Dio salva il suo popolo

Testo: Matteo 1:18-23

 

Il brano proposto oggi è sicuramente molto noto perché legato alla natalità di Gesù Cristo, tuttavia, la domanda cui cercherò di dare una risposta è duplice: “Chi è il popolo di Dio e cosa intendiamo per salvezza del suo popolo?”

Siamo abituati a considerare Israele come il Popolo Santo, ossia come il popolo di Dio, e questo è vero, perché la Bibbia nell’AT ci dice esattamente questo; eppure ancor prima che Abramo fosse scelto da Dio per diventare il progenitore del suo Popolo Eletto, la Bibbia ci parla degli antichi Patriarchi, a cominciare da Adamo, il primo uomo che vide la luce per opera di Dio, cioè creato con le sue stesse mani. Oggi molti studiosi biblici tendono a considerare la storia della creazione di Adamo solo un mito, ma noi credenti del XXI°, le cui conoscenze si sono notevolmente ampliate (ma non tanto da potere comprendere il mistero di Dio) possiamo comprendere che Adamo stesso e i suoi discendenti fossero già il Popolo di Dio, proprio perché creati e fatti crescere con l’aiuto diretto di Dio e istruiti da Dio attraverso la sua superiore sapienza.

Perché è importante riprendere queste antiche testimonianze che precedono di molti secoli persino la storia di Abramo e quindi di Israele?

L’importanza di questi antichi racconti sta nel fatto che essi ci testimoniano come il Signore, il Dio Creatore, sia sempre stato a fianco delle sue creature, del suo popolo, anche se la ribellione di Adamo ha aperto una frattura tra l’uomo e Dio, e tale frattura (o separazione) non è stata chiusa neanche con Mosè ed Israele, il quale ha più e più volte voltato le spalle a Dio e ai suoi precetti.

Soltanto con l’avvento di Gesù Cristo infatti, tale frattura si è ricomposta, come è scritto nel testo di oggi: “Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesú, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati”.

Cristo ha dunque riconciliato il Popolo di Dio con il suo Padre Celeste Creatore!

L’umanità aveva peccato contro Dio attraverso la ribellione di Adamo, e si era creata la frattura tra Dio e il suo popolo; Gesù Cristo perfetto uomo e lui stesso Dio, senza peccato ha chiuso definitivamente questa frattura.

L’opera di Cristo però, se da un lato ha un valore universale, offrendo a tutti la possibilità di salvezza (mentre Mosè offriva la salvezza sono ad una piccola parte dell’umanità, ossia il Popolo Eletto d’Israele), dall’altro divide l’umanità in due: chi accetta Cristo come suo personale salvatore, entra a pieno titolo e in modo definitivo a far parte del Popolo di Dio; chi rifiuta Cristo, si auto-esclude dal Popolo di Dio e continua sulla strada della ribellione iniziata da Adamo.

Cosa c’è fuori dal Popolo di Dio? Il nulla? O peggio ancora, c’è la dannazione eterna col principe del mondo, Satana, il ribelle che ha sfidato Dio?

La Scrittura ci parla di qualcosa di assolutamente non desiderabile, di terribile per coloro che rifiutano di accogliere Cristo nel loro cuore, accettandolo come loro personale salvatore, e questo dovrebbe bastare a convincerci che rifiutare la grazia di Cristo non è per nulla conveniente per l’uomo, peccatore fin dalla sua nascita in quanto progenie di Adamo.

Dio non può accettare che nel suo Popolo regni ancora la ribellione, ossia il peccato, perché così come Adamo era stato creato per l’eternità (che perse proprio a causa del peccato), nel regno eterno (Regno dei cieli) non vi è posto per i ribelli, i peccatori che non si pentono accettando di rinunciare a sé stessi (la propria natura carnale, quindi peccaminosa) per accogliere Cristo. Nessun uomo infatti è davvero “cristiano” se il peccato regna nel suo corpo mortale.

Se la tua vita è impura il tuo cuore non è cambiato, allora tu non sei salvato. Se il Salvatore non ti ha santificato, rinnovato, dato un santo odio verso il peccato e un amore per la salvezza, Egli non ha operato alcuna salvezza in te.

Quella grazia che non rinnova e migliora l'uomo è una inutile contraffazione. È scritto: "Senza la santificazione nessuno vedrà il Signore" e: "Si diparta dall'iniquità chiunque nomina il nome di Cristo". Se non siamo salvati dal peccato, come spereremo di essere annoverati tra il Suo popolo?

Coscienti di questo cari fratelli in Cristo, adoperiamoci per accogliere il Signore nella nostra vita, lasciando che sia Lui a guidarla giorno dopo giorno; non cerchiamo di fare da soli, non pretendiamo di mostrare al Signore quanto siamo bravi noi da soli, ma lasciamo che sia Lui ad operare attraverso di noi. Ancora una volta voglio ricordare il versetto di Pv 3:5-6 “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento; conoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri”, perché questo significa essere parte del Popolo di Dio e soprattutto significa aver accolto la sua salvezza. AMEN