Ostacoli rimossi
Testo: Marco 16:1-4
Dopo la morte di Gesù e la sua provvisoria deposizione nella tomba, com’era usanza fare presso gli ebrei, le donne parenti di Gesù vanno al sepolcro per ungerne il corpo, prima della sua definitiva sepoltura;
qui però si trovano ad affrontare un grande problema che da sole non sono in grado di risolvere, ovvero spostare la pesante pietra che era stata posta a chiusura davanti al sepolcro.
Benché fosse una pietra circolare, anche farla rotolare richiedeva una forza che tre donne da sole non avevano, e allora si pongono un legittimo interrogativo: se da tradizione era loro dovere ungere il corpo del defunto, nondimeno questo era ostacolato da una pietra che non erano in grado di spostare, così tra di loro si chiedevano perplesse: “…Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?”.
Questa situazione ben rappresenta le molte situazioni cui tutti noi ci troviamo ad affrontare nella vita, quando, di fronte ad un dovere da compiere o a un’azione che sarebbe opportuno e/o conveniente fare, siamo però consapevoli della nostra incapacità, ossia impossibilità di fare da soli.
Le parenti di Gesù erano ben consapevoli di non poterla compiere loro, da sole, e infatti non si chiedono se sarebbero riuscite a spostare la pietra, bensì chi avrebbe potuto farlo per loro.
Così durante il cammino discutevano tra loro cercando una possibile soluzione; giunte al sepolcro però: “…alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata…”, ovvero qualcuno aveva già fatto rotolare la pietra per loro, anticipando e rispondendo in tal modo alla loro preoccupazione.
La pietra del sepolcro di Gesù, che rappresenta i tanti ostacoli che si frappongono tra noi e i nostri obiettivi, i nostri sogni e i nostri desideri, spesse volte ostacoli insuperabili con le sole nostre forze e la cui rimozione va oltre le nostre possibilità, ci spinge a trovare un’altra soluzione.
Ma quale? Forse rinunciare a raggiungere i nostri obiettivi, o abbandonare i nostri sogni?
No, rinunciare non può essere la giusta risposta; la soluzione ce la dà la Scrittura stessa, ossia guardare con fiducia a Colui che può rimuovere tutti gli ostacoli che si ergono davanti al nostro cammino!
Così come quelle donne alzarono gli occhi e videro che qualcuno aveva già tolto l’ostacolo, allo stesso modo siamo invitati a fare noi davanti agli ostacoli per noi impossibili da rimuovere;
alzare lo sguardo verso il Signore, lo sguardo di chi ha piena fiducia che nessun impedimento è troppo grande da rimuovere per il Signore e che Lui ha già provveduto sulla base della nostra fede: “Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete” (Mt 21.22).
Molti sono i “macigni” che ingombrano il nostro cammino; il macigno del peccato, del male, della depressione, del fallimento, della solitudine, della disperazione. Nessuno di questi però è troppo grande perché il Signore non riesca a spostarlo quando per fede leviamo lo sguardo verso il cielo, sapendo che l’aiuto viene da Dio che ha fatto il cielo e la terra, e che Gesù Cristo, mediante la Sua morte e risurrezione, ha rimosso ogni ostacolo che ci impediva di giungere a Dio e realizzare che Egli è vivente. Il Signore è ancora all’opera, pronto a prendere su di Sé ogni peso ed ogni difficoltà che si presenta dinanzi a noi nel cammino quotidiano. AMEN