra due persone come libera decisione di entrambi, e di fatto è un rapporto “paritetico” nel vero senso della parola. Quando Cristo ci chiama “amici” si pone al nostro stesso livello, e ciò avviene quando noi abbiamo raggiunto una piena e perfetta comunione spirituale con Lui, al punto che il nostro amore reciproco ha creato un legame che non può in nessun modo essere spezzato.
Tra due amici si crea una confidenza che se certamente non può esistere tra un padrone e un servo, molto spesso non esiste neppure tra un padre e un figlio, perché essa va ben oltre i rispettivi ruoli.
Quando noi siamo diventati amici di Cristo, e quindi “amici di Dio”, noi davvero possiamo avere con Lui un rapporto unico e speciale, che ci permette davvero di realizzare la promessa di Cristo: “affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia…”.
Tutti nella vita abbiamo avuto uno o più “amici del cuore”, persone con le quali ci possiamo confidare e sulle quali possiamo sempre contare nei momenti difficili, ma quando il nostro “amico del cuore” è il Signore, la prospettiva della nostra vita cambia completamente perché l’amicizia con il Signore supera ogni altra amicizia umana che noi possiamo avere sperimentato. AMEN