Chi ci può separare da Dio?

Testo: Romani 8:31b-39

 

Se usiamo lo sport come paragone per confrontare la vita eterna col Signore, con la vita terrena, possiamo vedere la prima come la gara finale che ci conduce vittoriosi al traguardo, dove il Signore ci consegna la corona di gloria, mentre la seconda è paragonabile alla serie di allenamenti che ci devono preparare adeguatamente per vincere la gara finale.

Così come senza un’adeguata preparazione, nessun atleta potrà mai vincere la gara dove si assegnano le medaglie, allo stesso modo senza un’adeguata preparazione spirituale e di fede, nessuno uomo o donna, sia pur credente, potrà mai ricevere la vittoria di Cristo!

Questo concetto non sempre è così chiaro a tutti i credenti però, molti dei quali pensano che per vincere la gara della vita eterna, basti “iscriversi mediante il battesimo” e poi magari cercare di arrivare al traguardo in qualche modo prima che la corsa della vita terrena volga al termine…

Purtroppo non è così che funziona: nel regno dei cieli si entra soltanto come vincitori!

Consapevoli di questa realtà noi dobbiamo sempre tenere a mente due cose:

la prima, negativa, è che gli allenamenti sono duri e faticosi, che molto spesso ci scoraggiano, specie quando questi comportano sacrifici importanti (allenarsi al gelo o sotto la pioggia non è così piacevole che farlo in una giornata serena al sole), e ciò può portarci a cercare “scorciatoie” che ci sembrano meno faticose ma che finiscono per squalificarci, o persino a tirarci indietro e rinunciare;

la seconda invece, positiva, è che accanto a noi abbiamo un “allenatore”, certamente molto severo, ma che ci segue costantemente, ci sostiene e ci dà la forza per superare gli ostacoli che possono impedire la nostra vittoria.

Le dure prove cui il nostro allenatore ci sottopone non sono “atti inutili”, ma passi necessari affinché noi arriviamo preparati alla gara finale per vincere.

Le difficoltà che noi incontriamo sulla nostra strada durante la vita terrena, che tanto ci spaventano e ci scoraggiano, al punto di accusare Dio di non rispondere sempre alle nostre preghiere, sono perciò necessarie per la nostra “preparazione celeste”.

Dio, infatti, non sempre ci preserva dalle difficoltà della vita, però ci dice: “io sarò con te nella distretta” e ci esorta a continuare perché le prove che si presentano durante la vita non potranno mai essere tanto terribili da arrivare a privarci dell'amore di Dio e della nostra relazione con Lui.

L’Apostolo Paolo ci ricorda che: “…in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati…”

Sappiamo che la tribolazione non è mai piacevole, e potrà pure abbattersi su di noi con violenza, snervandoci, affaticandoci, ma non potrà mai separarci dall'amore di Dio: “Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

No cari fratelli in Cristo, se noi avremo fede in Lui, nel nostro allenatore, l'amore di Dio non si scosterà da noi quando affronteremo situazioni in cui sembra non esserci giustizia, e tutto sembra indicarci che la menzogna stia prevalendo.

Non sarà neppure la fame a vincerci; potremo arrivare a toccare il fondo, ma anche allora potremo essere certi che Dio ci ama e non ci abbandona.

Accade qualcosa di veramente straordinario nella vita di chi si tiene ancorato all'amore di Dio.

La logica umana va messa a tacere di fronte a situazioni di questo genere, poiché la sola spiegazione possibile per noi credenti è “l'amore di Dio in Cristo Gesù”, che ci rende possibile affrontare e superare ogni prova terrena e ci prepara per essere degni di ricevere la gloria finale nei cieli insieme a Cristo Nostro Signore. AMEN