Avvicinarsi a Dio come un bambino
Testo: Matteo 18:1-5
Il più grande paradosso dell’umanità è quello di vedere nei bambini l’esempio dell’innocenza, della purezza, della spontaneità e quindi della vita ideale, quando invece gli adulti la prima cosa di cui si preoccupano per i propri figli è quello di insegnare loro come vivere nel mondo degli adulti!
Imparare le cd cose del mondo, diventa perciò il principale impegno per i bambini non appena raggiungono l’età della comprensione; solitamente si ritiene che fino ai sette anni i bambini vivono nel mondo beato della comprensione istintiva, dopo invece cominciano ad apprendere le nozioni del mondo attraverso gli insegnamenti degli adulti, genitori, scuola e quindi le norme sociali di comportamento.
In questo brano del Vangelo però, Gesù ci dice tutt’altro; anzi sembra proprio dirci il contrario, ma questo non perché il Signore ci inviti a “rimanere ignoranti” delle cose del mondo, ma piuttosto a rivalutare i doni che abbiamo ricevuto alla nostra nascita, quelli che sono veramente utili per il Regno dei Cieli, infatti è scritto: “Se non cambiate e non diventate come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”; ci viene proprio richiesto di “cambiare” da adulti di diventare come bambini, perché nel Regno Celeste non servono tutte le astuzie e le capacità che sono tanto apprezzate in questo mondo e che il più delle volte sono gli strumenti per raggiungere il successo, bensì servono quelle qualità che il Signore ci ha donato già quando veniamo al mondo e ci portiamo dentro almeno fino a quando siamo ancora bambini e quindi non ancora “contaminati” dalle influenze del mondo.
Per avvicinarci a Dio ci viene detto che dobbiamo avere l'attitudine di un bambino. Possiamo imparare molto osservando i bambini: ovunque sono, trovano sempre un modo per divertirsi, perdonano velocemente le offese: l'attimo prima litigano, l'attimo dopo giocano felici insieme, e per loro credere è facile, accettano ciò che i loro genitori gli dicono e si affidano a loro per ogni cosa, restando immuni da ogni pensiero, infatti i bambini non si preoccupano delle bollette da pagare, dei pasti o di far quadrare i conti, perché implicitamente sanno che i loro genitori provvederanno ai loro bisogni.
Qualcuno mi dirà: “E si è facile per i bambini sapendo che ci sono i genitori alle loro spalle che pensano a tutto questo!”
Allora io vi invito a leggere la Scrittura e vedere come Dio Padre è il nostro genitore che ha promesso di darci tutto questo, alla sola condizione che noi ci rivolgiamo a lui in preghiera e abbiamo fede in lui per ottenere tutto questo… purché appunto lo facciamo con lo stesso spirito e la stessa naturalezza di un bambino, ossia superando gli schermi mentali che il mondo ci ha creato quando siamo diventati adulti.
Il Signore ci insegna infatti a: 1 avere una fede semplice, 2 pregare in modo semplice, 3 pentirci velocemente, 4 ricercare l'aiuto di Dio regolarmente, 5 credere che il nostro Padre celeste è buono e che 'Egli non rifiuterà di fare del bene a quelli che camminano rettamente' (Salmo 84:11).
Quando noi in cuor nostro crediamo a tutto questo e ci mettiamo nelle amorevoli mani di Dio, allora siamo come bambini e siamo pronti a ricevere tutte le sue benedizioni, compreso l’accesso al regno dei cieli!
Con questo tipo di semplicità nella relazione con Dio, vedremo in noi una crescita spirituale e ci rallegreremo in Lui più che mai. Questo dovrebbe essere il nostro obiettivo di credenti, poiché tutto il resto altro non è che uno strumento che ci è stato dato per raggiungerlo. AMEN