Evoluzione o creazione?

Testi: Genesi 1: 1-31

 

La riflessione di oggi ci parla ancora della creazione di Dio così come ci è narrata nella Scrittura, ma che, proprio per questo, trova sempre più motivi di contrasto con la cd “scienza”.

Il primo capitolo della Genesi racconta ai credenti come Dio ha creato l’Universo e l’uomo, e per secoli questa è stata l’unica spiegazione generalmente accettata.

Per inciso va detto che anche le altre religioni, che non siano le tre monoteiste, pur avendo credi diversi, con riguardo alla creazione fanno tutte riferimento a delle “divinità creatrici”, che dopo aver creato il mondo hanno dato vita all’umanità e l’hanno aiutata a crescere e svilupparsi.

 

Circa due secoli fa però, un uomo di nome Charles Darwin, ha teorizzato che tutti gli esseri viventi, e quindi anche l’uomo, non siano stati creati da Dio, bensì si siano “originati da soli, spontaneamente” per abiogenesi (vita dalla non vita), passando prima attraverso delle forme elementari, che poi si sono evolute nelle forme attuali, seguendo un lungo processo illustrato da Darwin nella “teoria della selezione naturale”, secondo la quale, la specie più adattata all’ambiente prevale ed soppianta quella meno adattata.

In questa visione, ovviamente, non c’è più posto per un dio creatore, perché il tutto diventa frutto del caso e della natura che sa auto generarsi e autoregolarsi.

Da Darwin ad oggi, la conoscenza scientifica si è molto ampliata, e si è arrivati al punto di formulare non solo una teoria evolutiva, ma anche una che spiega la genesi dell’universo, secondo la quale all’origine di tutto ci fu un evento chiamato “big bang” (grande scoppio) dal quale tutto ha avuto inizio.

Ai nostri giorni è ormai convinzione diffusa e accettata che la scienza abbia ragione, mentre la Bibbia, almeno per la parte riguardante la Genesi, sia soltanto una storia narrata dai nostri antenati ignoranti, ma priva di ogni riscontro storico-scientifico.

Da qui il passo è breve per arrivare ad affermare che se non è Dio che ha creato tutto, perché Dio non esiste, allora tutta la Bibbia e la religione in generale, non sono altro che delle fantasie, per non dire delle menzogne, prive di qualsiasi riscontro.

Se accettiamo questa visione però, cioè di mettere a confronto la Bibbia con dei testi scientifici, siamo di fronte ad un bel dilemma, specie noi cristiani, che affermiamo che Gesù Cristo è il figlio di Dio, perché se non esiste alcun dio, Gesù Cristo è un impostore e quindi anche le sue parole e promesse di salvezza sono delle menzogne; in buona sostanza noi oggi potremo anche smettere di pregare e rendere culto a Dio Padre e al Signore Gesù Cristo, perché rendere culto ad un dio che non esiste sarebbe solo una perdita di tempo!

A meno che non accettiamo che la religione abbia solo un “valore etico”, trattandosi di norme puramente umane, come tendono a vedere oggi anche molti pseudo credenti, che hanno ormai sposato la scienza come loro guida e accettano l’evoluzionismo come vero, mentre il creazionismo lo vedono come un insieme di fantasie, il che in pratica equivale lo stesso a negare Dio.

 

Ebbene cari fratelli in Cristo, come uomo razionale e credente allo stesso tempo, mi sono posto alcune domande, e ho trovato anche alcune risposte; le stesse che oggi voglio condividere con voi.

 

Parto dal testo biblico di oggi, che ci parla della creazione; è un testo sicuramente antico, scritto prima che l’uomo acquisisse molte delle conoscenze scientifiche a noi oggi note, e che forse è anche stato tramandato oralmente per molte generazioni prima di essere messo per iscritto (da Mosè secondo la tradizione); alla luce di questo posso pensare che sia soltanto una favola, o posso invece credere che contenga un fondo di verità.

In questo secondo caso mi devo chiedere: se io volessi dire qualcosa a qualcuno, dovrei sicuramente usare un linguaggio che sia a lui comprensibile nel tempo e nel luogo dove si trova;

non sarà allora per questo che nella Genesi il racconto della creazione assomiglia più a un racconto per bambini che non ad un testo storico, o come diremmo noi oggi, scientifico?

Sappiamo, per esempio, che Gesù Cristo parlava spesso in parabole per farsi capire dai suoi contemporanei, quando, in teoria, avrebbe potuto rivelare, con cognizione di causa, le meraviglie celesti; ma chi dei suoi contemporanei lo avrebbe compreso in questo caso?

Allora se leggo la Genesi con gli occhi di oggi, alla luce delle nostre attuali conoscenze, cos’è che vedo?

Vedo soltanto una favola? Oppure c’è una consistenza scientifica nascosta dietro a quello che è scritto nella Bibbia?

Dal testo di oggi vi propongo di esaminare tre passaggi, che credo siano molto significativi perché ci provano che il racconto della Genesi è tutto tranne che una favola, ma al contrario cerca di spiegare in modo semplice e comprensibile agli uomini dell’epoca, ciò che è accaduto in un lontano passato, al tempo della creazione.

 

1) Il testo inizia con “Nel principio Dio creò il cielo e la terra” (Ge 1:1) Se analizziamo questo breve versetto vediamo che:

c’è stato un inizio (il principio);

prima di questo principio non c’era nulla (né il cielo, cioè l’universo, né la terra, ossia i pianeti e le galassie);

qualcuno prima di tutto questo esisteva già, ossia Dio, che precede la creazione, poiché Lui non fa parte della creazione, perché tutto discende da Lui, e che giustamente Lui è “Il Creatore”.

Cosa dice invece la scienza in proposito? Ci dice che tutto ebbe un inizio, circa 13,8 miliardi di anni fa;

che prima di allora non esisteva nulla (né tempo, né spazio), ma che tutto ebbe inizio con questo fantomatico big bang, che la scienza stessa ipotizza, ma che non sa spiegare (tanto risulta ardua da spiegare questa teoria, giacché la scienza per prima postula che in natura nulla si crea e nulla si distrugge!);

che per la scienza l’inizio è avvenuto per caso, perché non c’è Dio, ma poi per dare un senso “scientifico” alla loro teoria, gli scienziati ricorrono ad un’ipotesi, guarda caso, attinta proprio dalla fede, ossia che deve essere esista una particella da cui ha preso inizio il tutto, chiamata per questo la “particella di Dio”, che nel big bang si è espansa dando vita al tempo e allo spazio, fino a formare l’universo che conosciamo noi oggi;

in pratica dicendo questo è un po' come far uscire Dio dalla porta per poi farlo rientrare dalla finestra perché gli scienziati, sia pure con altre parole, finiscono per affermare quello che poi è scritto nella Bibbia, ossia che “Nel principio Dio creò il cielo e la terra”.

Ma se è così, ecco che la Bibbia non è un libro di favole, ma un testo che, con parole semplici che fossero comprensibili agli uomini del suo tempo, cerca di spiega come è avvenuta la creazione scientifica dell’universo!

 

2) La scienza afferma che l’universo è vecchio di 13,8 miliardi di anni, e che nel corso di questo lungo periodo si sono formate prima le galassie, poi le stelle e i pianeti. La terra secondo gli scienziati è vecchia di 4,5 miliardi di anni, mentre la prima vita sulla terra risalirebbe a 2,7 miliardi di anni fa, e così di seguito, fino all’evoluzione animale e a quella che ha portato alla formazione dell’uomo come lo conosciamo noi oggi... Il concetto che gli scienziati esprimono è quindi quello di un continuo processo formativo (evoluzione) che continua ancora oggi, anche se poi ipotizzano anche una successiva fase di contrazione che dovrebbe riportare tra molti miliardi di anni il tutto nella particella originaria… le teorie scientifiche si sprecano, tanto sulle lunghe distanze nessuno può verificarne la veridicità, e quindi nessun scienziato sarà chiamato a rispondere delle sue teorie. Ma anche quando sono smentite dopo soli pochi anni dalla loro formulazione, gli scienziati se la cavano sempre dicendo che le avevano formulate in base alle conoscenze che disponevano allora, … comodo no? Se ci prendo va bene, altrimenti dico che mi sono sbagliato perché non avevo dati sufficienti! Più che degli scienziati questo modo di procedere mi sembra tanto quello dei fantomatici astrologi che all’inizio di ogni anno cercano di predire come sarà l’anno e poi, avendo formulato centinaia di previsioni, è giocoforza averne azzeccate almeno qualcuna!

Cosa dice invece la Genesi a proposito della creazione? (Ge 1:2-31) Dio creò il tutto in un tempo di sei giorni, per poi riposarsi il settimo, contemplando la bontà della sua opera. Ora ci sono dei credenti che leggono letteralmente i sei giorni della creazione come veramente uguali ai 6 giorni terrestri, il che è piuttosto inverosimile, ma questa semplificazione del racconto, è stata evidentemente usata soltanto per renderla comprensibile agli uomini del tempo; per dirci cosa però? Per dirci una cosa molto importante, proprio anche a noi credenti del XXI° che siamo sufficientemente “evoluti” per comprendere.

Se il racconto della Genesi fosse una favola inventata di sana pianta per giustificare un dio che non esiste, la cosa più naturale sarebbe stata affermare che la creazione fu opera “istantanea di Dio”, che creò il tutto contemporaneamente.

Allo stesso modo, se il racconto fosse stato una esaltazione della figura umana, sicuramente ci direbbe che l’uomo è stata la prima creatura di Dio e non l’ultima. Invece la Genesi ci parla di un universo che è stato creato un pezzo alla volta, su un arco di tempo di sei ipotetici periodi o giorni, e che l’uomo è stato creato soltanto il sesto giorno.

Ora la scienza ci conferma proprio che la formazione dell’universo ha seguito questa scaletta, quella indicata nella Genesi, e che le forme di vita, le piante e gli animali sono arrivati molto dopo, e che l’uomo attuale ha visto la luce soltanto da poche centinaia di miglia d’anni (200/300.000 anni più o meno). Allora possiamo ben dire che il racconto biblico della creazione sia una veritiera rappresentazione della realtà, per quanto attiene al suo procedere, e che, contro ogni evidenza, ben difficilmente gli antichi uomini si sarebbero potuti inventare questi particolari, se non fossero stati istruiti da Dio stesso circa il procedere della sua creazione, sia pure con parole molto simili alle parabole usate da Cristo (quella dei sei giorni della creazione).

 

3) Veniamo alla nascita dell’uomo; qui la spiegazione della Bibbia e quella della scienza (attuale) divergono in modo considerevole, anche se poi vedremo che c’è una spiegazione anche di questa differenza. Prima di Darwin e della teoria evoluzionista, nessun uomo, di nessuna epoca in nessun popolo, fede o religione, aveva mai postulato, neanche nei racconti più fantasiosi, che l’uomo potesse essere l’evoluzione di una sorta di scimmia primordiale, e prima ancora di animali ancora più infimi, ma tutti hanno sempre dato testimonianza di “creazione umana ad opera di una qualche divinità scesa dal cielo”.

La Genesi non differisce dal resto dei testi sacri e delle tradizioni dei diversi popoli, quando dice: “Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”. (Ge 1:27

Sottolineando che l’uomo è stato creato ad immagine di Dio, inoltre, esclude ogni altra possibile spiegazione che vorrebbe vedere l’uomo come l’evoluzione di una qualche specie inferiore, su cui invece battono gli scienziati evoluzionisti. Tuttavia, in un altro verso del racconto (Ge 2:7) è scritto anche come fu creato l’uomo: “Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente”. E questo sta a significare che l’uomo non è un essere divino, ma al pari di ogni altra creatura è stata tratta dalla terra, cioè formata della stessa sostanza del resto del creato. Questo spiega anche che l’uomo segue la sorte del resto del creato e che ha la stessa natura del resto della creazione di Dio. La creazione ad immagine di Dio, eleva l’uomo sopra il resto del creato (…abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra), che tuttavia rimane pur sempre una creatura sottomessa al volere di Dio suo creatore.

Come giustifica invece la scienza questa evidente discrepanza con la Bibbia? Quali prove adduce a sostegno della teoria evoluzionista?

La cosa più paradossale è che ad oggi la scienza non abbia ancora prodotto una prova definitiva che convalidi l’ipotesi che l’uomo odierno sia l’evoluzione (naturale) di una forma di vita primordiale e primitiva, i cd ominidi, vissuti molte migliaia di anni fa. La ricerca del cd “anello mancante” della catena evolutiva, ad oggi non ha dato risultati definitivi, ma anzi sembra sempre più addentrarsi in un vicolo cieco, come stanno ormai ammettendo anche molti scienziati intellettualmente onesti.

Il principio della teoria evolutiva si base sul fatto che a prosperare sia la specie che meglio si adatta all’ambiente, ma questo non implica affatto un’evoluzione, bensì un semplice “adattamento”, quando evoluzione e adattamento sono due cose molto diverse. L’adattamento lo vediamo ogni giorno attorno a noi, dove le diverse specie poste di fronte ad un cambiamento ambientale, cercano soluzioni per affrontarlo con successo, ma l’evoluzione (genetica) presuppone che si modifichi il genoma, ossia il nostro DNA, e questo non è così scontato che possa avvenire con successo e comunque non in un’intera popolazione, ma semmai in singoli esemplari.

Per inciso sono più di 60 anni che gli scienziati cercano di modificare geneticamente il moscerino della frutta, in quanto è una specie che ha un ciclo vitale di soli 9 gg, ma ad oggi sono andati incontro a 60 anni di insuccessi, poiché nessuna delle modifiche genetiche artificiali/casuali ha portato ad un successo che abbia migliorato la specie. Solitamente una modifica genetica o è neutra, o porta quasi sempre ad un peggioramento della situazione (spesso mortale, come ad esempio un tumore) e mai ad un rafforzamento della stessa.

Tutto questo per dire che basarsi sulle discutibili ipotesi evoluzioniste per sostenere l’evoluzione umana da primati inferiori, in antitesi a quanto insegnato nella Bibbia, è perlomeno azzardato, perché privo di prove scientificamente inoppugnabili, oltre ad essere anche contraria ad ogni testimonianza storica/antropologica.

 

A questo punto cari fratelli in Cristo, mi è sorta spontanea una domanda: al di là di una giustificata ricerca della verità, che caratterizza la curiosità della specie umana, per quale motivo una persona dovrebbe preferire discendere da una scimmia, o da altro essere inferiore formatosi per caso, rispetto all’essere stato creato ad immagine di Dio, creatore dell’universo?

Di primo acchito mi verrebbe da dire che un tale comportamento sia illogico, ma ancora una volta se leggiamo nella Bibbia troviamo la risposta; una risposta che tra l’altro è stata data molto tempo fa sempre nel libro della Genesi cap 3:1-5

 “Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».”

Ecco che, ancora una volta, dietro questa “mistificazione della scienza”, si nasconde l’abile mossa del diavolo, che cerca di allontanare l’uomo da Dio; il padre della menzogna usa con l’uomo del nostro tempo un inganno adeguato alle sue odierne conoscenze, per portare il suo cuore e la sua mente lontani da Dio, facendo ancora una volta leva sul desiderio dell’uomo di essere come Dio.

Accettare di essere creature di Dio, creati da lui, a sua immagine, significa comunque dover dipendere da Dio e dal suo giudizio, mentre accogliere l’ipotesi di essere “figli del caso”, nati sì da un essere inferiore, ma evoluti poi grazie soltanto alle proprie capacità, comporta di non dover niente a nessuno e quindi di essere liberi da ogni vincolo e potestà. Ecco il perché di tanta insistenza sulla teoria evoluzionista, anche quando cominciano ad emergere prove contrarie alla stessa; purtroppo il vecchio proverbio “meglio signori all’inferno che servi in paradiso” esercita sempre un forte fascino sull’umanità, al punto di lasciarsi irretire dal maligno e mettere nuovamente in dubbio la Parola di Dio, la sua autorità e alla fine rigettare Dio stesso.

 

Ora cari fratelli in Cristo, la Bibbia non è un testo storico/scientifico, ma soltanto una raccolta di testimonianze di fede, e credere non è mai stato un obbligo, ma sempre soltanto un’opportunità che ci viene offerta dal nostro Signore, per ritornare a Lui e avere da lui salvezza e vita eterna;

l’invito che Dio Padre ci fa è sempre valido in ogni tempo e luogo, e noi possiamo accettarlo o meno, tuttavia, facciamolo sempre consapevoli del suo amore per noi; Lui, che non ci ha mai ingannati, contrariamente al maligno, che la Bibbia definisce giustamente come il padre della menzogna!

Dio lascia ciascuno libero di decidete in chi e in che cosa credere: se in ciò che è scritto nella Bibbia da Dio per mezzo dei suoi profeti e testimoni, oppure nelle teorie dei moderni scienziati che rinnegano tale testimonianza in nome delle loro ipotesi.

Io personalmente ho fatto una scelta di cui non mi pento e non cambierò, qualunque presunta prova o teoria scientifica alternativa mi sarà proposta. Così voglio concludere questa riflessione con le parole di Giosuè agli Israeliti giunti nella terra promessa: “E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE” AMEN

Come in cielo anche in terra

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