Idoli nel cuore

Testo: Ezechiele 14:1-8

 

La Scrittura ci dice che molto spesso gli antichi israeliti cadevano nel peccato di idolatria; peccato che ci viene presentato nella duplice forma di adorazione delle divinità straniere, ossia degli déi dei popoli confinanti con Israele, e sotto forma di oggetti di culto quali statue e rappresentazioni di presunte divinità, cui era reso un culto alternativo a quello di YHWH, l’unico vero Dio d’Israele.

Il culto degli idoli era, e possiamo dire “è” un vero e proprio abominio agli occhi del vero unico Dio, che tra tutte le cose non consente ad alcuno di essergli messo al suo pari.

Per evitare ogni possibile forma di idolatria, per mezzo di Mosè, Dio diede ad Israele, il “Secondo Comandamento” che così recita: “Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna...non ti prostrare dinanzi a tali cose…” (Esodo 20), e quindi era ed è tuttora vietato la rappresentazione, sia pure in forma allegorica, di Dio, proprio per evitare che qualcuno, pregando davanti a tali rappresentazioni, vi identifichi Dio, anziché adorare il Dio Creatore celeste “in spirito e verità”, come ci ha invitato a fare Gesù Cristo.

Se però la lotta contro la cd “idolatria materiale” oggi ha perso molto del suo significato, non possiamo dire altrettanto di quella che potremo chiamare la lotta contro “l’idolatria spirituale”, che purtroppo era e rimane tuttora molto viva e diffusa.

Già al tempo del Profeta Ezechiele, nei confronti di questo secondo tipo di idolatria, c’era un’evidente preoccupazione;

Dio, infatti, per mezzo del Profeta, ammonisce il suo popolo: “Figliuol d'uomo, questi uomini hanno innalzato i loro idoli nel loro cuore, e si son messi davanti l'intoppo che li fa cadere nella loro iniquità; come potrei io esser consultato da costoro”?

Quali sono questi “idoli nel cuore” contro i quali ci mette in guardia Ezechiele?

Non sono idoli fatti da mani d’uomo, ossia statue e dipinti o oggetti ritenuti sacri e miracolosi, bensì sono ogni nostro pensiero, desiderio, affetto o accadimento che si frappone tra noi e Dio.

Il credente deve sempre mettere Dio al primo posto nella sua vita, e quindi nel suo cuore;

persino gli affetti a noi più cari, se ci distolgono dal servire il Signore con tutto il nostro cuore, diventano “idoli nel cuore” che ci separano da Dio, come ci spiega Gesù Cristo: “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me” (Mat 10:37).

Questo ci fa capire quanto siano pericolosi questi idoli nel cuore, se pensiamo che normalmente sono proprio i nostri genitori e figli le persone che più amiamo e i rapporti cui teniamo maggiormente nella nostra vita.

Dio però vuole da noi sempre il primo posto nella nostra vita e nel nostro cuore;

se noi lo mettiamo al primo posto come Lui ci chiede, Lui si farà trovare da noi in ogni nostra necessità;

“si lascerà consultare”, come ci dice ancora Ezechiele: “…poi viene al profeta per consultarmi per suo mezzo, risponderò IO, il SIGNORE, proprio IO”, ossia risponderà alle nostre preghiere e ci concederà le sue benedizioni senza limiti, come non ha limiti il potere di Dio.

Se però noi continueremo ad avere gli idoli nel cuore, qualunque idolo, questo si frapporrà tra noi, le nostre preghiere e il Signore, e Lui non ci risponderà, non risponderà alle nostre preghiere poiché gli idoli, innalzati nel segreto del cuore, creano barriere invalicabili nella nostra relazione con Dio.

Liberiamoci e liberiamo dunque il nostro cuore da ogni possibile idolo che impedisce il nostro rapporto diretto con il Signore;

impariamo a rivolgerci a Lui in preghiera, condividendo con Lui ogni nostro pensiero e progetto di vita, anche quelli più semplici e comuni, invocando su ogni nostra azione e progetto la sua benedizione;

non fabbrichiamoci idoli inutili come oggetti legati alla superstizione o quant’altro abbiamo ereditato dalla tradizione popolare quale residuo delle nostre antiche origini pagane;

il Signore è dappertutto ma prima di tutto mediante il suo Spirito Santo è con noi e in noi, e se lo lasciamo agire, non abbiamo bisogno di altro per essere in comunione con Lui.

Quando facciamo questo, e riceviamo una chiara risposta dal Signore che ci inonda il cuore di pace e allegrezza, allora capiamo di aver rimosso ogni altro idolo nel cuore e di godere a pieno della benedizione del Signore che guida e sostiene la nostra vita, già quaggiù sulla terra e in futuro ci permetterà di giungere al regno celeste con nostro Signore. AMEN