Godi di ogni giorno

Testo: Ecclesiaste 9:7-10

 

L’autore di Ecclesiaste, che la tradizione vuole essere il re Salomone, ma che in realtà non si conosce, se non che il testo sia stato scritto e ispirato molto più tardi, forse persino ai tempi di Cristo, ci mostra un quadro che per un credente potrebbe sembrare sconsolante, se non addirittura contrario alla prospettiva di fede in Cristo.

C’è una visione cristiana che vede nella vita presente con tutti i suoi piaceri fisici e carnali, qualcosa di contrario alla promessa di Cristo di una vita futura nel Regno dei Cieli, e tuttavia Ecclesiaste sembra dirci proprio il contrario: “Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza”.

La vita presente in contrapposizione a quella futura; il dolore presente in contrapposizione alla gioia futura… questa concezione del cristianesimo, ancora diffusa, in realtà non è quello che il Signore vuole da noi!

Dio non si compiace del dolore nel quale noi siamo precipitati, ma piuttosto ci invita a guardare a lui come la soluzione per superare questo dolore.

Dio ci ama e non vuole certo il nostro male, ma anzi ci esorta a godere del bene che lui elargisce ai suoi figli ogniqualvolta noi guardiamo a lui come la soluzione dei nostri problemi, il lenimento dei nostri mali, la speranza per la nostra vita, presente e futura!

L’invito a godere per tutti i giorni della nostra via terrena è per farci comprendere che questa non è la nostra meta finale, ma piuttosto il viaggio che deve condurci ad essa: godere del viaggio.

La vita terrena è anche la prova che ogni credente deve “superare” per giungere alla vita eterna.

La vita terrena è la scuola, o se vogliamo l’esame da superare, per essere promossi alla nuova vita.

Vivere il tempo della scuola come qualcosa di terribile, o viverlo come qualcosa di “fine a sé stesso” sono due atteggiamenti parimenti sbagliati che non ci fanno bene, ma anzi ci distruggono.

Vivere la scuola come una parte importante della nostra vita, anzi quella fondamentale, è il giusto spirito, e tuttavia la scuola è per un tempo soltanto, non possiamo vivere per essa, ma sempre in funzione della vita dopo.

Tutti noi siamo andati a scuola, e i bei voti sono stati motivo di gioia, come le punizioni lo furono di sofferenza, ma nonostante questo ricordiamo il periodo scolastico come qualcosa di estremamente positivo, se solo lo abbiamo vissuto come doveva essere vissuto, cioè non come un qualcosa da finire al più presto o, in taluni casi, come qualcosa di gratificante in sé ma avulso dalla vita, come coloro che hanno avuto un grande successo nella scuola ma poi hanno fallito nella vita.

Godere della vita che il Signore ci ha dato è quindi non solo legittimo, ma anche opportuno e desiderabile perché il viaggio della vita è quello che ci permette di venire a conoscere tutto quello di cui abbiamo bisogno per accostarci al Signore, se viviamo la nostra vita in vista della vita celeste, altrimenti la nostra vita diventerà un periodo di sofferenza e insoddisfazione che vivremo senza una speranza per il presente e soprattutto senza la speranza futura.

Allora cari fratelli in Cristo, impariamo a vivere la nostra vita presente come un magnifico dono che il Signore ci ha fatto, ricordandoci sempre che noi siamo costantemente amati e abbracciati dalla sua benedizione, quindi, non dobbiamo mai essere in ansia per la vita perché chi la ripone nelle amorevoli mani del Signore non si deve più preoccupare di nulla. In questo senso l’invito a godere delle benedizioni di Dio che ci vengono rivolte da Ecclesiaste sono coerenti con gli insegnamenti dell’Evangelo. Così come scrive Phil Cooke: “Devo credere che Dio ha il controllo, e se chiedo sempre delle risposte sto prendendo il Suo posto. Ho deciso di rilassarmi e lasciare che Lui sia Dio e che io sia io”.

Tutti noi credenti faremmo bene ad adottare proprio questa filosofia, che è l’unica che ci permette di vivere e godere la vita presente, senza sensi di colpa o paura di fallire, ma avendo la certezza che stiamo dando un senso al nostro viaggio col Signore! AMEN