Cristo nostra speranza

TESTI: Salmo 121   Romani 5: 1-5

 

L’apostolo Paolo nella 1° lettera ai Corinzi, Cap 13:13 scrive “ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l’amore”.

Queste tre grandi virtù ci accompagnano giorno dopo giorno e sono il fondamento della nostra vita cristiana. Delle tre, Paolo però specifica che, la più grande è l’amore perché: “l’amore non verrà mai meno”, mentre la fede e la speranza un giorno cesseranno quando si compirà il Regno di Dio.

L’amore in effetti ci appare molto più concreto, lo viviamo sulla nostra pelle ogni giorno, e anche i tre grandi comandamenti che Cristo ci ha lasciato ci invitano ad amare Dio, il nostro prossimo ed amarci vicendevolmente, quindi l’amore a buon diritto può considerarsi delle tre la cosa più importante.

Dopo l’amore segue la fede; chi avrà avuto fede nella parola di Cristo sarà salvato, il giusto vivrà per fede; tutti gli insegnamenti delle scritture si basano sulla fede che l’uomo deve avere in Dio e in Cristo suo inviato, così come noi poniamo nella fede in Cristo l’unico mezzo di salvezza.

Possiamo quindi ben dire che, per un cristiano, dopo l’amore la cosa più importante è la fede, anzi qualche volta noi evangelici tendiamo a porre l’accento proprio sulla fede che viene così quasi a contendere il primato all’amore.

Che fine ha fatto dunque la speranza?

Questo terzo incomodo che Paolo accostata all’amore e alla fede sembra essere il classico vaso di coccio tra due vasi di ferro; spesso citata a completamento della frase di Paolo essa sembra avere un ruolo di mera comprimaria.

Oggi voglio invitarvi a riflettere proprio sulla speranza e sul ruolo, per nulla secondario, che essa ha nella nostra vita: la nostra speranza è Cristo, Cristo è la nostra speranza.

Alcune persone pensano che sia sufficiente credere in Cristo ed amare Cristo e il nostro prossimo per essere perfetti cristiani, cioè per essere a posto con sé stessi e con gli altri.

Cosa c’è di sbagliato, mi chiedo, se io credo fermamente con tutto il cuore che Cristo è il Salvatore inviato da Dio, lo amo fermamente nel mio cuore, amo il mio prossimo come mi è stato insegnato fin da piccolo e metto anche in pratica questo amore con gesti e fatti concreti, le cosiddette opere?

Facendo questo penso proprio di essere a posto, vuoi per la mia fede o vuoi per la fede sostenuta dalle opere come affermano i fratelli cattolici, in un modo o nell’altro credo di aver “staccato il biglietto per il paradiso”.

Questa è l’immagine che molti cristiani, sia essi evangelici, sia cattolici, hanno di sé stessi, questa è l’immagine che si presenta spontaneamente davanti ai nostri occhi ogni qualvolta pensiamo che sia sufficiente avere fede in Cristo, amarlo con tutto il nostro cuore ed amare il nostro prossimo come noi stessi per essere perfetti davanti al Signore….

E dopo aver fatto questo sono libero di continuare la mia vita di ogni giorno, a posto con la mia coscienza, sicuro di aver fatto il mio dovere.

Ma a questo punto che cosa è diventato per me Cristo?

L’occupazione della domenica mattina?

Il contorno di rispettabilità da mostrare ai fratelli e alla società benpensante in cui vivo?

Questo è il Cristo che mi piace veramente, quello che io ho scelto perché io ho avuto fede in lui, quello che io ho amato e che, in base a quanto è scritto nella Bibbia, mi riama infinitamente e mi perdona tutte le mie colpe senza chiedere nulla in cambio, o, al massimo, lo ripago con il mio amore verso il prossimo o con qualche opera buona!

Ah, che bel dio questo Cristo che si comporta così;

ma quello che mi piace più di tutto di lui è che se ne sta a casa sua lassù nei cieli altissimi, mi lascia fare quello che voglio e lo tiro fuori solo quando mi serve e fa comodo a me!

Come vedete cari fratelli in Cristo, si può avere fede in Lui ed amarlo per le opere di questo mondo così come già accadeva ai tempi dell’apostolo Paolo, quando ammoniva e metteva in guardia i cristiani di Corinto (1° Corinzi 15:19) dicendo: “Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini”.

La verità è che l’amore e la fede da sole non bastano per raggiungere la salvezza, ma è solo quando l’amore e la fede sono unite alla speranza in Cristo che accediamo alla salvezza e alla vita eterna.

Ai nostri giorni l’uomo si sente sempre più sicuro di sé, forte delle scoperte mediche e scientifiche che migliorano la qualità e forse anche la durata della vita, l’uomo rinnega sempre più apertamente la sua sottomissione a Dio, l’uomo vuole essere sempre di più l’unico arbitro della propria vita.

Ora se io ripongo la mia speranza di vita in qualcuno, io dipendo da lui e mi pongo nelle sue mani in tutto e per tutto, pensate al paziente che si affida al chirurgo…;

allora se io ripongo la mia speranza di vita in Cristo, io sono di Cristo, vivo e muoio per Cristo e Cristo è la sola mia speranza e certezza di vita;

ma questo è sempre più difficile da accettare per l’uomo del XXI° secolo. Da qui il diffuso ateismo o la ricerca di religioni alternative molto più facili da accettare e condividere da parte dell’uomo contemporaneo.

La speranza cristiana è una sola, ed è la risurrezione dei corpi all’ultimo giorno e il ritorno di Cristo Re che vince sul maligno e regna sui giusti nella nuova terra, senza che l’uomo possa intervenire in alcun modo in questa decisione che è solo volere di Dio.

Ora se io ho fede in Cristo e lo amo fino a sacrificare questa vita per una nuova vita che io ritengo infinitamente migliore di questa, non posso che desiderare e sperare ardentemente che le promesse di Cristo si compiano il più presto possibile;

se però io, pur credendo in Cristo ed amando i miei fratelli, penso che questa vita che sto vivendo ora, per quanto imperfetta essa sia, tutto sommato non sia poi tanto male, e ritengo che col mio intervento la posso cambiare e migliorare, non ripongo più la mia speranza in Cristo, bensì nell’opera dell’uomo.

La speranza riposta nell’opera dell’uomo, anziché in Dio, è il potere della scienza, lo sviluppo della medicina, la ricerca dell’immortalità attraverso la manipolazione genetica o più semplicemente il rivolgersi a culti e religioni che parlano di anima e spirito immortali e di reincarnazione.

Tutto questo però non ha nulla a che vedere con la speranza in Cristo.

“Io sono la via, la verità e la vita…” (Gv. 15:6) ci ha detto Cristo, e noi sappiamo che all’infuori di Lui non c’è alcun’altra salvezza.

Diceva l’antico salmista: “..quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza”, non nelle cose del mondo il credente ripone la sua speranze ma sempre e solo in Dio.

Avere fede vuol dire in effetti credere che ciò che mi è stato promesso avverrà, quindi solo se spererò che ciò accada dimostrerò la mia fede, ma se non ripongo la mia speranza in Cristo che mi ha fatto questa promessa, come posso dire di credere veramente in lui? E se non credo in lui come posso dire di amarlo?

Vedete allora che fede, speranza e amore sono intimamente legate e che non posso sopprimerne una senza far venire meno anche alle altre?!

Chi ha abbandonato la speranza nel compimento della parola di Dio dataci attraverso Cristo, si illude solamente di amare e credere in Cristo, ma in realtà crede ed ama solo sé stesso e questo mondo con le sue opere malvagie.

Anche le chiese evangeliche non sono immuni da questo errore; spesse volte siamo troppo rivolti alle questioni di questo mondo, e siamo troppo presi a denunciarne i mali e proporre soluzioni umane dimenticandoci così che la vera soluzione di tutti i mali di questo mondo è la speranza in Cristo che ci ha annunciato l’avvento del suo Regno sotto un nuovo cielo e su di una nuova terra!

Riflettiamo sul significato di “Cristo nostra speranza”, rendiamo perfetta la nostra fede in Gesù Cristo nostro Signore e unico Salvatore, unita all’amore che abbiamo per lui e che egli ci contraccambia senza fine, riponendo in lui, e in lui soltanto la nostra speranza per tutte le cose, non solo quelle presenti ma anche e soprattutto quelle future che Egli ci ha promesso al compimento del suo Regno. AMEN