Fede e fiducia: chiedete e vi sarà dato

Testi: Matteo 7:7-11; 1° Giovanni 5:14-15

 

Fede e fiducia sono i due pilastri su cui ogni credente può, e deve, fondare il suo personale rapporto con Dio! E’ vero che fin dal lontano passato l’uomo, debole creatura, ha visto in Dio l’essere supremo sopra ogni cosa che regolava i destini di tutto il creato, a volte con severità e durezza, nondimeno, il Dio supremo dell’universo un giorno si è rivelato all’umanità nella sua veste di “Padre amorevole”, e questo è accaduto quando il suo unigenito figliolo, si è fatto uomo per essere vicino agli uomini, per dialogare con loro “da pari a pari” e non più dall’alto del suo sconfinato potere.

Dal giusto timore verso di Lui, Dio ha voluto che noi ci accostassimo a Lui con un sentimento di amore, lo stesso sentimento che lega l’uomo alla sua famiglia (genitori, coniuge, figli), e affinché questo “nuovo tipo di legame” fosse chiaro a tutti, Dio si è fatto Padre di tutti gli uomini attraverso suo figlio Gesù Cristo, che facendosi nostro fratello, ci ha anche fatti diventare figli di Dio!

Ecco allora, cari fratelli in Cristo, che dal momento in cui Dio si è fatto conoscere quale nostro Padre Celeste in Gesù Cristo, noi abbiamo imparato ad approcciarci a Lui, ad avvicinarci a Lui, non più guardandolo con quel timore che proviamo davanti a qualcuno che non conosciamo, e che per sua stessa natura ci può apparire minaccioso e quasi letale, dato il suo immenso potere, bensì vedendo in Lui l’amorevole genitore che si prende cura di noi, suoi figli, fanciulli e adolescenti, che ancora non possiamo fare nulla da soli, ma che con l’aiuto del padre possiamo invece ottenere tutto ciò di cui abbiamo vera necessità.

La fede in Dio, attraverso Gesù Cristo, è dunque il primo pilastro su cui deve poggiare il nostro rapporto con Dio, perché se noi non crediamo in Cristo Figlio, non possiamo nemmeno credere in Dio Padre, e senza fede noi non ereditiamo la figliolanza, e quindi l’eredità che Dio Padre ci ha destinati in Cristo, ovvero la vita eterna.

Avuto fede in Cristo, ovvero riconosciutolo come figlio di Dio e nostro personale salvatore, noi ci siamo messi nelle condizioni di poter accedere alla paterna benedizione di Dio, tuttavia, ancora non basta avere un diritto per ottenere le cose che da esso derivano; per poterle effettivamente ottenere dobbiamo “richiederle”, ossia esercitare il nostro diritto di figli, e chiederle con la certezza di poterle ottenere, ossia avere piena fiducia in Lui, nelle sue promesse; ecco dunque il secondo pilastro del nostro rapporto con Dio, la fiducia!

Gesù, durante il suo ministero terreno non si è mai stancato di dircelo, di ricordarcelo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa”, affinché fosse chiaro a tutti qual è la volontà di Dio Padre nei confronti dei suoi figli. E proprio perché Dio si presenta a noi come padre amorevole, Gesù sottolinea la similitudine del comune Padre Celeste col nostro padre terreno: “Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra?”, dove l’amore paterno è il sentimento che Dio ha verso tutti i suoi figli, essendo infinito, è tanto più grande di ciò che può provare l’uomo quand’anche si trovi nella condizione di padre a sua volta.

Fede e fiducia dunque; fede in quanto noi dobbiamo sempre ascoltare la Parola di Dio e agire in base alla sua volontà, e fiducia perché se noi operiamo in accordo ad essa, abbiamo altresì la certezza che Lui risponderà positivamente alle nostre richieste: “…se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste”, come ci ricorda l’Apostolo Giovanni.

Ora fratelli, ci sono persone che non credono, e questi non hanno speranza di ottenere qualcosa da Dio, ma vi sono altresì persone che invece si professano credenti, ma che nei fatti non ubbidiscono alla Parola e quindi alla volontà di Dio, poiché il peccato domina la loro vita: “domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri” (Gc 4:3). Questi pseudo credenti, solo in apparenza confidano nel Signore, ma nei fatti essi, pur chiedendo a Dio, non ottengono da Lui ciò che chiedono, e questo perché non chiedono in accordo alla sua volontà ma seguendo i loro desideri carnali. Così avviene spesso che costoro si distaccano e maledicono Dio perché Lui non risponde alle loro preghiere. Questo però non è imputabile a Dio, bensì alla loro mancanza di fede; Dio, infatti, sa già quello di cui abbiamo bisogno, prima ancora che glielo chiediamo, ma Lui vuole che glielo chiediamo lo stesso, affinché impariamo ad essere umili e sottomessi alla sua volontà. Dobbiamo imparare prima di tutto ad essere riconoscenti ben sapendo che tutto quello che abbiamo ci viene da Lui: “Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre…” (Gc 1:16-17)

Inoltre, cari fratelli in Cristo, noi dobbiamo imparare ad ascoltare la sua Parola, perché Lui ci dà quello che è secondo la Sua volontà e per il nostro bene, e non ciò che noi bramiamo ma che potrebbe in verità essere per noi un danno; alla fine la regola d’oro che vale sempre per ogni credente consiste nel mettersi sempre nelle mani del Signore e lasciare che sia Lui a guidare la nostra vita, nei grandi momenti, così come pure fin nei più piccoli aspetti: “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare al tuo discernimento; conoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri” (Pv 3:5-6) AMEN