Il marchio della bestia

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Cari fratelli in Cristo, il testo proposto oggi, come gran parte dell’Apocalisse di Giovanni è da sempre di difficile interpretazione a causa del suo linguaggio allegorico, al punto che molti credenti la vedono come una sorta di “immagine simbolica” e non come un vero e proprio libro profetico.

Possiamo ben dire che in esso ci viene preannunciato un evento che si verificherà un giorno non ben precisato, ossia al ritorno del Signore, quando sì tutto questo ci verrà chiarito, ma anche quando questo testo non servirà più allo scopo per cui è stato scritto, ossia mettere in guardia i credenti contro le opere del Male che avanza nel mondo in vista della sua fine.

Allora che cosa ne vogliamo fare noi oggi dell’Apocalisse di Giovanni?

Metterla da parte in attesa di tempi migliori, o forse sarebbe meglio dire “peggiori” visto gli avvenimenti che ci preannuncia non certo piacevoli?

Vogliamo anche noi ignorarli attribuendovi un valore puramente simbolico, metaforico possiamo dire, invece di una qualche valore profetico?

Certo ognuno di noi può, in questo caso, dare e seguire l’interpretazione che più lo convince, proprio a causa della difficoltà di comprensione di questo testo, e tuttavia, poiché anche l’Apocalisse di Giovanni fa parte della Bibbia, questo significa almeno due cose: la prima è che anch’essa è stata ispirata e voluta da Dio, la seconda è che ci è stata data a nostro vantaggio, affinché noi credenti potessimo, come già detto, essere messi in guardia contro i pericoli che si profilano all’orizzonte, pianificati dal Principe di questo mondo.

Se in passato questo libro lo si accostava soltanto all’Armageddon, oggi io credo che, piuttosto di ricercare nell’Apocalisse i segni di ciò che avverrà in futuro, tentando di “indovinare” i tempi e i modi della fine del mondo, esercizio se non inutile, certamente sconsigliato dallo stesso Gesù, quando ci spiega che: “Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo. (Mt24:6), noi dovremmo piuttosto trarre insegnamento da questi segni per giudicare, ossia discernere i nostri giorni. Premesso che i nostri giorni non sono necessariamente quelli di oggi, ieri o domani, bensì tutta l’epoca, ossia il tempo in cui viviamo.

Il passo di oggi in particolare è noto come “il marchio della bestia”; “la bestia… obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio…”

Anche sul significato di questo marchio si è molto discusso e fantasticato nel corso dei secoli, sempre alla ricerca prima di tutto di chi fosse questa bestia dal nome che corrispondeva al numero 666, senza ovviamente arrivare ad una soluzione, e questo perché forse non esiste una risposta definitiva, come non esiste un unico tempo in cui il Male, impersonato dalla bestia, agisce nel mondo, essendo il suo agire praticamente continuo, tuttavia, se noi invece di ricercare i tempi cercassimo di coglierli dalle conseguenze che essi provocano, forse ci sarebbe di maggior utilità per saperci regolare e forse scampare dalle brutture che il Male ci prepara di volta in volta che si appresta a muovere l’ennesima sua campagna contro i figli di Dio.

Purtroppo, come spesso accade, quando la bestia sta per agire contro i figli di Dio, questi, vuoi per ingenuità o vuoi per il potere che la bestia stessa ha di ingannare, ricordo a questo proposito che la Scrittura definisce Satana come il padre della menzogna, i credenti non se ne avvedono in tempo, e molto spesso sono talmente accecati dal potere della bestia al punto da ritenere che “il marchio” che la bestia di volta in volta vuole loro imporre sia per il loro bene piuttosto che non per la loro condanna.

Quanti, infatti, nel 1933 si resero veramente conto che Hitler e il nazismo erano strumenti del Male che attraverso di loro stava lanciando la sua ennesimo offensiva contro il mondo dei figli di Dio?

Veramente pochi!

Le stesse chiese tedesche furono molto accondiscendenti con il regime nazista, così come quelle italiane, la nostra compresa, furono tutto sommato tolleranti e benevole verso quello fascista arrivato dieci anni prima.

Eppure fu proprio nel 1933, anno in cui Hitler salì al potere in Germania che impose ai cittadini tedeschi il cd “Ahnenpass”, ossia il passaporto genealogico/sanitario che accertava la discendenza ariana da molte generazioni del cittadino tedesco, ossia “il marchio di arianità” in mancanza del quale un cittadino tedesco non poteva più muoversi, accedere agli uffici e alle professioni pubbliche, vendere e comprare, fare affari, ossia in buon sostanza continuare a far parte della vita civile del paese.

Chi non era ariano, che il più delle volte voleva dire essere “ebreo”, veniva considerato un pericolo per la purezza della razza tedesca, una sorta di parassita, un virus che contaminava la razza e si doveva eliminare con ogni mezzo, prima con l’isolamento e l’espulsione dalla vita civile, poi con l’allontanamento dalla nazione tedesca, e per finire, durante la IIGM, quando ormai la Germania aveva occupato buona parte dell’Europa, dalla vita stessa, così avveniva che chi non possedeva l’Ahnenpass, veniva internato e poi eliminato nei campi di sterminio.

La maggior parte dei figli di Dio sono stati così ciechi, e forse molte volte troppo prigionieri della paura, da accettare tutto questo, almeno fino a quando il piano diabolico della bestia diventò troppo evidente e devastante per ogni coscienza per poterlo ignorare e girarsi dall’altra parte.

Dopo a tutti fu chiaro che l’Ahnenpass era un’aberrazione, che non aveva nessuna base scientifica, che era uno strumento discriminante contro i “non ariani” e che gli Ebrei stessi non erano certo il cancro che infettava la Germania di cui li accusavano i nazisti per giustificare le misure assurde e inumane contro i loro diritti e contro le loro persone, ma siamo dovuti arrivare allo sterminio di 6 milioni di ebrei e alla morte di decine e decine di milioni di persone a causa di una guerra mondiale.

Ora cari fratelli in Cristo domandiamoci: questa lezione l’abbiamo davvero imparata?

Ma soprattutto: abbiamo davvero imparato la lezione più importante, ossia quella che il Male non smette mai di agire nel mondo ripetendo sempre lo stesso piano, sia pure con sfumature diverse per meglio adattarle ai tempi mutati?

Siamo ancora così ingenui, o peggio, ancora prigionieri della paura, da non capire che il padre della menzogna ha proprio nell’inganno la sua migliore arma contro l’umanità, e che contro questa sua potente arma il Signore ci ha dato la Scrittura come Apocalisse 13:11-17 affinché noi imparassimo a riconoscere in ogni tempo e in ogni circostanza il nuovo “marchio della bestia” ogni qualvolta che questo ci viene riproposto da uno o più dei suoi governi succubi che, mentendo, pretendono di agire per il nostro bene e per la nostra salute?

 

Cari fratelli in Cristo, vi lascio con questa domanda sperando che ciascuno di voi rifletta bene su ogni cosa che questo mondo ci propone e la confronti sempre con quanto è scritto nella Bibbia, prima ancora di accettare condiscendenti ogni marchio che il Principe del mondo ci propone pretendendo che esso sia per il nostro bene. AMEN