Continua a camminare

esto: 2° Re 13:14-19

 

Il passo della Scrittura proposta oggi ci narra di quando il re d’Israele Ioas, minacciato dalla potenza Assira, chiede aiuto al profeta Eliseo, ormai vecchio e in punto di morte.

Viste le sue richieste, prima di morire Eliseo, o meglio il Signore tramite di lui, vuole lasciare ad Israele una promessa di vittoria definitiva sugli Assiri: “Tu sconfiggerai i Siri ad Afec sino a sterminarli”.

Tale promessa però è condizionata all’atteggiamento che Israele terrà verso di Lui, ossia dal comportamento del re, sempre identificato con il popolo stesso in quanto a quel tempo era la decisione e il comportamento del re che vincolava tutto il resto del popolo.

Alla richiesta di Eliseo di tirare una freccia attraverso la finestra orientale, re Ioas ubbidisce, e questa sua obbedienza viene premiata da Dio con la conferma: “Questa è una freccia di vittoria da parte del Signore: la freccia della vittoria contro la Siria”; poi però Dio fa un’altra richiesta al re, ossia di prendere le frecce rimanenti e percuotere il suolo.

Al che re Ioas, forse senza capire a pieno il significato di tale richiesta, ubbidisce, ma lo fa soltanto tre volte, non ritenendo utile colpirlo ripetutamente o forse dubbioso di fronte a una richiesta apparentemente assurda, visto che le frecce servono per essere tirate contro il nemico ma certo non per colpire il pavimento.

Di fronte a questo suo dubitare, ossia il suo esitare nell’eseguire pienamente gli ordini del Signore Eliseo si adira e dice: “Avresti dovuto percuoterlo cinque o sei volte; allora tu avresti sconfitto i Siri fino a sterminarli; mentre adesso non li sconfiggerai che tre volte”!

Così, quella che poteva diventare una vittoria definitiva, a causa dell’esitazione di Ioas, si trasforma in una vittoria soltanto parziale; Dio gli aveva offerto l’opportunità di realizzare la vittoria definitiva sui nemici storici d’Israele, ma affinché questa si fosse realizzata era necessaria anche la piena convinzione e collaborazione degli Israeliti, e purtroppo, ancora una volta ciò non avviene.

Questo racconto ci insegna che a determinare il risultato finale del nostro agire come credenti, non sono soltanto le opportunità che ci vengono offerte ogni volta dal Signore, bensì vi concorre anche l'atteggiamento che noi assumiamo di volta in volta.

Dio dà a tutti noi la possibilità di vincere, ma ciò che determina la portata della nostra vittoria è l'impegno profuso in ciò che facciamo e soprattutto la fiducia che noi riponiamo in Dio nel risultato finale.

Tutti coloro che hanno realizzato grandi opere nel corso della loro vita di credenti hanno imparato ad affidarsi sempre al Signore e non si sono mai fermati alla prima opportunità offerta loro, ma hanno continuato a camminare col Signore, passo dopo passo, senza mai stancarsi, né venendo meno nella Sua guida, e questo per essere certi del pieno successo in ogni loro impresa.

Allora cari fratelli in Cristo, noi come ci poniamo davanti alle promesse del Signore?

Facciamo pieno affidamento sulle stesse e continuiamo a camminare sulla sua via fino al raggiungimento di ogni importante obiettivo, o anche noi come Ioas ci fermiamo alla prima vittoria parziale?

Impariamo a camminare con fiducia insieme al Signore tutti i giorni della nostra vita e anche noi passeremo di vittoria in vittoria fino al raggiungimento della gloria celesta a fianco del nostro Signore Gesù Cristo! AMEN