Fai di Gesù il tuo Signore
Testo: 1° Corinzi 12:1-6; Salmo 27:1-3
“... nessuno può dire: «Gesù è il Signore!» se non per lo Spirito Santo”; questa dichiarazione che ci fa Paolo è una dichiarazione di fede, ma prima di tutto è la dichiarazione che l’Apostolo fa dopo aver accettato con tutto il cuore il Signore Gesù Cristo come suo personale Salvatore e Signore della propria vita!
Ai tempi dei primi Apostoli, quando ancora c’era un aperto contrasto tra i primi credenti e gli ebrei rimasti fedeli alla tradizione Mosaica da un lato, e tra i primi cristiani e i pagani dall’altro, una simile dichiarazione era tanto più forte e importante di quanto possiamo pensare noi oggi, cioè da quando Cristo è generalmente riconosciuto come il Figlio di Dio e il cristianesimo come fede consolidata.
Ai tempi di Paolo, soltanto coloro che avevano ricevuto e accettato la chiamata dallo Spirito Santo potevano dichiarare questo, anche a rischio della loro stessa vita, e per questo l’Apostolo lo sottolinea con forza.
Oggi per noi la cosa è soltanto parzialmente diversa però, perché se anche il cristianesimo è diventato “religione ufficiale”, le forze del mondo hanno imparato a contrastarlo con altri mezzi, ossia indebolendone il messaggio dal suo interno, chiudendolo in vuoti formalismi quando non anche etichettandolo come una superstizione priva di fondamenti scientifici.
Allora cari fratelli in Cristo, dichiarare che Cristo è il Signore, oggi significa dichiarare che Lui è il Signore della nostra vita!
Fare di Gesù il Signore della nostra vita, vuol dire che bisogna lasciare a Lui il controllo della nostra vita;
significa camminare con Lui, compiere la sua volontà in ubbidienza alla sua Parola.
Questo metterci nelle sue mani però, comporta altresì che noi riceveremo tanti benefici spirituali.
Innanzitutto, se Egli è il Signore della nostra vita, saremo guidati da Lui nel fare quelle scelte che Lo onorano e che di conseguenza arrecano pace e benedizione alla nostra vita.
Questo significa anche che, quando verremo a trovarci in difficoltà, quando avremo bisogno di aiuto, il nostro Signore combatterà per noi e ci condurrà in vittoria.
Nel Salmo 27, di Davide, il suo autore dimostra di affidarsi completamente al Signore, e per questo non teme alcun male che il mondo gli può mettere davanti.
Allora cari fratelli in Cristo, cosa ci trattiene dal fare del Signore il Signore della nostra vita?
Cosa ci frena da metterla nelle sue mani, lasciando che sia Lui sono a guidarci?
Per molte persone, che pure si dicono credenti, rinunciare al controllo delle loro vite risulta troppo difficile, o un sacrificio troppo grande, da accettare, e allora continuano con una sorta di “tira e molla” col Signore, ricorrendo a Lui in preghiera soltanto quando proprio la situazione diventa difficile da gestire.
Questo atteggiamento ricorda tanto quello dei bambini che, volendo sentirsi già grandi, vogliono fare da soli certi compiti, per poi ricorrere all’aiuto dei genitori soltanto quando diventa manifesta la loro incapacità.
Col Signore però questo atteggiamento non è necessario; non dobbiamo dimostrare nulla al Signore, se non il nostro amore verso di Lui e la fiducia che si deve avere nei confronti di chi ci ha creati e ci ama come figli e fratelli.
Non ricorriamo dunque solo al Signore durante le difficoltà, come pure ci invita a fare la Scrittura: “Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà....” (Salmo 55:22), ma istauriamo con lui un legame forte e duraturo che ci consenta di fidare sempre in Lui per ogni cosa, facendo di Lui veramente l’unico Signore della nostra vita. AMEN