Gesù al posto nostro
E' possibile ascoltare la meditazione direttamente da questi link:
https://rumble.com/vcsyz3-ges-al-posto-nostro.html
Testo: Luca 23:13-25
La storia della condanna ingiusta di Gesù è ben nota poiché ci viene ripetuta durante le celebrazioni della passione, e tuttavia essa nasconde ancora degli aspetti importanti che non sempre sono adeguatamente presi in considerazione dai credenti.
Il brano di oggi, come ci è testimoniato dall’Evangelista Luca, ci mostra i diversi atteggiamenti tenuti dai protagonisti della vicenda; da un lato ci sono le autorità romane (Pilato) e i politici ad essi sottomessi (Erode), mentre dall’altra ci sono le autorità religiose ebraiche (i sacerdoti e i magistrati).
Mentre i primi sembrano poco convinti della colpevolezza di Gesù, dei reati a lui ascritti, e quindi sembrerebbero propensi a liberarlo, per liberarsi da quello che considerano un semplice fastidio, i secondi sono ben determinati a che Gesù sia condannato e quindi crocifisso.
Ora gli esegeti moderni hanno cercato di spiegare questo atteggiamento eccessivamente benevolo delle autorità civili romane nei confronti di Gesù come un tentativo di Luca e degli altri evangelisti di minimizzare il loro ruolo nella condanna di Gesù, affinché la diffusione del cristianesimo non fosse osteggiata dall’Impero Romano. Cosa che purtroppo non avvenne, non nei secoli immediatamente successivi almeno, viste le pesanti persecuzioni dei primi fedeli da parte delle autorità romane pagane.
L’odio verso Gesù da parte dei capi religiosi ebraici, viceversa è ben comprensibile, e non rappresenta una novità, visto che sempre, al presentarsi sulla scena di una riformatore religioso, i religiosi legati alla tradizione consolidata, si sono sempre opposti con forza, temendo di perdere per questo consenso e potere; quindi che i capi religiosi chiedessero a gran voce la crocifissione di Gesù per togliersi di mezzo un pericoloso concorrente, come poi sarà, è del tutto naturale e comprensibile.
Poi c’è il terzo protagonista della storia, ossia il popolo, che istigato dai capi religiosi grida a gran voce che Gesù sia crocifisso; la voglia di sangue del popolo non è mai placata ma anzi si alimenta non appena c’è la possibilità di spargerne altro a spese di qualcuno, che magari manco si conosce o con cui non si ha nessun interesse particolare, ma tanto basta perché in quel grido “crocifiggilo!” ci sia un senso di potere, di barbaro desiderio primordiale che ogni uomo nasconde sotto il mantello di civiltà ma che tira fuori proprio in queste occasioni, nelle quali può darvi libero sfogo.
Poi, ovviamente, in questa storia abbiamo i due protagonisti principali: Gesù e Barabba!
Gesù il Salvatore, l’agnello di Dio, innocente davanti a Dio e agli uomini, mandato per la salvezza di Israele prima e del mondo poi, da un lato; mentre dall’altro abbiamo questo sconosciuto di nome Barabba, di cui i Vangeli ci dicono essere: “stato messo in prigione a motivo di una sommossa avvenuta in città e di un omicidio”, quindi non certo una persona troppo per bne, né secondo i canoni civili delle autorità romane, che per questo volevano giustiziarlo, né secondo la legge religiosa di Mosé, che sicuramente condanna e punisce l’omicidio. Eppure, nonostante Barabba fosse tutto tranne che un esempio di rettitudine, i capi religiosi, e il popolo da essi istigato, chiedono che Barabba sia liberato e al suo posto sia crocifisso Gesù!
Siamo di fronte ad una grandissima ingiustizia in tutti i sensi, fomentata da autorità religiose e dal popolo e alla fine avallata anche dalle autorità civili; insomma un atto che va contro ogni legge e giustizia.
Questo è il tragico quadro della vicenda descritta da Luca, eppure da questo quadro nasce quello che noi conosciamo come: la Salvezza per grazia accordataci da Dio Padre; grazia per mezzo del sacrifico del suo figliolo Gesù Cristo!
Gesù, innocente, fu condannato al posto di Barabba, colpevole, e questo atto, al di là della palese ingiustizia che si è perpetrata in quel momento, diventa però il simbolo della giustificazione di ogni peccatore in Cristo il Giusto.
Barabba, infatti rappresenta simbolicamente tutti noi peccatori, ossia colpevoli, che meritiamo la condanna che ci è destinata causa dei nostri peccati, ma al pari di Barabba che è stato liberato al posto dell’innocente Gesù, anche noi siamo liberati dalla nostra condanna grazie al sangue innocente di Gesù Cristo che è stato sparso per noi.
Gesù sulla croce ha preso il posto di Barabba, Gesù sulla croce ha preso il posto di ciascuno di noi peccatori!
Così come è detto: “Pilato decise che fosse fatto quello che domandavano: liberò colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto; ma abbandonò Gesú alla loro volontà”, noi tutti siamo stati liberati dal peccato per grazia mediante la nostra fede riposta in Gesù Cristo, l’innocente che ha preso il nostro posto sulla croce!
Ogni uomo può ben identificarsi con Barabba, peccatore, separato e lontano da Dio. Anche se non sappiamo che ne fu di lui dopo quei fatti, cioè non sappiamo se anche Barabba si convertì dopo aver ricevuto la grazia, sappiamo però che, ciò che Cristo ha fatto quel giorno per lui, lo ha fatto anche per ciascuno di noi che lo abbiamo accettato come nostro personale salvatore.
Gesù Santo, perfetto, giusto, che si è offerto al posto di un colpevole ha pagato ciò che Barabba non avrebbe mai potuto pagare, si è sostituito a lui e si è fatto carico del suo peccato.
Cristo, non soltanto è Colui che si offrì alla morte al posto nostro, ma Colui che cancella e revoca la nostra condanna.
Oggi cari fratelli in Cristo, noi sappiamo che per mezzo della Sua morte Gesù può liberare dal peccato e dalla condanna tutti quelli che lo invocano e si avvicinano a lui con cuore sincero, desiderosi di mettersi nelle sue mani e lasciare che d’ora in poi sia Lui a guidare la nostra vita. AMEN
