Il Figlio dell'Uomo
Testi: Giovanni 12:23-32
“Chi è questo Figlio dell'Uomo?” Questo si chiedeva la folla!
Nei quattro Vangeli il termine, o l'appellativo, di: “Figlio dell'Uomo”, che Gesù stesso si attribuisce, appare per ben 82 volte, quindi ne possiamo dedurre che non si tratta semplicemente di un caso, né di un nomignolo stravagante che un autore biblico ha attribuito a Gesù, bensì qualcosa d'importante, anzi, oserei dire di fondamentale;
eppure, andando a memoria, non ricordo di averlo mai sentito usare o ricordare da nessun Pastore durante una predicazione!
Ogni testimone dell'Evangelo fa largo uso degli appellativi di Gesù quali: il Salvatore del Mondo, il Redentore, l'Agnello di Dio, il Messiah, e più di tutti questi, del “il Figlio di Dio”, ma “il Figlio dell'Uomo” non lo usa mai nessuno!
Nessuno sottolinea che, Gesù Cristo, durante la sua missione terrena si attribuiva prima di tutti gli altri, proprio questo titolo, cui evidentemente teneva in modo particolare.
Allora mi chiedo e vi chiedo: perché questa nostra dimenticanza di fronte invece all'insistenza di Gesù Cristo nell'usare tale appellativo?
Una prima risposta credo ce la dia la scrittura stessa;
la folla che ascolta Gesù infatti si chiede: “Chi è questo Figlio dell'Uomo?”, proprio perché gli israeliti per primi non riescono a capire il significato di questo titolo con cui Gesù si presenta al suo popolo; infatti loro gli rispondono: “Noi abbiamo udito dalla legge che il Cristo dimora in eterno; come mai dunque tu dici che il Figlio dell'uomo dev'essere innalzato?”
Già in quel tempo e poi in quelli successivi, durante tutta a storia del cristianesimo, infatti, il titolo su cui più si è dibattuto e anche quello più contestato a Gesù è semmai quello di: “Figlio di Dio”.
Molte persone ancora oggi non credono che Gesù di Nazareth fosse veramente il figlio di Dio;
Sulla Trinità poi si è discusso e scritto moltissimo nei primi tempi e di conseguenza si è dibattuto sul fatto che Gesù fosse il Messiah, il Salvatore del mondo, il Redentore, ma sul fatto che Gesù di Nazareth fosse un “figlio d'uomo”, cioè un essere umano nato da una donna, vissuto e morto come tale, non ci sono mai stati dubbi, perché la cosa era evidente a tutti i suoi contemporanei: “Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?” scrive l'evangelista (Mt 13.55);
né si è dibattuto in seguito perché pressoché tutto il mondo cristiano, e non, si è sempre trovato concorde nell'attribuire alla figura di Gesù una natura umana, accanto a quella divina, che invece soltanto alcuni gli hanno riconosciuto.
A questo punto però dobbiamo pensare che con questo titolo di “Figlio dell'Uomo” Gesù Cristo non intendesse sottolineare soltanto l'evidente, ma volesse dire qualcos'altro, ed è questo qualcos'altro su cui noi dovremmo riflettere, senza dare per scontata questa affermazione, come invece facciamo troppo spesso, ogni qualvolta ignoriamo questo appellativo di Gesù.
Una delle nostre confessioni di fede, il Credo Niceno-Costantinopolitano riguardo a Gesù Cristo recita: “Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli: Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”, e qui noi confessiamo che Gesù è il Figlio di Dio;
ma poi lo stesso Credo prosegue dicendo: “Per noi esseri umani e per la nostra salvezza discese dal cielo e si è incarnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria e si è fatto essere umano”.
Il Credo ovviamente è teso a sottolineare che Gesù Cristo è Dio, in quanto figlio di Dio, ma allo stesso tempo noi confessiamo che Gesù Cristo Dio si è fatto essere umano, e come tale ecco che è diventato anche “Figlio dell'Uomo”, così che possiamo confessare che Gesù è vero Dio e vero uomo, che in lui convivono insieme le due nature: divina e umana.
Poiché ad essere stata contestata è la sua natura divina, su quella si sono sempre concentrate le chiese e i credenti, al punto di dimenticarci dell'importanza della sua natura umana.
Perché Gesù Cristo uomo è altrettanto importante di Gesù Cristo Dio?
Ci siamo mai fermati a riflettere su questo?
Io penso di no, o comunque non abbastanza; invece questo titolo di Gesù è così importante che se per assurdo noi considerassimo Gesù Cristo soltanto il Figlio di Dio, ma non anche il Figlio dell'Uomo, noi non avremmo la salvezza e il perdono dei peccati accordatici per grazia da Dio Padre;
non mi sembra cosa da poco, eppure quanti di voi pensano a questo quando vi rivolgete in preghiera al Signore?
Noi sappiamo dalla Scrittura che il peccato è entrato nel mondo a causa della trasgressione di Adamo, essere umano perfetto e che soltanto il sacrificio di un altro essere umano perfetto poteva lavare via questo peccato e questo essere umano perfetto era proprio Gesù Cristo.
Gesù Cristo però era perfetto in quanto Figlio di Dio, che però fattosi uomo, ossia assumendo forma e natura umana, ha permesso alla sua natura umana di condividere la perfezione di Dio che altrimenti un uomo solo non avrebbe mai potuto raggiungere per espiare il peccato d'Adamo.
E' soltanto grazie al fatto che Gesù si è incarnato nel seno della Vergine Maria che noi abbiamo avuto la possibilità di ricevere come uomini la grazia di Dio mediante il sacrificio perfetto del Figlio di Dio, diventato anche “Figlio dell'Uomo” perché incarnandosi è diventato anche figlio di Adamo che è stato il capostipite dell'umanità.
Un concetto un po' elaborato ma per mezzo del quale noi possiamo capire il perché Gesù, presentandosi all'umanità, tenesse così tanto a questo suo titolo di Figlio dell'Uomo;
lui incarnandosi si era fatto uomo conscio della missione che doveva compiere per gli uomini: “Ora, l'animo mio è turbato; e che dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma è per questo che sono venuto incontro a quest'ora. Padre, glorifica il tuo nome!”.
Per questo motivo lui sottolineava con forza il suo “essere uomo”, senza che però la maggioranza degli uomini, ora come allora, riuscissero a comprenderne fino in fondo il significato e quindi l'importanza.
Il Credo Niceno-Costantinopolitana oggi per noi è chiaro, eppure i nostri padri nella fede ci hanno riflettuto e discusso molto a lungo per giungere a questa Confessione di Fede che è ancora oggi un punto fermo per tutti noi cristiani, anche se molti credenti poi hanno finito per stravolgerne il senso, come sappiamo.
Ancora oggi, ad esempio, i fratelli cattolici e ortodossi attribuiscono alla Vergine Maria il titolo di “Madre di Dio”; un titolo errato oltre che blasfemo, poiché Dio non ha, né padre, né madre, ma è proprio in base al contenuto dei Vangeli e dello stesso Credo, da essi ispirato, che possiamo capire come attribuire alla Vergine Maria il titolo di Madre di Dio sia errato.
Il ragionamento che questi fratelli fanno dicendo: Gesù è il figlio di Dio, Gesù è Dio, Maria è la madre di Gesù, quindi Maria è anche la madre di Dio, è errato proprio perché Gesù è sì il Figlio di Dio, ma è anche il Figlio dell'Uomo. Il ragionamento corretto dunque è piuttosto: Gesù è il Figlio dell'uomo, Maria è la madre umana di Gesù, quindi Maria è la Madre del Figlio dell'uomo, ma non di Dio!
Forse questo è uno dei motivi per cui, con riguardo a Gesù, le chiese usano così poco il titolo di “Figlio dell'Uomo”.
Con l'approssimarsi del Natale noi solitamente attendiamo la nascita del figlio di Dio, ma forse invece dovremmo essere più orgogliosi di accogliere la nascita del Figlio dell'Uomo;
Il Figlio dell'Uomo ci appartiene, è uno di noi, è colui che ha aperto le porte del riscatto all'Umanità.
Penso che tutti voi abbiate visto qualcuno dei film dedicati a uno dei tanti personaggi celebri, solitamente uno sportivo o un uomo di idee o un artista, che è diventato il simbolo del riscatto sociale di un gruppo di persone o addirittura di un intero popolo, perché, pur essendo nato e vissuto in un quartiere povero, da una famiglia disagiata, nondimeno è riuscito poi a farsi strada nel mondo grazie alla sua tenacia, alla sua volontà di emergere e soprattutto alle sue doti che ha saputo mettere a frutto.
Quando siamo di fronte ad una figura del genere, anche noi ci sentiamo partecipi della sua impresa; si sentono partecipi i suoi familiari, i suoi amici e tutti quelli che come lui sono vissuti in quella situazione degradata, e che in lui vedono ora un motivo di orgoglio, di riscatto sociale: “almeno uno di noi ce l'ha fatta!” si sente a volte dire con riferimento a qualcuno che è uscito dai bassifondi della vita e che poi è diventato un simbolo portatore di speranza per gli altri.
Allora cari fratelli in Cristo, finché noi continueremo a vedere in Lui soltanto il figlio di Dio che ci salva col suo sacrificio, avremo certamente di fronte a noi una bellissima immagine, ma in verità questa è un'immagine che ci mostra soltanto una metà di Gesù Cristo, e forse proprio quella metà che non ci appartiene.
Se però noi vedremo in Gesù Cristo anche il Figlio dell'Uomo, il figlio dell'umanità imbruttita e imbarbarita dal peccato, il figlio dell'umanità senza speranza che era destinata alla perdizione;
quando guarderemo alla croce di Cristo vedremo anche noi il simbolo del nostro riscatto morale attraverso uno di noi, un vero uomo che ce l'ha fatta a vincere il peccato, ce l'ha fatta a restituire la dignità al genere umano.
Così potremo anche noi andare fieri di essere uomini e donne, salvati, proprio perché Gesù Cristo era il Figlio dell'Uomo, uno di noi, e tutti noi attraverso di lui abbiamo ritrovato la nostra dignità perduta in Adamo.
Non è un caso che Gesù Cristo sia sempre andato dagli ultimi, da coloro che più di tutti avevano bisogno di un riscatto morale e sociale;
senza volerne fare un eroe dei ceti poveri, come qualcuno ha tentato di fare in passato, certamente Gesù Cristo è un eroe, l'unico vero eroe con la “E maiuscola”, che possa vantare il genere umano, ma tanto grande che il sangue del suo sacrificio da solo ha riscattato tutti noi dal degrado del peccato e dalla morte in cui eravamo caduti a causa della ribellione di Adamo.
Siamo dunque grati con tutto il nostro cuore, la nostra anima, la nostra mente e la nostra forza a Dio Padre che ha voluto condividere con noi il suo figliolo Gesù Cristo, facendolo diventare anche uno di noi: il Figlio dell'Uomo!
AMEN