Dio è il nostro vasaio
Testi: Geremia 18:1-11; Isaia 64:8; Apocalisse 21:5-7
I tre passi della Scrittura che vi propongo oggi sono tra quelli che meglio spiegano la sovranità di Dio su di noi;
oggi però vorrei proporvi di esaminarli soffermandoci su un particolare aspetto della sua sovranità.
Penso che l'accostamento dell'argilla e della mano del vasaio che la modella, con l'uomo e la mano di Dio che ci ha creati, sia chiaro a tutti voi;
noi siamo argilla nelle sue mani, Dio può decidere della nostra vita a suo piacimento.
Non è l'argilla che sceglie la forma da assumere, bensì è il vasaio a plasmarla secondo il suo esclusivo intendimento.
Nondimeno, noi credenti fatichiamo non poco ad accettare questo accostamento, e spesso vorremmo proprio evitarlo, mentre i profeti Geremia ed Isaia ce lo ripropongono con forza e ci ricordano che è la sovranità di Dio a determinare l'esistenza umana e ogni altro importante aspetto della nostra vita.
In tutto il passo di Geremia, infatti, è messo in evidenza il modo in cui la sovranità di Dio si manifesta, ossia per mezzo dell'assoluta libertà di Dio rispetto alla sua Creazione!
Ed è proprio questa sua “libertà assoluta” che, in ogni momento, permette a Dio di cambiare le cose secondo il suo esclusivo giudizio, e che ci “costringe”, a nostra volta, a cambiare noi stessi e la nostra vita.
Se Dio è l'Eterno, l'immutabile sempre, non di meno nella sua assoluta libertà egli non ha scelto di rimanere fermo, di lasciare le cose come stanno, così come le ha create all'inizio dei tempi, come fossero anche loro immutabili ed eterne;
no, il nostro Padre Celeste ha scelto di agire di continuo nella sua creazione, di rinnovarla, di riplasmarla come lui gradisce, proprio come fa un vasaio con la creta.
In questo modo Dio muta i nostri destini, vede come sta riuscendo l'opera delle sue mani (il vaso che sta plasmando), osserva le nostre reazioni, i nostri comportamenti, e se non li gradisce, ecco che ci riplasma come a Lui piace.
Il profeta Geremia afferma senza mezzi termini che: “Dio si pente di ciò che aveva deciso per noi e si corregge...”
Questo aspetto del nostro Dio è veramente fondamentale, perché significa che noi, nel nostro rapporto con lui, non siamo mai destinati a stare fermi, ad irrigidirci su schemi antichi, ad arroccarci su posizioni passate, bensì siamo sempre esortati a percorrere il cammino che lui ci mette davanti, ad accettare i cambiamenti che lui ci propone;
cambiamenti cui noi non possiamo sottrarci, così come non può sottrarsi l'argilla nelle mani del vasaio, quando questi decide che il vaso che ha plasmato non lo soddisfa, non gli piace più, e ne vuole creare uno di forma e dimensioni nuove.
Chi di noi può veramente affermare d'aver compreso il Signore? Nessun uomo, per quanto sapiente e saggio, possiede una conoscenza così vasta per poterlo sostenere;
noi spesso ci sforziamo di comprenderne fino in fondo il volere, e a volte pensiamo anche di esserci riusciti, però è proprio in quel momento che scopriamo come noi non siamo che argilla nelle sue mani, così Dio ci prende e ci riplasma come piace a lui.
Che cosa significa questo? Che non riusciremo mai a comprendere Dio? Che per quanto ci sforziamo non riusciremo mai a piacergli? Che non saremo mai in grado di fare la sua volontà fino in fondo?
No, non è questo ciò che noi dobbiamo pensare, perché il Signore ci interroga e ci domanda: “...non posso io far di voi quello che fa questo vasaio con l'argilla?”
Troppo spesso noi, che siamo argilla, vorremmo “condizionare l'opera del vasaio”, e nei nostri cuori ci facciamo forza della forma che lui ci ha dato, dicendo: “Ecco che siamo diventati dei vasi pregevoli, utili allo scopo per cui siamo stati plasmati, belli d'aspetto; osserva o vasaio e vedi come siamo buoni, come adempiamo bene alla funzione per la quale tu ci hai creati, come ti serviamo bene...”
Il vasaio però, di fronte al nostro orgoglio di vasi meritevoli e raffinati ci prende, e ancora una volta riplasma l'argilla con cui siamo fatti, e tutto il nostro vanto scompare tra le sue mani, poiché lui ha deciso di darci una nuova forma, un nuovo scopo, una nuova destinazione, perché Lui è il vasaio, e noi siamo soltanto l'opera delle sue mani, e gli apparteniamo, come ci ricorda il profeta Isaia!
I vasi che il Signore plasma allora non sono utili, forti, robusti, belli, pregevoli, perché “loro” si reputano tali, ma soltanto perché il Signore li ha fatti così! E quando il Signore decide che noi dobbiamo assumere un'altra forma, dimensione, missione, noi dobbiamo accettarlo con gioia, dobbiamo lasciarci rimodellare, senza ostinarci a rimanere attaccati alla nostra forma precedente.
Dio ogni giorno ci offre una nuova opportunità; Dio non sta mai fermo con le sue creature!
Con il Nostro Signore Gesù Cristo, Dio Padre ha dato una nuova possibilità all'umanità. Dio si è mosso, ha ripreso in mano il tornio con cui aveva creato Adamo, anche lui tratto dall'argilla come un umile vaso, e ha re-impastato l'argilla di cui era fatta la sua discendenza, per creare un nuovo vaso, ovvero una nuova umanità, perché Dio nel suo agire non butta mai via nulla, riprende l'argilla vecchia e la rimodella, così come riprende l'uomo vecchio e lo trasforma in un uomo nuovo attraverso il sangue di Cristo.
Allora cari fratelli in Cristo, non cerchiamo di resistergli, ...non serve, ...non è possibile!
Abbandoniamoci a lui, mettiamoci con fiducia nelle sue mani, come l'argilla nelle mani del vasaio; saremo anche noi riplasmati in una nuova forma, come piace al nostro Padre Celeste!
Quante volte invece noi resistiamo al cambiamento? Quante volte ci opponiamo a che Dio rimodelli la nostra vita che si è guastata, anche se noi non lo vogliamo ammettere?
In verità, noi non possiamo dire di amare veramente Dio, se poi ci rifiutiamo di lasciarci guidare da Lui, come Lui vuole e ci chiede!
Così come il vaso deve accettare di ritornare argilla e farsi rimodellare dal vasaio, allo stesso modo noi dobbiamo accettare che la nostra vita sia di continuo rinnovata dallo Spirito Santo, come piace al Signore.
Non siamo noi che possiamo decidere ciò che è giusto per noi, ciò che è meglio per gli altri, e ciò che dobbiamo fare per compiacere il Signore! È sempre e soltanto Lui che, di volta in volta, ci reindirizza secondo la sua visione, che, come ci insegna il Profeta Geremia, non è stabilita per sempre, non è immutabile e granitica, come a volte la vorremmo noi, per essere noi i giudici e i guardiani di noi stessi.
Dio ci cambia di continuo, noi non possiamo sapere quale forma assumeremo domani, perché nessuno conosce la mente di Dio, così come l'argilla del vaso non conosce la forma che il vasaio gli darà!
A volte è molto difficile accettare di servire un Dio così, che cambia idea come gli pare e piace, che si pente di ciò che aveva pensato di fare, e quindi cambia la nostra vita giorno dopo giorno;
Lui però è il nostro Dio e non ne conosciamo altri, e noi dobbiamo riporre la nostra fiducia in Lui, così come l'argilla la ripone nell'abilità del vasaio, per poter diventare ogni giorno un vaso migliore, un vaso che sia a lui gradito.
In verità a noi piacerebbe piuttosto credere in un dio che ha già fatto tutto un giorno lontano, che ha plasmato i suoi vasi e poi li ha lasciati liberi di adempiere ai loro scopi, come meglio piaceva a loro, magari senza nemmeno più curarsi di loro...
Questo però non è il Dio amorevole e paterno della Scrittura; questo dio è molto più simile a quello che ci presentano le Chiese ormai diventate “istituzioni terrene e mondane”, che usano Dio a loro piacimento per giustificare il loro potere terreno;
loro che si considerano dei vasi ormai formati, che non hanno più bisogno dell'opera continua del vasaio;
loro che dichiarano di avere una funzione stabilita per sempre, che però davanti a Dio non hanno.
Avete mai sentito che un vaso possa sostituirsi al vasaio?
Non avete mai udito di un grande e nobile vaso dorato, tempestato di pietre preziose e avvolto in tessuti di gran valore che si è autoproclamato il “vicario” del vasaio?
Immagino di sì vero?
Ecco allora un altro esempio di come l'opera del Creatore è stravolta dall'arroganza della sua creatura, e del perché l'ira di Dio minaccia di frantumare i vasi ribelli: “Ecco, io preparo contro di voi il male, e formo contro di voi un disegno...”, così dice il Signore contro i vasi che si ergono orgogliosi al posto del vasaio che li ha plasmati!
Ma noi sappiamo che questo non è ciò che il Signore ha in mente per noi, perché nel nostro cuore abbiamo conosciuto il suo amore, e questo ci basta per affidarci con fiducia alle sue abili mani, affinché lui ci dia ogni giorno una nuova forma ad immagine del suo Figliolo Gesù Cristo.
Non smettiamo mai d'essere argilla nelle sue mani, dunque;
non smettiamo mai di lasciarci plasmare, di vedere nel Signore, il Dio che ci rinnova sempre, di continuo, affinché noi possiamo piacere a lui, perché lui è un Dio che non si stancherà mai di rimodellarci ad immagine del nostro Signore Gesù Cristo, per tutti i giorni della nostra vita terrena, e così sarà fino alla fine del tempo presente, dove lui sarà là, seduto a lavorare al suo tornio, e ci dirà ancora una volta: “Ecco io faccio nuove tutte le cose...” (Ap 21:5a)
AMEN