Essere come Esther

Testo: Ester 4:1-12

 

La storia di Ester che la Bibbia ci narra è ben nota agli Ebrei, che da sempre la ricordano e la festeggiano come una vittoria sui loro nemici per mano di Dio, mentre noi cristiani tendiamo un po' a trascurarla per questo motivo, quando invece essa ha molto da insegnarci.

Anzitutto pensiamo che Ester era una schiava che soltanto grazie alla sua bellezza ottenne il favore del re che teneva prigioniero il suo popolo; un re pagano che quindi non aveva timore di Dio.

Essere una delle mogli schiave di un re pagano non è una posizione invidiabile per una credente, e tuttavia proprio perché Ester era una donna di fede, sapeva che se Dio l’aveva voluta in quella situazione, era per un motivo; anche se in un primo momento lei ignorava quale fosse.

Quando però ad essere in pericolo fu il suo popolo, ecco che Ester, spinta dai consigli di suo zio Mardocheo, utilizza il suo ruolo di regina per difendere il suo popolo, anche a rischio della propria vita, e il suo coraggio fu premiato, per lei e per il suo stesso popolo.

 

Questa vicenda cosa ci insegna dunque?

 

La prima cosa che la storia di Ester ci insegna è che ciascuno di noi ha una missione da compiere per conto di Dio! A volte questa missione ci è subito evidente perché ci porta ad essere dei credenti che agiscono nella loro famiglia e nel loro ambiente per dare testimonianza al Signore con il loro comportamento rispettoso degli insegnamenti cristiani. Altre volte però la nostra missione ci appare più “oscura”, sia ai nostri occhi, sia a quelli delle persone che ci circondano. Pensate a come reagirono la madre, i fratelli e le sorelle di Gesù quando lui cominciò la predicazione in Galilea: nessuno di loro riteneva che Gesù fosse il figlio di Dio e pensarono che fosse pazzo!

Allora cari fratelli in Cristo, quando noi “siamo in missione per conto di Dio” non sempre abbiamo chiaro subito quale sia questa nostra missione, perché Dio non ci da subito tutti i dettagli, ma questo non vuol dire che Egli non abbia un piano preciso per noi. Soltanto cercandolo e facendoci guidare da lui, scopriremo quale sia la sua missione per noi e otterremo la forza per eseguirla.

Il secondo insegnamento che abbiamo dalla vicenda di Ester è che la conoscenza è potere. Non importa se siamo dei semplici operai o dei grandi uomini che siedono al vertice della società umana, quando sappiamo che Dio ci ha chiamati, riusciremo a superare ogni ostacolo che si presenti tra noi e il compimento della sua missione.

Il terzo insegnamento ci dice che la missione di Dio viene prima di tutto; come ogni buon soldato sa, quando riceve un ordine, quell’ordine va eseguito anche a costo della propria vita, perché dall’esecuzione di quell’ordine, ossia dal portare a termine con successo la missione, può dipendere la vita di molti altri fratelli e sorelle del Signore. Così nel caso di Ester, di fronte alla sua esitazione, Mardocheo le ricorda che: “Non metterti in mente che tu sola scamperai fra tutti i Giudei perché sei nella casa del re. Infatti se oggi tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche altra parte…”.

Il quarto insegnamento è che il sapere che Dio ha il controllo di ogni missione che affida ai suoi agenti ci dà coraggio. Quando Ester disse: “Se io debbo perire, che perisca!”, lei si stava semplicemente mettendo nelle mani di Dio, sapendo che anche la morte può essere affrontata con fiducia quando confidiamo in Lui.

 

Cari fratelli in Cristo, dobbiamo sempre essere consapevoli che non solo Dio ha una missione per ciascuno di noi qui sulla terra, ma che al compimento della stessa ci attende un grande premio nei cieli, e questo ci deve mettere nella situazione più favorevole in assoluto per eseguirla come fece Ester. AMEN