Cambiare la propria vita

Testo: Romani 12:1-2

 

Un noto scienziato affermò che soltanto uno sciocco può pensare di ottenere risultati diversi facendo le stesse azioni!

Il cambiamento è la chiave per toglierci da una situazione che non ci piace e passare ad un'altra che riteniamo migliore, tuttavia il cambiamento ha sempre un costo, perché cambiare è fatica, specialmente se la situazione nella quale ci troviamo, per quanto scomoda, ha comunque degli aspetti positivi consolidati che ce la fanno sembrare apprezzabile, rispetto ad una nuova che ci richiede uno sforzo.

 

Cerchiamo di essere onesti cari fratelli in Cristo, alla maggior parte di noi non piace il cambiamento e facciamo tutto ciò che è in nostro potere per evitarlo. Vogliamo il miglioramento, ma non vogliamo pagarne il prezzo, così molto spesso ci accontentiamo di qualche piccola modifica dei nostri gesti e costumi, ma rifiutiamo quello che spesso il Signore ci chiama a fare, ossia diventare quello che lui si aspetta da noi; preferiamo invece rimanere quello che siamo, vivacchiando in attesa che qualcosa fuori da noi capiti e, come per miracolo, cambi la nostra vita.

Ma non funziona così fratelli, non basta desiderare il cambiamento ed essere aperti ad esso: dobbiamo perseguirlo!

Quando aspettiamo che qualcosa succeda in realtà non stiamo ascoltando il Signore, che invece ci dice: "Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio.."

Riflettiamo sul fatto che Gesù quando venne al mondo propose agli uomini, al suo popolo prima di tutto, una serie di cambiamenti, che allora furono considerati rivoluzionari della tradizione. Ma chi le considerò rivoluzionari? Coloro che detenevano il potere della tradizione, poiché il potere non sta nel cambiamento ma nello status quo! Non importa di quale potere parliamo, nello status quo sta sempre una qualche forma di potere che il cambiamento è destinato a rivoluzionare. Il potere del mondo, del suo principe, di mammona, sta proprio nel rifiutare qualsiasi cambiamento che ci potrebbe portare al Signore. Il Signore invece ci chiama al cambiamento delle nostre vite perché nello stato in cui ci troviamo noi siamo lontani da lui; quindi conformarci a questo mondo equivale ad appartenere ad esso e quindi a seguirne le sorti. Accettare di trasformare le nostre menti e la nostra stessa vita è quindi il passo necessario per accettare il Signore.

A distanza di duemila anni queste parole possono sembrarci ormai superate, se non addirittura contrarie al Signore, ma non è così; il Signore ci chiama continuamente al cambiamento e non a fossilizzarci sul passato non più adeguato. Quando Dio Padre diede a Mosè la sua Legge essa rappresentava un cambiamento profondo per il popolo d'Israele, abituato agli usi i costumi dell'Egitto, ma dopo molti secoli Gesù è venuto a portare un cambiamento (portare a compimento la Legge) perché essa non era più adeguata. Oggi il Signore ci parla nuovamente, così come ha parlato nel corso dei secoli attraverso i diversi Riformatori della sua Chiesa, per renderla adatta alla nuova condizione dell'uomo, e tuttavia sempre il cambiamento ha suscitato opposizioni di chi ha paura di perdere quel potere che la tradizione gli ha conferito.

Fratelli, ascoltiamo ciò che lo Spirito del Signore ci dice, non rifiutiamo il suo appello al cambiamento interiore quando lo udiamo perché la salvezza passa anche dal saper accogliere la chiamata del Signore che ci viene rivolta in nuovi modi.

Ricordiamoci sempre ciò che ci disse il Signore a riguardo del rifiuto del cambiamento: "E nessuno, che abbia bevuto vino vecchio, ne desidera del nuovo, perché dice: "Il vecchio è buono"",(Luca 5:39), ma se noi non accettiamo il nuovo non avremo la possibilità che il Signore ci offre di cambiare noi stessi per diventare membri del regno celeste. "AMEN