Forti nella debolezza
Testi: 2 Corinzi 12:1-10; Filippesi 4:11-13
La più grande tentazione che il maligno rivolge all’uomo, e quindi anche il suo più grande inganno, è di fargli credere di poter diventare come Dio (ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio- Ge 3:5); con questa allettante prospettiva il diavolo tentò e ingannò Adamo fin dall’inizio. Il fatto più grave e preoccupante però, è che ci riuscì molto facilmente, e che ci riesce ancora, ogni volta che ripropone questo antico inganno.
Ma cosa significa essere come Dio? Dio può tutto, sa tutto e possiede tutto, quindi l’uomo spera e ambisce a possedere questo stesso potere, fosse pure in misura più limitata. Ricchezza e potere sono da sempre le cose più ambite dall’uomo, ma subito dopo viene anche la forza.
Sì, un uomo forte è un uomo che può non solo difendersi dagli altri uomini, ma che può anche prevalere su di essi, e quindi dominare; ecco perché la forza è da sempre molto ambita, perché associata al potere diventa strumento per il successo di un uomo.
Questa, per lo meno, è la visione dell’uomo di questo mondo, l’uomo che vive secondo la carne, perché agli occhi di Dio le cose sono molto diverse. Dio, infatti, davanti alle pressanti richieste dell’Apostolo Paolo, gli risponde in un modo del tutto inatteso. Paolo, proprio perché molto vicino e in comunione con Dio, non era del tutto immune al sentirsi una sorta di “privilegiato”, o come confessa lui stesso: “…perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca…” e nonostante che per: “Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza»”
Quello che è del tutto illogico secondo il pensiero del mondo, diventa saggezza agli occhi di Dio; ma questo perché?
L’illusione di forza insita nell’uomo è fugace come la sua stessa vita, che passa via come un soffio, ma la forza che viene da Dio è per sempre, così com’è Eterno il Signore.
L’uomo non è ignaro della fragilità della sua natura, eppure il suo desiderio di potenza è tale da fargli preferire anche solo un attimo di potere terreno e attuale, piuttosto di dover dipendere da qualcuno più grande di lui.
In fondo tutta la nostra fede si basa proprio su questo: non il credere nell’esistenza di Dio, bensì nell’accettare che Lui sia Dio e che noi dipendiamo da Lui in tutto e per tutto, in quanto sue creature e che Lui è nostro Padre (in Cristo) e Creatore!
Ciò che il mondo disprezza della natura umana, ossia la debolezza fisica, mentale e psicologia, è anche ciò che di fatto ci fanno dipendere in tutto e per tutto da Dio, (quando accettiamo di metterci interamente nelle sue mani tramite la nostra fede in Gesù Cristo). Queste caratteristiche del credente sono l’indispensabile premessa per piacere a Dio, e per accettarlo come nostro Padre Creatore e Salvatore.
Agli occhi di un non credente, questo può sembrare un paradosso, ma tutta la forza con cui Dio opera attraverso i suoi fedeli, non può che esprimersi nella nostra debolezza umana.
Se noi credenti dovessimo operare in ragione della nostra forza (fisica, mentale o intellettuale) non saremmo diversi da tutti gli altri uomini e donne di questo mondo, ossia saremmo limitati dalla nostra natura umana, corrotta dal peccato e destinata alla morte, ma se noi rinunciamo alla nostra forza umana (chi vuole venire dietro a me rinuncia a se stesso, prenda la sua croce e mi segua…) ecco che permettiamo alla forza dello Spirito di Dio di operare pienamente in noi, e a quel punto entriamo in una nuova dimensione: quella della fede.
Quando siamo deboli, e riconosciamo la nostra fragilità, se ci affidiamo completamente al Signore, realizzeremo la Sua potenza.
Così Paolo, riconoscendo questa grande verità, confessa senza reticenze: “Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte”.
Con questo insegnamento, non di poco conto, ma centrale in tutto il messaggio di Cristo, Dio vuole farci comprendere che la Sua Grazia è più che sufficiente a sostenerci in ogni frangente della nostra vita terrena, anche in quelli più tragici e difficili, dove la nostra forza umana sarebbe comunque insufficienti perché, instabile, vacillante e comunque sempre soccombente di fronte alla forza opposta dal maligno che domina questo mondo.
Tuttavia, se nella nostra debolezza ammettiamo la nostra fragilità, affidandoci e arrendendoci al Signore, diventiamo veramente forti in Lui, e possiamo affermare come l'apostolo Paolo: “Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Filippesi 4:11-13). AMEN