Di un solo animo

esti: Romani 15: 4-7; 1° Corinzi 12:12-31

 

Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo”; con questa affermazione l’Apostolo Paolo spiega molto bene come sia da intendersi la Chiesa di Cristo. Il corpo umano, in questo caso, è la perfetta allegoria della Chiesa, che è, sia un’organizzazione terrena e quindi umana, sia una creazione celeste in quanto guidata dallo Spirito Santo di Dio. Allo stesso modo in cui Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, riuniva in sé le due nature, umana e divina.

Se sulla doppia natura di Cristo, umana e divina, le prime comunità cristiane si sono divise e hanno dibattuto a lungo, prima di arrivare ad una “confessione di fede” accettata dalla grande maggioranza dei cristiani oggi (Credo Apostolico), allo stesso modo si sono divise le comunità dei credenti sull’organizzazione (umana) della Chiesa di Cristo sulla terra, ovvero sui diversi ruoli e funzioni che hanno e devono avere i componenti della stessa.

Se già nei primissimi anni del nascente cristianesimo, l’Apostolo Paolo sentì la necessità di specificarlo con questa allegoria, che occupa gran parte del capitolo 12 della lettera prima ai Corinzi, possiamo comprendere che tale organizzazione non fosse così scontata, e che tra le varie “componenti” non ci fosse l’amorevole accordo e unità si spirito che il Signora aveva pensato per la sua Chiesa.

Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, affinché di un solo animo e d'una stessa bocca glorifichiate Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo”; la preghiera che Paolo eleva al cielo, rivolgendosi ai Romani, non è qualcosa di formale o rituale, come potrebbe sembrare ad una prima lettura superficiale, ma è l’espressione della sua sincera preoccupazione per le divisioni (molto umane) che stavano già sorgendo all’interno delle nascenti comunità, le quali, invece di porre l’accento sulla gloria di Dio e quindi sull’adempimento della Sua volontà, erano piuttosto concentrate sui distinguo dei membri, a seconda dei ruoli che ognuno di loro rivestiva e che comportavano anche contasti, per non dire veri e propri scontri, tra i fratelli.

Questo modo di comportarsi era, ed è, in evidente contrasto con quanto predicato da Gesù durante la sua presenza terrena, il quale si è sempre prodigato affinché l'amore e l'unione fraterna fossero presenti in ogni comunità, cosi come, dopo la Sua morte e risurrezione, ha invitato gli Apostoli ad impegnarsi per l'amore e la comunione fraterna, e ancora oggi ci invita a fare lo stesso.

Gesù ci vuole uniti, di un solo animo, come se tutti noi formassimo un unico corpo, e di fatto così è, perché la Chiesa di Cristo è un corpo unico, sia pur composto di tante membra, essa serve l’Unico Signore, e ogni membro lo serve nella specifica funzione cui è stato preposto, allo stesso modo in cui le membra di un corpo umano lavorano all’unisono per far funzionare il corpo.

Ogni credente è chiamato a svolgere un compito; ciascuno è incaricato di contribuire alla realizzazione del Regno di Dio, che si concreta in una specifica missione all’interno della Chiesa di Cristo. Tali missioni sono diverse, così come sono diverse le funzioni delle membra di un corpo, sia che siano rivolte all'edificazione degli altri, o a glorificare il nome di Dio.

Ora, poiché il capo del Corpo, vale a dire della Chiesa, è Cristo stesso, il sentimento che dovrebbe manifestarsi tra i credenti è quello di non nutrire nessun spirito di parte, ricerca di potere o affermazione personale sopra gli altri, ma adoperarsi insieme per portare il messaggio della salvezza, l'Evangelo della grazia, a chi ancora non conosce il Signore.

Non dovrebbero esistere neanche contese o divisioni all’interno della Chiesa, (come purtroppo si sono create nel corso dei secoli, tanto che oggi si parla di “chiese di Cristo” e non solo di “Chiesa”) ma dovrebbe esserci soltanto amore e unione.

Le nostre bocche dovrebbero essere unite per glorificare il Signore, piuttosto che per sottolineare le diversità di pensiero e vedute che i credenti hanno riguardo alla corretta lettura della Parola, cose che di fatto hanno preso il primo posto nella Chiesa, a discapito dell’affermazione della Gloria di Dio, che è lo scopo primario e ultimo della sua Chiesa sulla Terra, per preparare il ritorno del Signore, affinché ogni uomo e donna lo accolgano come loro personale Salvatore.

Cari fratelli in Cristo, qualunque sia il nostro ruolo e la nostra missione nella Chiesa, impegniamoci tutti in questo: a glorificare il nostro Dio e il nostro Signore Gesù Cristo svolgendo con diligenza e amore fraterno la missione cui il Signore ci ha chiamati all’interno della sua Chiesa! AMEN