Dio guarda al cuore degli uomini
Testi: Marco 12:41-44; 1 Samuele 16:4-7
L’episodio della povera vedova che getta i due spiccioli nel tesoro del Tempio è molto significativo, tanto più che è Gesù stesso che ce lo fa notare, quando anche ai suoi discepoli era sfuggito, in quanto per loro era una scena di vita quotidiana, quindi non era certo una vedova che lasciava la sua piccola offerta, ad attrarre la loro attenzione. In un altro episodio, infatti, l’Evangelista Matteo riferisce che: “Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata»...”, e questo perché, anche per i discepoli di Gesù, era normale essere attratti dalle grandi cose che colpiscono gli occhi, quale poteva essere il maestoso edificio del Tempio di Gerusalemme; così come per noi è normale essere colpiti da qualsiasi cosa per il suo aspetto esteriore, tanto più se spettacolare.
Per il Signore però non è così; non sono le impressionanti costruzioni umane, o le grandi imprese compiute da personaggi famosi, che attraggono il Signore, come ci insegna anche Samuele: “...il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il Signore guarda al cuore”.
Allora quella vedova che getta due spiccioli nel tesoro del Tempio, ossia due monetine di poco valore, certo non attira l’attenzione degli Apostoli, che vedono in quel gesto un evento trascurabile, tuttavia, il suo gesto non sfugge al Signore, perché Lui sa cosa c’è dietro, Lui conosce la situazione della vedova, e non soltanto perché Lui è Dio e sa tutto, ma anche perché, come figlio dell’uomo, sa cogliere prima di ogni altra cosa le sofferenze e le miserie umane. E qui abbiamo una vedova che, causa il suo stato, non doveva certo passarsela troppo bene; però, lei fa lo stesso la sua offerta al Tempio, cioè adempie ad un dovere verso Dio che, per la sua condizione di indigenza, secondo il sentire comune, non sarebbe nemmeno tenuta a fare, ma che lei compie comunque, consapevole che quella era la cosa giusta da fare davanti al Signore.
La cosa giusta che le dice il suo cuore, ma soprattutto che le rivela lo Spirito attraverso la sua fede.
Gesù percepisce da quel gesto la profondità della sua fede; una povera vedova che si priva del necessario, quando gli altri donano il loro superfluo, ed è proprio questo che Gesù fa notare ai suoi discepoli: la grande fede della donna, perché per compiere quel gesto, cioè separarsi del necessario per vivere, bisogna davvero avere una grande fede nel Signore!
Sì, per compiere un simile gesto, bisogna aver riposto tutta la propria fiducia in Dio. Solo chi ripone tutta la sua fiducia nel Signore può donare sé stesso a Lui, con la certezza che Egli si prenderà cura di noi e non ci farà mancare niente di quello che ci necessita, contro ogni evidenza umana.
Troppe volte però, noi siamo sì disposti a credere in Dio, ma soltanto dopo esserci assicurati che la nostra vita, tutto sommato, stia procedendo bene e che tutte le cose siano al posto giusto; è un po' come salire su un aereo soltanto dopo esserci accertati di avere il paracadute ben allacciato sulla schiena, perché abbiamo sì fiducia nel pilota, però non si sa mai cosa può succedere, e quindi è meglio essere previdenti.
Questa non è vera fede nel Signore; così come quando saliamo sull’aereo ci sediamo senza paracadute, fidando che, sia il pilota, sia l’aereo, faranno il loro dovere quando saremo in volo, allo stesso modo dobbiamo riporre la nostra vita nelle mani del Signore, a prescindere dalla situazione che stiamo per affrontare, sia essa più o meno favorevole. Il Signore si aspetta che noi poniamo sempre fede in Lui, una fede sincera, vera e incondizionata.
Se nel nostro cuore dubitiamo di Dio, Lui non potrà agire nei nostri confronti, perché limitato proprio dalla nostra incredulità; infatti, Gesù spesso diceva: “Ti sia fatto secondo la tua fede”.
Non lasciamoci dunque impressionare dalla solidità e dalla certezza delle cose che abbiamo attorno, perché quella è l’apparenza del mondo, che giudica ed agisce soltanto in base a ciò che appare, cioè che vede, mentre il Signore guarda al cuore di ogni fedele, per capire se davvero può rispondere alle nostre preghiere e prendersi cura delle nostre vite come soltanto Lui sa fare.
Il Signore vuole il meglio per noi, vuole donarci gioia e allegrezza in ogni istante della nostra vita, ma perché questo avvenga noi dobbiamo riporre in Lui solo la nostra speranza, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo che soffia nei nostri cuori e parla al nostro spirito, facendoci sentire in comunione con Lui. AMEN