Cristo e la vera pace

Testo: Matteo 10: 34-39

 

Avviene periodicamente che alcuni accadimenti particolarmente tragici incidano profondamente sulla nostra vita quotidiana, e in alcuni casi riescono addirittura a sconvolgerla. Sto parlando di quegli avvenimenti che toccano tutti noi e ci incutono un forte senso di paura ed incertezza circa il nostro futuro.

Se un giorno apprendiamo che un eccidio è stato commesso in un lontano paese, come quello avvenuto ad esempio in Ruanda alcuni decenni fa, la cosa provoca in noi un sussulto di disapprovazione, ma nulla più di questo, perché, in fondo, non ha una diretta ripercussione sulla nostra vita di tutti i giorni;

se pero sentiamo dire che ci sono dei terroristi che alla guida di un camion si gettano sulla folla di una qualunque delle nostre città, la cosa ci preoccupa molto di più e sentiamo di avere paura anche solo ad andare a fare un giro durante una ricorrenza che raduna un po' di folla in un luogo pubblico;

se poi le televisioni ed i giornali evidenziano che ci sono persone che minacciano di spargere virus letali od agenti chimici mortali nell’aria, allora siamo presi dal panico e la nostra vita rischia di piombare nel caos più completo non appena una sola di queste notizie viene confermata!

Questo è il mondo in cui viviamo: apparentemente tanto solido e sicuro, tanto pieno di certezze e di belle prospettive per il futuro; ma, non appena succede qualcosa che mette in discussione le nostre certezze tanto faticosamente conquistate, questo mondo sembra crollarci addosso in un istante.

Questo è il modo in cui la maggioranza dei nostri concittadini, e dei cittadini degli altri paesi c.d. “ricchi”, stanno reagendo agli avvenimenti di questi ultimi anni.

Ma come stiamo reagendo noi credenti nell’Evangelo di Cristo?

Ci stiamo veramente comportando meglio degli altri?

Negli ultimi decenni anche noi cristiani abbiamo comodamente vissuto all’ombra dei comfort che questa ricca società in cui viviamo ci ha generosamente offerto.

Anche se abbiamo fatto sovente autocritica, specie all’interno delle nostre Chiese, evidenziando i molti mali causati da questo sistema di cose, che inevitabilmente rende sempre più ricco qualcuno e lo fa vivere bene a spese ed alle spalle di molti altri, che invece, a causa di questo, sono resi sempre più poveri;

anche se fino ad un recente passato scendevamo in piazza a protestare contro lo strapotere dei paesi ricchi che impongono unilateralmente la loro “visione global” a quelli poveri che non possono fare altro che subirla senza poter protestare;

anche se non abbiamo perso nessuna delle occasioni per far rilevare il nostro dissenso nei confronti delle molte ingiustizie che vengono perpetrate nel mondo;

tutto questo però lo abbiamo sempre fatto stando comodamente seduti sul carro del vincitore!

Ben pochi fratelli si sono presi il disturbo di lasciare il comfort che offre la nostra società ricca per andare a condividere la povertà del resto del mondo; tutt’al più ci mettiamo a posto le coscienze accogliendo qualche migliaio di fratelli immigrati, magari organizzando dei “corridoi umanitari” come se questo fosse veramente sufficiente per risolvere i problemi delle centinaia di milioni di poveri, come se questa nostra ostentata e sbandierata “accoglienza” bastasse a renderci migliori degli alti!

Ci siamo fatti paladini dei diritti altrui, professiamo una piena uguaglianza tra tutti gli uomini e il rispetto delle libertà fondamentali, ma intanto continuiamo a godere dei benefici e dei privilegi che la società in cui viviamo ci offre, che, guarda caso, sono spesso le cause di quelle ingiustizie che noi, a parole, deprechiamo con tanto ardore!

Forse sarebbe il caso che ci togliessimo quel pesante velo di ipocrisia che ci copre il volto ed imparassimo a guardare in faccia alla realtà, anche se questo ci costringerà a rinunciare ad un po’ di quella pace e tranquillità che ci siamo conquistati, o che credevamo di esserci conquistati, visto che la realtà non è quella che ci siamo illusi che fosse.

Abbiamo gridato “pace e fratellanza”, pensando che fosse sufficiente evocare la pace per raggiungerla, e per questo motivo abbiamo condannato ogni atto di guerra illudendoci che bastasse chiudere gli occhi per far scomparire come d’incanto tutto il male che ci circonda.

Purtroppo la cosa non ha funzionato, e non poteva funzionare. Il perché lo possiamo capire meditando sul brano dell’evangelo proposto oggi: potrà mai infatti l’opera dell’uomo avere successo ignorando la parola di Dio?

Non può esserci vera pace senza Cristo poiché Egli è il perfetto operatore di pace;

ma nello stesso tempo la Scrittura ci dice che la pace che Cristo ci ha annunciato non è quella che questo mondo si aspetta, poiché Cristo stesso è colui che sulla Terra porta la spada, e da sempre il suo nome e la sua parola sono cagione di lotta e di scontro tra gli uomini.

La pace che i più invocano è la pace di questo mondo, cioè quella pace che permette ai tanti di vivere la propria vita al riparo da ogni imprevisto, al sicuro da tutti i nemici, esterni ed interni, che minacciano il proprio benessere e quello dei propri cari; cioè la pace di coloro che vogliono salvare la propria vita ad ogni costo, molto spesso a spese della vita di qualcun altro!

Certo questa è una pace che per molti è la più desiderabile; e diciamo pure che anche a noi, cristiani del mondo ricco, tenta parecchio questo tipo di pace, in fondo cosa c’è di male nello stare riparati in casa al caldo mentre fuori piove e fa freddo?!

Questa pero non è la pace di Cristo!

La pace di Cristo non rifugge le sofferenze, e non rifugge la lotta, perché essa stessa è la causa e il risultato di una continua lotta tra coloro che per Cristo sono disposti a morire, se necessario, e coloro che sono disposti a tutto pur di vivere secondo questo mondo.

La pace che Cristo ci propone è la pace della croce, e come ben sappiamo la croce è prima di tutto sofferenza, angoscia e dolore;

la croce, ci ricorda Cristo, è inevitabilmente causa di divisione e di odio, non solo tra gli uomini, ma addirittura all’interno delle stesse famiglie;

la pace che Cristo ci offre però passa inevitabilmente attraverso la sua croce, non ci sono altre strade per coloro che accettano di seguire Cristo!

Essere cristiani oggi, così come lo è stato dai tempi dei primi discepoli di Gesù in avanti, vuole dire essere consci di dover portare la croce di Cristo in un mondo, dove i nemici di Cristo faranno dei cristiani un facile bersaglio ogni giorno (i massacri dei fratelli cristiani che avvengono tuttora in molti paesi non sono che la conferma di questa croce di Cristo, che continua a pesare su chi testimonia l’Evangelo in un mondo che non vuole e non ascolta perché deve servire il Principe di questo Mondo).

Essere cristiani vuole però dire anche saper accettare serenamente il peso della croce di Cristo, senza reagire alle provocazioni del maligno che opera attraverso i suoi emissari, e di questo purtroppo, troppo spesso ce ne dimentichiamo!

Questo è ciò che Cristo ci preannuncia nel passo delle Scritture proposto oggi, ma noi però troppo spesso preferiamo “dimenticare” questi versetti, facendo finta che non siano stati scritti per noi, per meglio seguire gli ideali di pace di questo mondo.

Così facendo siamo convinti di poter tranquillamente coltivare i nostri sogni, i nostri progetti, e le nostre illusioni di pace, perché poi proprio di illusioni si tratta, illusioni che sono però destinate ad infrangersi contro la realtà di Cristo.

Potrà mai esserci vera pace nel mondo fino a quando Cristo non ritornerà in tutta la sua potenza e stabilirà il suo Regno?

I tragici avvenimenti che si susseguono, sono dei segni che ci dovrebbero far riflettere su come ogni sistema fatto dalla mano dell’uomo è fugace e destinato a sgretolarsi come l’uomo stesso.

Sono segni per tutti noi che pensiamo di essere al sicuro nei piccoli gusci di benessere che ci siamo costruiti, che invece una semplice folata di vento riesce a scuotere dalle fondamenta.

Sono segni per noi che ancora crediamo sia possibile vivere in un mondo di pace senza che sia stato Cristo a realizzarlo.

Sono segni per noi che pensiamo che si possa essere Cristiani anche senza lottare e soffrire portando la croce di Cristo!

Cari fratelli in Cristo, è ora di svegliarci dal torpore in cui siamo caduti;

è ora di alzarci dal comodo, ma per nulla sicuro, giaciglio dove ci siamo coricati;

è ora di riprendere il cammino sulla via di Cristo che abbiamo interrotto seguendo le inconcludenti illusioni del mondo che ci stanno portando lontani da Cristo e dal suo messaggio di amore e speranza del suo Regno che viene.

Nessuno di noi è immune da colpe per quanto sta succedendo nel mondo, tutti in qualche modo abbiamo contribuito a creare questo stato di cose, ma Cristo attraverso le Scritture ci invita a seguirlo sulla strada che lui stesso ha tracciato e ci guida prendendoci la mano ogni qualvolta i nostri passi si dirigono verso mete sbagliate, abbagliati dalla luce del mondo che non è la vera luce.

Ravvediamoci dunque dai nostri errori e chiediamo al Signore di rimanerci accanto in questi tempi di confusione e smarrimento generale;

torniamo a leggere la Scrittura in tutte le sue parti, non solo quelle che “vanno di moda”, ma anche quelle che ci danno fastidio perché non in linea con i valori condivisi dalla società in cui viviamo, perché è probabile che proprio li troveremo le risposte che cerchiamo. AMEN