Diverse spiritualità in un unico Cristo

Testi: 1° Corinzi 12:4-27

 

Se osserviamo alle diverse Chiese Evangeliche presenti in Italia, vediamo che ormai nessuna di loro è composta soltanto da membri di origine italiana, nati e cresciuti all’interno della chiesa stessa. Ormai il nostro paese è diventato un crocevia di persone che, provenienti da diverse nazioni e quindi da chiese diverse (anche se magari della stessa denominazione), si ritrovano a pregare insieme il Signore. Se questa nuova realtà rappresenta un grande dono da parte di Dio, che ci arricchisce con fratelli e sorelle che portano esperienze diverse, questo comporta anche che all'interno delle comunità convivano persone che sono giunte a Cristo percorrendo strade molto diverse tra loro e a volte questo diventa fonte di possibili conflitti e incomprensioni.

Ora cari fratelli in Cristo, di fronte a queste situazioni noi possiamo reagire in due modi:

1) possiamo guardare alle differenze con i nostri nuovi fratelli per rimarcare quello che non ci piace, che ci mette a disagio e che sotto sotto ci dà fastidio, perché troppo diverso dal nostro modo di vedere o vivere la fede; possiamo alzare una barriera ogni qualvolta all'interno della chiesa si presenta un modo di vivere e proclamare l'Evangelo diverso dal nostro, chiudendoci quindi in noi stessi davanti a queste diversità e rifiutandole a priori, come succede quando ascoltiamo frasi del tipo: “...io non vengo più in chiesa perché c'è questo che non mi piace”, “... io non partecipo a questa iniziativa perché non la condivido”, “...quel modo di pregare è troppo diverso dal mio”.

2) oppure possiamo guardare alle diversità che ci sono in ognuno di noi come altrettanti doni che sono messi a disposizione da ciascun figlio di Dio per far vivere e crescere la Chiesa di Cristo, e far diventare queste differenze, altrettanti strumenti con cui rafforzare la diffusione dell'Evangelo!

Io sono fermamente convinto che il modo giusto di reagire sia il secondo;

quello che meglio esprime l’insegnamento Evangelico, perché, al di là dei singoli contenuti di fede, la libertà che Cristo ci ha trasmesso, ci spinge ad “aprire” i nostri cuori, e non a “chiuderli” a ciò che lo Spirito Santo ci dice di nuovo, e perché la libertà nella diversità si concretizza nell'amore fraterno di ognuno di noi per gli altri nostri fratelli evangelici.

Le numerose spiritualità che sono oggi presenti in molte comunità evangeliche, fanno sì che le nostre Chiesa siano molto più ricche, e possano offrire tanto di più a tutti, perché ogni credente porta con sé un suo modo d'incontrare Cristo, e ne fa partecipe anche gli altri.

Non è forse vero che un pranzo con quattro portate diverse è più ricco di uno con una sola portata?

Eppure anche di fronte ad un pranzo così ricco noi possiamo reagire in due diversi modi:

possiamo essere felici del fatto che abbiamo una tale abbondanza e gioirne insieme;

oppure, possiamo criticare dicendo che alcune portate ci piacciono meno di altre!

Ancora una volta io sono convinto che sia meglio avere quattro portate, alcune delle quali forse potranno anche non soddisfare completamente il nostro palato, ma che senza dubbio ci offrono un'ampia varietà, rispetto ad avere una sola portata col rischio di scontentare comunque qualcuno!

La crisi di vocazioni che coinvolge molte delle nostre Chiese storiche italiane è da tempo evidente:

come possiamo superarla allora?

Questa è una domanda che diversi fratelli hanno cominciato a porsi nelle varie chiese, sia pure con troppo ritardo!

Rispondere che la via passa per Gesù Cristo è fin troppo ovvio!

Ma quando tutti noi siamo d'accordo su questo, dobbiamo prendere atto che ciascuno di noi deve trovare la sua personale via a Cristo, e che la Chiesa non può indicare una via a Cristo che sia giusta ed uguale per tutti, né tanto meno può “calarla o imporla dall'alto”, come pensano di poter fare alcune altre chiese.

Ritorno sul concetto di “libertà in Cristo, nostro personale Salvatore” per ribadire che la libertà in Cristo di ogni fratello è tale solo laddove permette a tutti gli altri fratelli di godere a pieno e allo stesso modo della stessa libertà in Cristo.

L'invito che faccio a ciascuno di voi è quello di accogliere quanto di buono e di prezioso vi è in ciascun fratello, accettando, se necessario per amore fraterno, anche quelle piccole o grandi differente che derivano dalla diverse spiritualità che ogni membro della chiesa ha, in quanto proveniente da diverse esperienze in Cristo, e che a volte sembrano turbare qualcuno perché rappresentano una rottura rispetto alla propria tradizione ecclesiastica, che per quanto giusta ed apprezzabile, non esaurisce da sola il culto che può essere reso al Signore Gesù Cristo.

Una chiesa piena di fratelli riunita nel nome del Signore è un'immagine altamente edificante nello Spirito, e che sicuramente riempie il cuore di gioia. Ancora di più se al termine di un culto i fratelli e le sorelle si salutano fraternamente nel nome del Signore e condividono insieme la comune gioia che Cristo ci dona come suoi fratelli e figli del Padre;

diversi per aspirazioni, diversi per sensibilità, diversi per doni e vocazioni forse, e diversi per quant'altro ci può distinguere, ma ugualmente fratelli uniti nell'unico Cristo!

Una chiesa semi vuota, dove sono rimasti soltanto i “pochi duri e puri” nella fede, che si compiacciono l'un l'altro, e guardano fuori dalla chiesa con sufficienza, perché credono di essere i soli ad aver trovato la vera via che conduce al Signore, è una triste immagine che, io non credo possa far felice il Signore, perché se è vero che il Signore si trova dove anche solo due o tre persone sono riunite nel suo nome, e non è il numero in sé che determina una chiesa di Cristo, è pur vero che il Signore ci ha insegnato ad essere amorevoli gli uni verso gli altri e a condividere con i fratelli la gioia di aver ricevuto il perdono e la grazia del Padre per mezzo del suo sacrificio.

Ora cari fratelli in Cristo. quando noi entriamo in una chiesa dove è palpabile la gioia che la comunione fraterna in Cristo porta con sé, sentiamo tutto il calore dell'amore che il Signore ha per noi.

Come in una famiglia vi sono caratteri e ruoli diversi, così la chiesa di Cristo accoglie fratelli e sorelle che hanno ricevuto doni diversi dal Signore, e ognuno di loro li esprime secondo la sua chiamata in Cristo, ma insieme, uniti dal comune legame che è la fede in Gesù Cristo nostro Salvatore.

Cristo ci ama, e questo ognuno di noi lo sa molto bene;

ora Cristo ci chiede due cose:

di amare il Padre con tutto noi stessi, e di amarci gli uni gli altri come Lui stesso ci ama.

Allora se noi siamo fedeli al nostro Signore, noi ci dobbiamo impegnare ad adempiere a questo comandamento perché questo è il suo volere, e se Cristo ama ciascuno di noi come suoi fratelli e ci accetta nelle nostre diversità, così anche noi dobbiamo accettarci gli uni gli altri amorevolmente nel suo nome.

Allora, se ad un certo punto della vita, sentiamo il bisogno di rispondere alla chiamata che Cristo ci rivolge, noi, naufraghi nel mare in tempesta di questo mondo, ecco che scopriamo come in questa nostra ricerca non siamo soli, scopriamo che ci sono altri uomini e altre donne che come noi hanno raccolto la chiamata del Signore, e questi fratelli si ritrovano insieme per incontrare Cristo in un luogo che è la Chiesa di Cristo in una delle sue diverse denominazioni.

È in quel momento che i fratelli che sono già dentro devono accogliere quelli che sono ancora fuori, e lo devono fare con amore, fraternità e gioia, facendo sentire loro tutto l'amore che il Signore ha per ciascuno di noi.

Senza guardare alle differenze, senza far pesare la diversità, senza sottolineare in negativo ciò che ci distingue, ma guardando invece a quello che ognuno sta portando al Signore per edificare la sua Chiesa: paglia, mattoni, legno, pietre, ferro, cemento ... non ha importanza, perché tutto serve per edificare la chiesa, tutto è gradito al Signore quando è dato con cuore puro e con fede sincera, e nella chiesa così edificata tutti i fratelli e le sorelle trovano accoglienza e pace all'ombra della grazia del nostro Signore Gesù Cristo.

Venite dunque fratelli, uniti nell'unico corpo di Cristo come descritto dall'Apostolo Paolo; ognuno diverso perché destinato dal Signore a svolgere un ruolo diverso, ma tutti organi egualmente utili ed importanti nella sua chiesa, e come tali benedetti dal Signore Gesù Cristo. AMEN