Il bene più prezioso
Testo: Atti 3:1-8
La prima cosa che verrebbe da chiederci, leggendo questo passo della Scrittura, è come mai quest’uomo non avesse mai incontrato prima Gesù, visto che ogni giorno veniva a chiedere l’elemosina al Tempio… ma la risposta a questa domanda è chiara: ognuno di noi incontra Dio quando è pronto a farlo, e solo allora che si accorge della sua esistenza!
Forse davvero quest’uomo un tempo aveva visto Gesù entrare nel Tempio, ma non era pronto ad incontrarlo, perché Dio, sia pure manifestato nella forma umana del Cristo, può e deve essere incontrato da ciascun uomo quando il suo spirito è pronto, ossia quando lo Spirito Santo di Dio e il nostro spirito si trovano in risonanza…è lì che scatta la fede! (Ro 8:16).
Quando questo zoppo vede Pietro e Giovanni entrare, non è minimamente cosciente di chi fossero i due apostoli, se lo fosse stato, non avrebbe chiesto loro del denaro, ma si sarebbe fatto notare per la sua infermità chiedendo loro una guarigione. No, loro due erano persone che ai suoi occhi potevano soltanto dargli qualche soldo, ma ecco che invece diventano i due strumenti di Dio quando il suo spirito lo giudica pronto al contatto col Signore.
In quel momento nasce la fede, ossia la connessione con lo Spirito Santo, poiché non siamo noi che scegliamo Dio, ma è lui che sceglie noi quando noi, quando il nostro spirito, si predispone alla connessione.
Prendete ad esempio una radio, per ricevere il tal programma della tal stazione è necessario che ci si connetta sulla stessa frequenza. Anche se la stazione radio, che possiamo paragonare a Dio, continua ininterrottamente a trasmettere su quella frequenza, ma noi continuiamo a non essere sintonizzati su quella frequenza, noi non riusciremo mai ad ascoltare quella trasmissione; sarà solo dal momento in cui noi ci sintonizziamo sulla giusta frequenza che riusciremo a captare la trasmissione!
Lo stesso è della nostra connessione con Dio: solo quando le nostre due frequenze, il nostro spirito e lo Spirito di Dio, agiscono sulla stessa frequenza, noi entriamo in connessione con Dio, connessione che noi tutti chiamiamo fede!
L’uomo chiedeva veramente poco, una piccola elemosina, quello che umanamente si poteva aspettare di ricevere dai fedeli che entravano al tempio per pregare, lui invece riceve da Pietro e Giovanni molto, molto, molto di più, ossia la connessione con Dio, e questo provoca in lui un cambiamento così profondo che non si limita alla rinascita interiore di chi si avvicina al Signore e lo accoglie come suo personale salvatore, ma un cambiamento totale, che tocca anche il suo corpo.
Ricordate cari fratelli in Cristo quando Gesù guarì un paralitico di sabato? (Mt 9:2-6) Rimise i peccati dell’uomo ma questo fu considerato blasfemo dai rabbini del tempo perché solo Dio rimette i peccati, e allora Gesù con questa remissione dei peccati, ossia l’affrancamento dalla condizion umana di schiavitù spirituale, lo libera anche dalla schiavitù fisica, giudicata impossibile per l’uomo senza l’intervento di Dio.
Dio, quando agisce, quando noi gli permettiamo di agire attraverso di noi e in noi, va oltre quando noi speriamo e chiediamo (Ef 3:20), ossia non poche monete segno della necessità materiale contingente, bensì agisce totalmente sulla nostra condizione di sofferenza e precarietà.
La potenza di Dio che opera attraverso lo Spirito Santo, quando lasciata agire, quando noi gli permettiamo di agire in noi, mediante la nostra fede, porta a veri e propri cambiamenti radicali nella nostra vita, sia fisica, sia spirituale, poiché noi siamo anime o coscienze incarnate, particelle di luce, ossia di Dio, che sono temporaneamente imprigionate nella materia del corpo, ma che possono essere liberate dall’azione dello Spirito ancora prima del nostro distacco terreno.
La nostra fede nell’azione di Dio ci permette già qui ed ora di godere della sua potenza salvifica e liberatoria.
Questo ha cercato di insegnarci Gesù Cristo, potenza di Dio incarnata (1 Co 1:24), per quanto il suo messaggio sia stato ridotto dagli uomini, ossia dalla chiesa, quale un semplice insegnamento etico e morale, mettendo in secondo piano la sua potenza liberatoria perché non utile alla chiesa come istituzione del potere umano, tesa più a controllare che non a liberare l’uomo dal dominio del mondo.
Ora cari fratelli in Cristo, non basta credere che Dio possa fare quello che ha fatto allo zoppo, ma dobbiamo prenderne intima consapevolezza che la stessa cosa può fare per noi se lasciamo che il nostro spirito si sintonizzi sulla frequenza dello Spirito Santo e con esso agisca.
Pietro e Giovanni erano sintonizzati e potevano operare questo; quello che noi dobbiamo fare è sintonizzarci a nostra volta perché a nessun credente è preclusa la potenza di Dio se e quando ci mettiamo in connessione con lui. AMEN