Cristo unico salvatore
Testi: Isaia 45: 20-23 Atti 4: 8-12
I passi della Scrittura proposti oggi sintetizzano uno dei cardini della fede, Giudaica prima e Cristiana poi: l’unicità di Dio.
Possiamo dire che tutta la Scrittura si basa sul principio che vi è un solo Dio creatore, che noi conosciamo come Dio Padre. Non è un caso che il primo dei dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sul monte Sinai sia proprio: “non avere altri dei oltre a me” (Es 20:3).
La scrittura ci dice che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, cioè il Dio d’Israele, è un dio generoso, misericordioso e lento all’ira, ma che è anche un dio severo che non è disposto a scendere a compromessi su una cosa: non accetta in alcun modo che il popolo d’Israele lo metta “in concorrenza” con nessuna divinità straniera.
Saranno proprio le numerose trasgressioni di questo primo comandamento che attireranno i castighi di Dio sul popolo d’Israele ogni qualvolta esso si abbandonerà all’idolatria.
Dio non accetta di essere messo in discussione, né di competere con altri dei, veri o presunti che siano.
A questo proposito possiamo citare ad esempio il passo di Samuele 5:1-4, dove si evince molto bene come Dio, sia un dio “esclusivo” che non accetta alcuna altra divinità al suo cospetto, e per bocca del profeta Isaia proposta, egli dice “Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c’è altro dio, …e non c’è salvatore fuori di me”.
L’unicità di Dio non viene meno neanche nel Nuovo Testamento con la venuta di Gesù Cristo, anzi ne è ulteriormente rafforzata come afferma questa volta l’apostolo Pietro: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini per mezzo del quale dobbiamo essere salvati”.
Gesù Cristo, figlio di Dio, è unico e non vi è nessuno oltre a lui al quale Dio Padre ha demandato la salvezza per noi uomini.
Queste ci possono sembrare cose ovvie, così ovvie da non valer neanche la pena di ricordale. In realtà spesso sono proprio le cose scontate che si danno ormai per acquisite, che necessitano di essere meditate.
Non era forse scontato per il popolo d’Israele credere nell’unico Dio che li aveva guidati da Abramo in avanti?!
Allora perché sentirono il bisogno di farsi degli idoli di legno e di adorare divinità straniere?
Non era forse scontato che Dio avrebbe suscitato nella progenie di Davide un salvatore d’Israele e del Mondo come egli aveva promesso?!
Allora perché una gran parte d’Israele ha rifiutato la salvezza di Gesù Cristo e non ha voluto riconoscerlo come il figlio di Dio?
Non era forse scontata la dichiarazione dell’apostolo Pietro e dell’apostolo Paolo dove affermano che all’infuori di Cristo non c’è salvezza e che nessun altro nome è stato dato agli uomini per essere salvati?!
Allora perché la chiesa di Cristo nei secoli successivi ha sentito la necessità di aggiungere a Cristo altri nomi di uomini (i c.d. santi) e donne (la Madonna) come co-salvatori con Cristo?
Come vedete cari fratelli in Cristo, le cose che ci appaiono semplici e chiare leggendo la Scrittura, non sono affatto così scontate per tutti.
Gli uomini hanno l’abitudine di sfidare Dio cercando sempre di metterlo in discussione e suscitando così la sua disapprovazione con questi comportamenti.
Ma arriviamo a noi credenti di oggi, perché ancora una volta stiamo allontanandoci da questo insegnamento sull’unicità di Dio che la Bibbia ci da. Se è vero, come è vero, che all’infuori di Cristo “in nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”, noi che professiamo Cristo come nostro salvatore, non possiamo esimerci dal predicare Cristo davanti al mondo così come egli ci ha insegnato, senza tentennamenti, senza esitazioni, e senza diluizioni ed addolcimenti del suo messaggio al fine di renderlo più gradevole al palato di questo mondo come purtroppo spesse volte accade!
A tal proposito voglio farvi un esempio: immaginate di conoscere una persona a voi cara, che vi sta vicino, che vedete tutti i giorni, magari il vostro vicino di casa o il vostro collega di lavoro, e immaginate di scoprire che questa persona non solo non crede in Cristo, ma che adora altre divinità o pretese tali.
Non è poi una situazione tanto fuori dalla realtà visto che sempre più la nostra sta diventando una società multietnica e cosmopolita.
La domanda che vi rivolgo è questa: come vi comportate con questa persona?
Proviamo a rispondere a questa domanda; per facilitare il compito vi propongo un piccolo test a risposta multipla, con quattro possibili risposte: la
1à - allontano da me questa persona che offende Cristo e non ha fede in lui;
2à – faccio pressioni perché questa persona si converta:
3à – rispetto la fede di questa persona che è diversa dalla mia;
4à – gli parlo di Cristo giorno dopo giorno perché questo è quello che mi insegna la Scrittura.
Ognuno di voi scelga la risposta che ritiene giusta.
Ora voglio invitarvi a riflettere su queste quattro risposte per vedere quale di queste è la più corretta secondo la Scrittura.
La prima “allontano da me chi non crede in Cristo”: questa è la risposta che molti hanno scelto di dare in un passato anche recente, e che alcune sette danno tutt’oggi, “se tu non credi con me, sei mio nemico”. È la risposta che purtroppo anche noi a volte diamo a chi è diverso ed estraneo al nostro modo di vivere e siamo tentati di escluderlo a priori.
Ma noi sappiamo che già ai tempi d’Israele lo straniero era accolto tra il popolo eletto, e che Cristo non ha mai respinto nessuno ma, anzi, è venuto affinché a tutti fosse data la possibilità di essere salvati. Quindi non è la risposta che Cristo vorrebbe sentirsi dare, e perciò la prima risposta è senz’altro sbagliata!
La seconda “la conversione forzata”: anche questa tanto amata in passato, un esempio fra i tanti è stata la conversione degli Ebrei imposta dalla Spagna del 16° secolo “o ti converti o te ne vai”. Se leggiamo le scritture non troveremo un solo passo dove Cristo abbia imposto a nessuno di credere, né con minacce, né con lusinghe.
Sì, perché anche se non usiamo la forza, possiamo classificare come una “costrizione psicologica” il far leva sui mezzi materiali nei confronti di persone in condizioni economiche precarie “se ti converti avrai questi benefici economici …altrimenti...”. Prendiamo ad esempio le recenti predicazioni fatte dalle chiese ricche dell’ovest nei confronti dell’est europeo per accaparrarsi dei fedeli in cambio di benefici economici e denunciate dalle chiese ortodosse.
Sia chiaro, Cristo non si annuncia né con la spada, né col denaro, e quindi la risposta numero due è anch’essa errata.
Rimangono due risposte, la 3 e la 4: quale sarà quella corretta?! Forse alcuni di voi hanno avuto qualche esitazione a scegliere fra queste due. In effetti a prima vista queste due risposte sembrerebbero entrambe corrette, anche se contraddittorie tra di loro.
Questo è uno dei punti di maggior conflitto tra l’attuale visione (laica) del mondo, e la visione Cristiana.
“Rispettare le idee altrui diverse dalle mie” è infatti uno dei principi più alti delle moderne democrazie in cui noi viviamo, quindi la risposta 3 è indubbiamente quella giusta …per “questo mondo”.
Ma “Portare la parola di Cristo a tutto il mondo, giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, anche a coloro che non la vogliono ascoltare” è tuttavia l’insegnamento di Cristo da cui un cristiano non può sottrarsi, e la Scrittura non può che considerare giusta solo la 4à risposta.
Se ho una persona che mi è cara non posso che desiderare il bene di questa persona, e se credo in ciò che Cristo mi ha detto, so che il solo vero bene per questa persona è che egli incontri Cristo nella sua vita, e il mio dovere di cristiano è adoperarmi in ogni modo affinché questo avvenga.
Sentiamo spesso citare il detto “non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi” e lo riteniamo un insegnamento cristiano, ma non è così. Questa frase è stata detta da un filosofo, Hobbes, non da Cristo.
Cristo come ci è testimoniato dalle Scritture disse una cosa ben diversa (Mt 7:12) “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro”.
Come vedete “l’etica laica” invita semplicemente a non fare il male, ma Cristo ci invita a fare il bene, e non è la stessa cosa!
Se respingo da me o faccio violenza su una persona perché accetti Cristo non amerò veramente questa persona perché Cristo è amore e comprensione, ma allo stesso modo se per rispettare le idee di questa persona non gli parlerò di Cristo, o mi stancherò di parlargli di Cristo per il solo fatto che questa persona abbia detto no a Cristo 1, 2, 10, 100, 1000 volte, io non amo questa persona perché la privo della salvezza che ci è stata data solo nel nome di Cristo.
Vi invito a meditare su questo e in particolare a meditare sulla terza risposta che può trarre in inganno molti “rispetto la fede diversa dalla mia”.
Cosa ne pensate: se ai tempi del popolo d’Israele quando Dio faceva cadere i falsi dei che gli erano posti accanto, provocatoriamente qualcuno avesse detto “ma in fondo che male fanno questi idoli …è giusto rispettare le idee di chi non la pensa come noi”.
Oppure per arrivare a tempi più vicini ai nostri: che senso avrebbe avuto la riforma di Lutero se dopo aver proclamato che è solo la grazia di Cristo mediante la fede che salva, avesse tranquillamente continuato a rendere culto ai santi e alla madonna?
Tutto questo non significherebbe forse mettere in discussione l’unicità di Dio e l’unicità di Cristo quale mezzo di salvezza?
Se permettiamo che nel nostro cuore alberghino sentimenti di questo genere, non rinneghiamo forse Cristo e quello in cui noi diciamo di credere?
Se ci asteniamo dal predicare il Vangelo di Gesù Cristo ad una persona che la pensa in modo diverso dal nostro per paura di “violare un suo diritto”, non priviamo forse questo nostro fratello della possibilità di salvezza, e nel contempo non rinneghiamo forse Cristo?
Se ammettiamo che accanto a Cristo ci possa essere qualche altro dio, o principio, o saggezza terrena, o celeste, che salva allo stesso modo, e ci prostriamo davanti a questi o vicino ad un fratello che prega questo falso dio che non è Cristo, non sconfessiamo forse Cristo unico salvatore?
Oggi il mondo pensa che sia molto bello vedere un cristiano e, per esempio un indù o un buddista che pregano insieme per la pace. Certo è bello vedere un cristiano che rispetta un indù o un buddista, mentre fino a qualche tempo fa li avremmo visti solo a combattersi o, nella migliore delle ipotesi a guardarsi con estrema diffidenza; ma io cristiano posso accettare di mettere Cristo accanto ad un’altra divinità?
Seguo veramente gli insegnamenti di Cristo agendo così? O non dovrei piuttosto pregare per questi fratelli che non conoscono ancora Cristo affinché lo possano incontrare presto?!
La pace è bella, ma se amo veramente come Cristo mi ha insegnato sono già in pace con chiunque.
La preghiera che un cristiano deve fare, è pregare affinché tutte le persone arrivino a trovare Cristo e la salvezza che solo lui può dare così come il profeta Isaia ci ha riferito: “volgetevi a me e sarete salvati, voi tutte le estremità della terra. Poiché io sono Dio, e non c’è alcun altro”. AMEN