Sopportare le prove
Testi: Gm 1:12; Ro: 8:28; 1° Co 10:13
A nessuno piace trovarsi ad affrontare una situazione difficile, pericolosa, complicata o anche solo scomoda; tutti noi vorremmo sempre avere una vita piena, felice, gioiosa e senza problemi. Questo però è soltanto un sogno, poiché ogni giorno la vita ci mette di fronte a piccole o grandi difficoltà. Il più delle volte si tratta di semplici problemi di routine, cui ormai siamo abituati e li affrontiamo senza troppa fatica o preoccupazione; altre volte però i problemi che si presentano sono ben più difficili, al punto di sembrarci quasi insormontabili, anche perché quasi sempre arrivano improvvisi e del tutto inattesi, cogliendoci perciò impreparati.
Se le piccole difficoltà che incontriamo sono parte della vita stessa, e per questo entrano nel nostro noto, quando si presentano i veri problemi, allora sì che siamo in difficoltà, e quali difficoltà!
Come affrontare i veri problemi della vita? Una malattia molto grave o incurabile, un tremendo quanto improvviso lutto in famiglia, un tracollo finanziario o un grave problema economico, una situazione di estremo pericolo per noi o per i nostri cari, soltanto per citare i più comuni che possono capitarci…
Queste difficoltà ci pongo di fronte a delle scelte che, a loro volta, dipenderanno molto dal nostro atteggiamento verso il mondo e verso Dio.
Siamo dei non credenti?
Siamo delle persone che dicono di credere in Dio?
Siamo delle persone che ripongono in Dio tutta la loro vita?
Ebbene, a seconda del nostro modo di porci, cioè di vivere la vita, diverse saranno le nostre risposte a questi terribili accadimenti!
Anzitutto dobbiamo dire che queste difficoltà accomunano tutti gli uomini; nessuno ne è risparmiato nel corso della sua vita, sia esso un credente o meno.
Diverso sarà soltanto il modo in cui ognuno li affronterà.
Un non credente le vedrà come altrettanti colpi avversi del destino e cercherà di affrontarle con le proprie risorse, ovvero con i mezzi che il mondo (le capacità umane) gli mettono a disposizione: la cura medica della malattia, la consolazione famigliare del dolore, il soccorso delle istituzioni e quant’altro, in base alla difficoltà.
Uno pseudo credente, ossia una persona che osserva i riti di qualche religione per tradizione, senza tuttavia riporre in Dio tutta la sua fiducia, rivolgerà forse una preghiera scaramantica o compirà qualche gesto rituale per non tralasciare anche questa possibilità di salvezza, ma poi anche lui si attaccherà alle soluzioni offerte dal mondo, così come il non credente.
Ma un credente vero, ossia colui che ha posto la sua vita nelle mani di Dio, di fronte a una di queste grandi difficoltà cosa farà? Come si comporterà?
Prima di tutto il credente deve essere consapevole che non è affatto vero che Dio risparmia di credenti dalle difficoltà, per cui questi avranno già qui sulla terra una vita gioiosa e senza problemi, come invece affermano alcuni; no, Dio non risparmia i suoi figli dalle prove, ma anzi usa le prove stesse per rafforzare la fede di ognuno dei suoi figli, poiché come ci dice Giacomo: “Beato l'uomo che sopporta la prova; perché dopo averla superata, riceve la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano”.
La difficoltà che ci arriva nella nostra vita di credenti, diventa dunque per noi una “prova”, che lungi dal doverci spaventare o rattristare, bensì, dovrebbe essere fonte di beatitudine per un credente che mette la sua vita nelle mani di Dio: “Beato l'uomo che sopporta la prova”.
Certo un lutto o una malattia non è facile vederli come fonte di beatitudine, neanche per un credente, perché il dolore che recano con sé è forte e reale, al limite della sopportabilità a volte.
Allora, proprio in questi terribili momenti della prova, dobbiamo tanto più affidarci a Dio ed avere fiducia in Lui, perché Paolo ci scrive: “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare”.
Riponendo in Dio la nostra piena fiducia possiamo dunque superare ogni prova che ci viene proposta, proprio perché nessuno è tentato oltre ciò che può sopportare; questo è una promessa di Dio, e noi sappiamo che Lui mantiene sempre le sue promesse.
Avviene però che alcuni credenti, pur essendo disposti a credere pienamente in Dio si domandino il perché avvengano queste prove; il perché proprio loro vi sono stati sottoposti. È lo stesso ragionamento che faceva Giobbe, ritenendosi innocente e quindi desideroso di conoscere la ragione della prova.
Dio a volte risponde subito alle nostre richieste di chiarimento, altre volte attende il tempo necessario affinché le cose ci siano chiare, tuttavia, al di là delle personali risposte che ciascuno di noi può ottenere da Dio a fronte delle proprie preghiere, ecco che per mezzo dell’Apostolo Paolo, Dio ci dà una riposta generale, valida per tutti e per ogni tempo: “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno”.
Noi non conosciamo il disegno di Dio; alcune volte ci può apparire subito chiaro, altre volte rimane oscuro per diverso tempo, ma è invece molto chiara la promessa fatta da Dio a quelli che lo amano: “…tutte le cose cooperano al bene…”, e quindi anche le prove difficili che affrontiamo sono per il nostro bene. Dobbiamo soltanto avere fiducia in Dio, affidarci completamente nelle sue mani per il superamento della prova stessa e scopriremo che non soltanto potremo superarla, ma che proprio quella prova ci permetterà di arrivare a cogliere il premio che il Signore ci ha destinati: “la corona della vita”.
Il perché delle prove cui siamo sottoposti nel corso della nostra vita allora ci apparirà chiaro: Dio a volte permette le prove, e quando ciò accade vuol dire che c'è bisogno in quel momento di uno scossone, di un richiamo per evitarci catastrofi peggiori. Anche se non sappiamo il perché di tante cose, se abbiamo fiducia in Dio, siamo pronti a dire che tutto coopera al bene di chi Lo ama e accettiamo con serenità ciò che Egli ha stabilito per noi.
Quello che deve esserci ben chiaro dunque è che le prove non servono a Dio per metterci in difficoltà, ma solo per dimostrare a noi stessi quanto Lo amiamo.
Voglia Dio darci quella pace e quella serenità per superare le piccole e le grandi difficoltà della vita, sapendo che alla fine otterremo quel premio che è preparato per noi. Dio ci ama anche se a volte prendiamo i suoi "no" come dei momenti negativi per la nostra vita. Ma poi, se guardiamo indietro ci accorgiamo che quelle sono state le nostre giornate migliori perché ci hanno avvicinato di più a Dio.
AMEN