Il contagio della Parola di Cristo

Testi: Matteo 13:33

 

L’oggetto della predicazione di oggi sarà proprio: "la predicazione dell'Evangelo".

Quando vogliamo dare una definizione precisa di una persona o di una cosa, lo possiamo fare rispondendo a cinque semplici domande: 1 chi o che cosa; 2 dove; 3 come; 4 quando, e 5 perché?

Riferendoci alla predicazione dell'Evangelo noi possiamo facilmente trovare le risposte a queste domande nelle Scritture.

Per la precisione in Matteo 28: 19-20 Gesù Cristo ci dice " ...andate dunque e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sarò con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente".

Allo stesso modo in Marco 16: 15-16 Gesù Cristo ci dice " Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato, ma chi non avrà creduto sarà condannato!"

Come vedete in pochi versetti abbiamo le risposte che cerchiamo.

- Alla domanda: "che cosa dobbiamo fare?", la risposta è: “andate e predicate l'Evangelo, ovvero convertite e battezzate nel nome di Cristo”;

- Alla domanda: "dove dobbiamo andare?", la risposta è: “andate in tutto il mondo, presso tutti i popoli”;

- Alla domanda: "quando dobbiamo farlo?", la risposta è: “da subito, cioè da quando i discepoli hanno ricevuto quest'ordine e fino alla fine dell'età presente”;

- Alla domanda: "perché lo dobbiamo fare?", la risposta è: “perché chi avrà creduto (e sarà stato battezzato) sarà salvato, chi non avrà creduto sarà condannato”.

A Gesù Cristo bastano poche ma efficaci parole per dirci tutto quello che, come suoi discepoli, dobbiamo fare.

Se però avete posto attenzione alla lettura di questi versetti, non vi sarà sfuggito che essi non contengono la risposta ad una delle cinque domande!

Cristo qui ci indica che cosa dobbiamo fare, dove lo dobbiamo fare, quando lo dobbiamo fare, perché lo dobbiamo fare, ma non ci spiega "come lo dobbiamo fare"!

È una dimenticanza, o è stato fatto di proposito di tralasciare il come in questa circostanza?

Vuol forse dire che Cristo ci lascia liberi di scegliere il modo di predicare il suo Evangelo?

Innanzitutto occorre dire che il modo in cui si può fare una cosa non è per nulla secondario; sappiamo bene che, fare un qualsiasi lavoro in un modo rispetto a farlo in un altro, porta a dei risultati molto diversi tra loro.

Prima però di vedere se nelle Scritture c'è la risposta alla domanda: "come deve essere predicato l'Evangelo?", vi invito a riflettere un attimo sulle risposte che a questa domanda sono state date nei venti secoli che ci separano dalla morte di Cristo.

Non voglio qui elencare tutti i modi in cui nel passato e fino ad oggi è stato predicato l'Evangelo, sarebbe troppo lungo e forse anche poco interessante, però vorrei soffermarmi su alcuni esempi che ritengo illustrino bene tre modi che si sono utilizzati diffusamente fino ad oggi.

Il primo di questi modi, che potremmo definire come "la predicazione con la spada" è stato fin troppo usato ogni qualvolta il cosiddetto "fervore Cristiano" ha portato uomini ad imbracciare le armi per "portare Cristo" ad altri uomini che di Cristo, almeno in quel momento, non ne volevano sapere!

Così abbiamo le famigerate Crociate in terra Santa per convertire gli infedeli dell'Islam;

abbiamo la conquista/conversione del continente Americano con la Bibbia in una mano e le armi nell'altra, con i massacri che ne sono derivati per gli indigeni amerindi;

abbiamo tutte le così dette "guerre di religione" contro le varie "eresie Cristiane", tra le molte, ricordiamo quella che hanno dovuta subire i Valdesi. Questo per non citarne che alcune, ma che penso bastino per far capire cosa intendo per "predicazione con la spada"!

Il secondo modo, che potremmo definire come "la predicazione settaria", ha avuto ed ha tuttora una notevole diffusione; ogni qualvolta qualcuno pretende di avere l'esclusiva della parola di Cristo, di esserne l'unico vero interprete, giudice ed esecutore, e si chiude al resto del mondo che non accetta questa sua visione, ecco che abbiamo una predicazione settaria!

Quanti ne conoscete di questi nuovi e vecchi gruppi che, a parole affermano di voler portare Cristo a tutto il mondo, ma che di fatto predicano un "loro Cristo", un Cristo che non è il Cristo universale dell'Evangelo ma, diciamo, un Cristo d’élite riservato a pochi eletti?!

Vi è poi un terzo modo di predicare l'Evangelo che purtroppo ci tocca da vicino, che potremmo definire come "la predicazione senza predicazione", passatemi l'apparente contraddizione dei termini, poi chiarirò che cosa intendo dire.

Prima però torniamo alle Scritture per trovare la risposta delle scritture alla domanda: "Come deve essere predicato l'Evangelo?"

Le Sacre Scritture forniscono questa risposta, e se non la troviamo nei versetti finali dei Vangeli insieme con le altre quattro (che cosa, dove, quando e perché), è proprio per la grande rilevanza che il "come predicare l'Evangelo" ha rispetto alla predicazione stessa.

Per ogni cristiano che ha ricevuto la parola di Cristo nel profondo del proprio cuore, e Cristo è diventato parte della sua vita, non può non apparire chiaro che le cosiddette predicazioni di spada e settarie sono quanto di più lontano dal modo in cui Cristo ci chiama ad annunciare il suo Evangelo al mondo, anzi, questi sono due esempi di come NON deve essere predicato l’Evangelo!

Ma non voglio soffermarmi oltre su questo perché la risposta sul “come” è davanti ai nostri occhi, ed è ben contenuta nel passo proposto oggi: la parabola del lievito.

Gesù Cristo ha spesso utilizzato parabole ed esempi che lasciavano esterrefatti i suoi ascoltatori, che molte volte erano delle persone rese cieche dalle tradizioni e dalla durezza dei loro cuori.

Gesù qui paragona il Regno dei Cieli al lievito, una sostanza che nella tradizione ebraica ha una valenza negativa; è il lievito in fatti che corrompe la farina e la trasforma stravolgendone lo stato iniziale.

Possiamo anche chiederci il perché Cristo utilizzi immagini negative per trasmettere il suo messaggio anziché una bella immagine edificante, ma in realtà Cristo, lo sappiamo bene, è “…il sasso d’inciampo e una pietra di scandalo …”, e il simbolo stesso che si è scelto, la croce, come dice Paolo è “scandalo per i Giudei e pazzia per i Greci…”, quindi non ci dobbiamo meravigliare del suo agire decisamente “anticonformista” per il suo tempo (ma spesse volte anche per il nostro tempo!).

Il Regno di Dio è simile al lievito che una donna nasconde nella farina…”, queste parole contengono un altro termine negativo: “nasconde”, che cos’è che si nasconde se non ciò che non si deve vedere?

La conseguenza dell’azione del lievito poi è ancora più devastante: nascosto agli occhi di tutti, il lievito “contamina” tutta la farina con cui entra in contatto e provoca un imponente effetto moltiplicativo: basta poco lievito per far lievitare una grande quantità di farina.

Cristo ci dice che proprio il Regno di Dio è destinato ad agire come un lievito sull’umanità; da prima è poca cosa, non si vede quasi, è la parola di Dio che è rivelata a pochi discepoli, ma poi questa parola si diffonde, è ricevuta personalmente da sempre più fratelli all’interno del loro cuore e la parola di Cristo trasforma ogni uomo in un uomo nuovo, così come il lievito trasforma la farina in pane!

Quello che ci porta Cristo con la sua Parola è un vero e proprio “contagio benefico”, la parola di Cristo contagia l’uomo ed è trasmessa per contagio da un fratello ad un altro, ad iniziare dai primi discepoli che l’hanno ascoltata da Gesù Cristo, essa è giunta fino a noi e continuerà ad essere trasmessa proprio come ci dice Cristo “sino alla fine dell’età presente” in tutto il mondo per convertire a Cristo l’umanità intera!

Come avverrà tutto questo?

Proprio come un contagio, come un lievito nascosto nella farina, la parola di Dio nascosta nel mondo ha trasformato il mondo contagiando i cuori di tutti i fratelli che si sono fatti battezzare in Cristo!

Niente spada dunque, non serve predicare con la spada, perché una spada può uccidere un uomo dell’esercito nemico, ma un contagio è molto più efficace, passatemi la metafora negativa, uccide tutto l’esercito nemico!

Niente settarismi perché la parola di Dio non si può e non si deve contenere, il suo contagio non è fatto per essere circoscritto a pochi “fortunati o eletti”, bensì Cristo desidera che essa giunga a tutto il mondo!

Ma eccoci ora giunti al terzo modo di predicare la parola di Cristo, quello che si potrebbe definire “la predicazione senza predicazione”.

Chi è stato contagiato da Cristo, chi ha ricevuto la sua parola nel proprio cuore, è di Cristo e porta Cristo con sé in ogni istante della propria vita.

Ogni fratello battezzato altro non è che una piccola dose di lievito che deve agire sulla farina che gli sta intorno per farla lievitare e trasformarla in buon pane!

Possiamo noi pensare che la nostra predicazione si fermi a quanto udiamo la domenica mattina?

Noi, che nelle nostre chiese abbiamo fatto della “sola parola” e del “sacerdozio universale” due bandiere che amiamo sventolare tra i nostri fratelli di altre chiese Cristiane, possiamo forse permetterci di tirarci indietro e pensare che dopo aver adempiuto ai nostri “doveri domenicali”, abbiamo esaurito il nostro compito?

Possiamo pensare che la nostra funzione di lievito si esaurisca qui?

Cari fratelli in Cristo, se cadiamo in questo errore, allora ecco che facciamo “predicazione senza predicare Cristo nella nostra vita”!

Siamo allora come lievito esaurito che non serve a nulla se non a essere buttato via perché non ha più in sé la forza del “contagio” e non potrà più trasmettere Cristo a coloro con cui verremo in contatto ogni giorno della nostra vita!

Passatemi ancora un’altra metafora “negativa”, noi dopo essere stati “contagiati” dalla Parola di Cristo dobbiamo a nostra volta impegnarci a trasmetterla agli altri ogni giorno ed ovunque. Non esistono e non possono esistere “portatori sani della parola di Cristo”, cioè persone che predicano l’Evangelo di Cristo senza avere la forza dell’Evangelo nel proprio cuore, solo chi ha ricevuto Cristo nel suo cuore potrà a sua volta trasmetterlo ai fratelli che gli stanno accanto!

Questo è il vero ed unico “modo” in cui Cristo vuole che avvenga la predicazione del suo Evangelo.

L’azione del lievito non è violenta; l’azione del lievito non è selettiva o discriminante, e soprattutto l’azione del lievito “non si ferma mai”!

Finché ci saranno persone che non hanno ricevuto Cristo nel loro cuore, noi dobbiamo essere accanto a loro per “contagiarle” con la parola di Cristo, dovunque si trovano, in qualunque momento della nostra vita, affinché anch’esse abbiano la pienezza della parola di Cristo e con lei la salvezza.

AMEN.