Camminare con Dio

Testo: Genesi 5:21-24

 

La storia di Enoc è una delle più misteriose di tutta la Bibbia, poiché la Bibbia ufficiale, quella che noi usiamo normalmente, vi fa soltanto un brevissimo accenno nel testo di Genesi e altri altrettanto bevi riferimenti in altre parti (Ebrei 11:5 e Giuda 14) dove si evidenzia che Enoc non avrebbe incontrato la morte perché Dio lo prese con sé ancora vivente.

La storia completa di Enoc è narrata nel Libro di Enoc appunto, alla quale la lettera di Giuda fa breve riferimento, libro che però non è stato incluso nella Bibbia, salvo che nella Bibbia adottata dalla Chiesa Copta, in quanto non ritenuto ispirato, perché al suo interno sono contenute delle descrizioni del mondo celeste che sono state ritenute troppo incredibili dai padri della Chiesa per essere considerate autentiche, o semplicemente opportune per i fedeli.

Il testo di Genesi, tuttavia, ci dà un’informazione molto importante su Enoc: “Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese” (Gen 5:24) che ce lo mostra sotto una luce molto particolare, ossia sottolinea il fatto che Enoc per tutta la sua vita “camminò con Dio”, ossia fece la sua volontà costantemente, gli aprì tutto il suo cuore, coinvolgendolo in ogni aspetto della sua vita, al punto che questa sua fedeltà, diremmo noi oggi assoluta, gli valse il premio speciale di essere preso in cielo ancora vivente, unico essere, insieme ad Elia, di cui la Scrittura ci testimonia questo.

Ora cari fratelli in Cristo, probabilmente a nessuno di noi accadrà di essere presi ancora viventi da Dio ed essere portati in cielo; persino Noè e Abramo, che sono elencati tra le persone che hanno "camminato con Dio" nondimeno essi videro la morte terrena prima di aspirare alla vita celeste, e lo stesso Gesù Cristo non fu elevato in cielo che dopo essere risorto dai morti, tuttavia, “camminare con Dio” deve essere il nostro più grande desiderio, avvicinarsi a Lui nella preghiera, affidarci a Lui per adempiere alla missione a cui lui ci ha destinato, e quindi confidare in Lui, nella sua promessa, fino all'ultimo giorno della nostra esistenza terrena è quello che dobbiamo fare con invincibile entusiasmo, superando le difficoltà e le avversità che l’avversario di Dio pone costantemente sul nostro cammino.

“Camminare con Dio” vuol dire vivere la nostra vita in costante comunione con Lui, con il suo Santo Spirito che in accordo con il nostro spirito guida i nostri passi e preserva i nostri cuori dalla tentazione del Male, ma anche ci consente di ricevere le sue infinite benedizioni terrene, così com’è scritto: “Certo, beni e bontà m'accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del Signore per lunghi giorni” (Salmo 23:6).

Enoc visse per 365 anni sulla terra, prima di essere preso da Dio, un tempo lunghissimo almeno per i nostri attuali standard, eppure anche questi anni non sono che un soffio se paragonati all’eternità celeste di coloro che durane questa vita avranno camminato con Dio e saranno stati giudicati degni di essere elevati nel regno celeste.

Allora cari fratelli in Cristo, la storia di Enoc ci è stata tramandata proprio per sottolineare l’importanza di “camminare con Dio”, di mettere la nostra vita nelle sue amorevoli mani, ed è la prova che quando noi faremo questo, al pari di Enoc, saremo un giorno elevati in cielo col Signore per godere con Lui della beatitudine eterna. AMEN