Credere in Gesù
Testo: Giovanni 7:1-9
Dalla testimonianza di Giovanni veniamo a sapere che anche Gesù, durante la sua predicazione, incontrò delle difficoltà oggettive e soggettive, che lo costrinsero a rivedere i suoi piani; questo brano però, contiene una frase molto esplicativa circa il comportamento che persino le persone più vicine a lui, ossia i suoi famigliari, tenevano nei suoi confronti: “Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui”.
Gesù era il figlio di Dio, eppure la sua natura divina, nascosta dietro le sembianze del figlio di Giuseppe, il falegname di Nazareth, non riusciva ad emergere neppure agli occhi dei suoi fratelli, ossia le persone che meglio di tutti avrebbero dovuto conoscerlo.
Ora a noi verrebbe da domandarci: ma se neppure i suoi fratelli, e neppure sua madre per un certo tempo, hanno creduto in lui, come possiamo crederci noi, a distanza di secoli, non avendolo mai conosciuto di persona?
La risposta a questa domanda sta proprio nel tipo e nel modo in cui noi possiamo conoscere Gesù.
Evidentemente non era né il suo aspetto fisico, né la sua persona o il suo modo di presentarsi che potevano far capire alle persone che incontrava, chi era Lui veramente.
Non erano neppure i suoi gesti o i suoi segni miracolosi, che compiva quotidianamente nella sua predicazione, poiché, anche vedendo questi, molti non credevano che Lui fosse veramente il figlio di Dio.
Neppure le antiche profezie che avevano guidato i saggi d’Israele fino a quel momento erano state sufficienti a dargli testimonianza presso gli anziani e i sacerdoti del popolo circa la sua natura e il suo ruolo di Messiah d’Israele giacché “…i Giudei cercavano di ucciderlo”.
Alla luce di tutto questo, verrebbe davvero da dubitare di Lui, se neppure quelli che meglio lo hanno conosciuto hanno creduto in Lui.
Anche se distanza di venti secoli sappiamo che molti milioni di persone hanno creduto in Lui, ma sappiamo altresì che ce ne sono stati altrettanti, se non di più, che non hanno creduto e ancora non credono, e che se oggi non possono più ucciderlo, certo cercano ancora, o hanno cercato, di uccidere i suoi discepoli di ogni tempo.
Che cos’è dunque che fa scaturire la fede in Gesù, e perché tale fede nasce soltanto nel cuore di alcuni uomini e non in altri?
La Scrittura ci dice che la fede viene dall’ascolto della Parola, ma ci dice anche che soltanto coloro che sono stati preconosciuti da Dio hanno ricevuto il dono della fede e quindi della salvezza; nondimeno la Scrittura afferma chiaramente, ossia Dio dichiara attraverso i suoi testimoni, che chiunque crede nella Persona e nell’opera di Gesù è salvato: “Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato”
Ma cosa significa “credere in Gesù”? Se in quel tempo i suoi parenti e il suo popolo dubitava che Gesù fosse il figlio di Dio, oggi ci sono persone che dubitano persino della sua esistenza umana, figuriamoci dunque di quella divina!
In verità credere in Gesù non significa semplicemente essere convinto della Sua esistenza, storica o spirituale di “Figlio di Dio”, ma invocare il Suo perdono per l’opera che Lui ha compiuto, e quindi accettarlo nel nostro cuore come “personale Salvatore e Signore”.
La Bibbia dice che se con la bocca avremo confessato Gesù come Signore, e avremo creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, saremo salvati; infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati.
Queste due azioni però, non sono due gesti formali fini a se stessi, ma implicano poi una completa trasformazione della nostra vita, e non per nulla si parla di “nuova nascita”; un credente, un nato di nuovo, infatti, si comporta ed agisce in modo assai diverso da un non credente o da un “credente di facciata”, proprio perché il credere in Gesù comporta una sostanziale trasformazione del proprio essere: “non sono più io che vivo, a è Cristo che vive in me”!
Cari fratelli in Cristo, se avete creduto in Gesù come Figlio di Dio e Salvatore, ecco che Lui vi ha salvati e ha donato pace al vostro cuore. AMEN