Dio e la scienza
Ci sono alcuni punti nella Scrittura che, quando sono letti alla luce della così detta "scienza moderna", sono piuttosto controversi.
Gli scienziati oggi sono concordi nel ritenere che:
1° non esista un Dio creatore dell'universo (a meno di non prendere a riferimento degli scienziati credenti, che però in tale veste esprimono soltanto un'opinione personale);
2° che (non essendoci Dio) l'Universo si sia auto-formato da una singola esplosione iniziale detta big-bang;
3° che parimenti la vita sulla Terra sia nata spontaneamente nel corso di milioni e milioni di anni, fino ad evolversi nelle forme attuali;
4° che la vita (intelligente) così come la conosciamo noi, si sia evoluta soltanto sulla Terra e non nel resto dell'universo.
Quest'ultima affermazione, tuttavia, dopo la scoperta di numerosi pianeti cd "di tipo terrestre" che ruotano attorno ai miliardi di stelle presenti nell'universo, è messa in discussione da una parte di scienziati, che ora ipotizzano che possano anche esistere migliaia di mondi simili al nostro, anche se, date le distanze incolmabili tra noi e questi mondi, è quanto mai improbabile che tra noi e questi mondi vi possa mai essere alcun contatto, almeno secondo le attuali conoscenze scientifiche.
Come sanno bene tutti i credenti però, la Bibbia ci dice altrimenti, o perlomeno ci racconta la creazione del mondo e dell'uomo in un modo molto diverso da quello teorizzato dalla scienza moderna.
Come credenti noi conosciamo per fede, rivelata dallo Spirito Santo, che Dio esiste e che ha creato l'universo e anche l'umanità. L'esistenza di Dio e delle cose celesti non sono oggetti di prova, bensì di fede, come è detto in Ebrei 11:1. "Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono", per cui cercare prove dell'esistenza di Dio, quando Dio per primo non vuole farsi trovare, se non per fede, è un'impresa impossibile, uno sforzo inutile.
Cercare di provare l'esistenza di Dio da parte degli scienziati sarebbe come il voler vedere tutto l'esterno di una casa mentre ci troviamo al suo interno; potremo vedere da una finestra una parte di ciò che si trova fuori, ma per vedere tutta la casa contemporaneamente dobbiamo per forza uscire. Così non possiamo vedere ciò che c'è oltre la creazione essendone noi stessi parte. Perciò, la nostra (quella della scienza) sarà sempre una conoscenza parziale e limitata.
Sul primo punto sostenuto dalla scienza, i credenti controbattono dunque che Dio esiste per fede; così come noi non possiamo provarne l'esistenza, lo stesso la scienza non può provarne la non esistenza!
Il secondo punto è forse quello che più avvicina fede e scienza; la Scrittura ci dice che Dio creò il tutto dal nulla, così come la scienza ci dice che il tutto si è formato da un ipotetica particella iniziale, che hanno per questo definito (guarda caso!) "la particella di Dio", anche se non credono in Dio, nondimeno anche loro riconoscono che qualcuno o qualcosa ha dato inizio al tutto. I credenti non hanno remore a chiamarlo con il suo nome: Dio!
Il terzo punto è quello che ha diviso nettamente fede e scienza, a cominciare da Darwin che ha proposto la sua teoria evoluzionista, in contrasto con il creazionismo biblico. Su questo tema si sta discutendo parecchio e da tempo ma è chiaro che le posizioni sono distanti e difficilmente conciliabili. Per un credente è abbastanza ovvio rispondere che se Dio ha scelto di non lasciare tracce di sé dietro la sua creazione è molto plausibile che lo stesso Dio sia abbastanza abile da abbagliare la scienza anche su questo punto, al fine di non farsi trovare!
Oggi però ritengo valga la pena di riflettere bene su cosa ci dice la Bibbia circa il quarto punto perché noi credenti lo trascuriamo spesso, invece anche se da questo non è possibile ricavare una prova "scientifica" che esista Dio, esso può però essere una testimonianza credibile non solo per i fedeli, ma potenzialmente anche per gli scienziati, o almeno quelli non accecati dall'assurdo pregiudizio che tutto ciò che va contro le loro teorie scientifiche deve per forza essere sbagliato, invece di rivedere se è il caso proprio le loro teorie.
Nel libro della Genesi sono contenute alcune testimonianze antiche che se lette anche alla luce di altre testimonianze storiche e mitologiche appartenenti ad altri popoli, che non sia quello Ebraico, ci lascia intravedere l'azione di Dio nella vita dell'umanità. E' infatti sorprendente come gli antichi racconti biblici della creazione e della prima umanità siano presenti in versioni molto simili anche in altre culture e altri popoli vissuti in luoghi molto lontani tra loro.
Ci sono alcuni elementi comuni a civiltà che non hanno avuto contatti tra loro al punto da raccontare storie sorprendentemente simili.
1° Tutti i popoli riconoscono l'esistenza di una (o più) divinità creatrice. E' sorprendente vedere come nessun popolo antico abbia mai pensato che l'uomo si fosse "creato da solo" né tanto meno "evoluto da un animale primordiale tipo scimmia", ma che gli antichi popoli abbiamo sempre reso un culto a forme di vita superiore da cui dipendeva la loro stessa vita. Certo questo si potrebbe spiegare con il fatto che l'uomo, (unico tra gli animali da cui gli evoluzionisti dicono di discendere) si sia "fabbricato" delle divinità immaginarie o invisibili per sopperire alla sua mancanza di controllo sugli eventi naturali, ma questo è perlomeno strano che sia avvenuto presso tutti i popoli conosciuti ed è per lo meno singolare che la scienza non consideri adeguatamente questo fatto.
2° Popoli distanti per tempo e spazio hanno dichiarato che le divinità che loro adorano/vano un tempo abitavano in mezzo a loro. Il racconto del paradiso terrestre dove Dio cammina nel Giardino di Eden, con diverse varianti, è presente anche presso altre civiltà dove si racconta che c'è stato un tempo in cui gli déi abitavano in mezzo agli uomini.
3° Popoli diversi e lontani hanno dichiarato che le divinità sono scese dal cielo per aiutare i popoli primitivi nella conoscenza e che hanno portato loro la civiltà. Per esempio il popolo africano dei Dogon, che vive nel Mali, afferma di aver ricevuto la visita di un dio di nome Amma proveniente dalla stella a noi nota come Sirio, che avrebbe insegnato loro molte cose, compresa l'astronomia. Anche qui il racconto biblico di Eden dove Dio insegna ad Adamo, si ritrova presso altri popoli
lontani da loro e presumibilmente senza contatti.
4° Queste divinità sono ovunque suddivise in divinità buone, che vogliono aiutare l'umanità, e in divinità malvagie che invece la vogliono distruggere, e per questo sono in lotta tra di loro. La Bibbia ci narra proprio della lotta tra il bene (Dio) e il male (Satana) ancora in corso, e dell'estremo sacrificio di Gesù Cristo (sceso anche lui, guarda caso, dal cielo e incarnatosi in una donna di nome Maria per opera dello Spirito Santo fino a farsi lui stesso uomo) per aiutare l'umanità a liberarsi dal dominio del male e portarla alla salvezza. Ma della presenza di divinità o comunque di essere celesti (angeli e demoni) fin dagli albori dell'umanità, la Bibbia ci da testimonianza in vari passi della Genesi (6:1-4; 11:5-7), così come è presente nelle tradizioni tramandate dai vari popoli dell'Asia, Africa e delle Americhe.
5° Queste divinità (buone) dopo aver lottato con quelle malvagie per salvare l'umanità un bel giorno se ne sono andate, sono salite in cielo per ritornare da dove erano venute. Questa è un'altra costante dei racconti di tutti i popoli che è presente nella Bibbia proprio con l'ascesa al cielo di Gesù Cristo sotto gli occhi dei suoi discepoli.
6° L'ultimo elemento in comune a tutti i racconti è la promessa fatta dalle divinità buone di ritornare un giorno per premiare i loro fedeli e punire i malvagi. Noi credenti viviamo nell'attesa del ritorno di Gesù Cristo per stabilire il suo Regno, ma per esempio, i popoli amerindi precolombiani avevano la stessa credenza e attendevano il ritorno del dio Kukulkan, un essere dalla pelle bianca, e per questo accolsero gli spagnoli come i loro déi che ritornavano dopo essersene andati tanto tempo prima, è evidente che si sono sbagliati sulla loro identità, ma è altrettanto evidente come anche loro fossero convinti dell'esistenza di esseri divini vissuti con loro in precedenza e attendevano il loro ritorno.
Questi sei punti in comune non possono certo rappresentare una prova scientifica dell'esistenza di Dio, degli angeli e dei demoni (o comunque delle false divinità) ma certamente sono una testimonianza ulteriore che ciò che è scritto nella Bibbia è vero e che la nostra fede non è basata su un'invenzione di un unico popolo, quello ebraico, ma che come la potenza di Dio si è manifestata nel corso dei secoli con molti segni potenti per coloro che sono stati chiamati a credere, anche in passato Dio e i suoi nemici erano presenti in mezzo agli uomini come è testimoniato, sia pure in modo frammentario, dalla
Bibbia, e come ci è tramandato nei miti degli altri popoli della terra, che pure non hanno conosciuto il Dio d'Abramo.