Il pane dell'anima

Testo: Matteo 4:1-4

 

In tutta la Scrittura riecheggia un solo grande insegnamento che Dio fa all’uomo: “l’uomo è fatto per vivere in comunione con Dio”!

Sì, fratelli, l’uomo solo apparentemente è un essere autonomo che può vivere una propria vita avulso da Dio, e questo lo notiamo fin dal principio, quando Dio crea l’uomo diverso da ogni altro essere vivente sulla Terra, facendolo a sua immagine, unica creatura del suo genere.

Questo però significa che noi e Dio siamo “strettamente correlati”, anzi imparentati, visto che poi Gesù Cristo non ha esitato a definirci noi stessi “figli di Dio”!

Se solo l’umanità diventasse consapevole di questo e ne facesse motivo di vanto piuttosto che di ribellione ed egocentrismo!

Il nemico di Dio ha spesso buon gioco nell’ingannare l’uomo facendo leva su questo suo carattere di “essere autonomo dal suo creatore”, travisandone il significato al fine di spingerlo alla ribellione a Dio padre e creatore.

Ora cari fratelli in Cristo, il passo della Scrittura proposto oggi vede Gesù Cristo, fattosi uomo, essere tentato proprio dal diavolo, che fa leva sulla natura umana di Gesù; quella parte che rende l’uomo più simile agli animali che non a Dio: la necessità di nutrirsi!

Il primo bisogno materiale dell’uomo è senza dubbio il cibo, tuttavia, questo bisogno primario del corpo non può e non deve far venir meno il soddisfacimento del bisogno superiore, quello spirituale dell’anima, ossia quello che soltanto la comunione con Dio può soddisfare.

La Parola di Dio è nutrimento dell’anima perché è quella che permette all’uomo di rimanere connesso a Dio, di vivere in comunione con lui anche nel periodo della nostra esistenza materiale terrena, in attesa di ricongiungerci con lui nella nuova vita Celeste.

Gesù aveva digiunato 40 giorni nel deserto e la sua parte umana, il suo corpo, chiedeva ora insistentemente il suo nutrimento, tuttavia, Gesù sa che, se avesse ceduto a tale bisogno, anteponendolo a quello spirituale, il diavolo avrebbe prevalso su di lui; Gesù invece è fermo nel rispondergli: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio” e il diavolo di fronte a questo è costretto a ritirarsi.

Ora voi mi direte: “tanto Gesù sapeva che di lì a poco sarebbero scesi gli angeli a portargli il cibo necessario; doveva solo attendere un altro poco…” (Mt 4:11).

Ecco fratelli il nostro errore, che è sempre quello di non avere sufficiente fede nel Signore e di pensare che lui non interverrà in tempo e quindi, per questo, noi cediamo spesso alle lusinghe del diavolo!

Ora non sta anche scritto nelle Scritture: “…non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?” (Mt 6:25), perché dunque non abbiamo fede nella promessa di Gesù? Forse che Gesù si rimangia le sue promesse se noi abbiamo fede che ciò che lui dice è vero?

Vedete allora che tutte le preoccupazioni del corpo sono in realtà inutili se mettiamo Dio al primo posto nella nostra vita?

L’unica cosa che Dio non può fare è forzarci la mano, ossia imporci di credere in lui, nelle sue promesse e obbligarci a fare qualcosa che noi non vogliamo, e questo per sua precisa scelta; tuttavia se noi lo accettiamo come padre creatore, rimaniamo in connessione con lui, attraverso il suo Santo Spirito che anima la Scrittura da lui ispirata, scopriamo che anche i bisogni della nostra parte umana carnale troveranno piena soddisfazione per mezzo delle sue benedizioni, ma soprattutto comprenderemo a pieno che sono le benedizioni spirituali che ci vengono dalla comunione con lui che ci rendono pienamente soddisfatti in noi stessi, in armonia con lui.

Affidiamoci dunque al Signore con fiducia per ogni nostra necessità e scopriremo che ogni bisogno scomparirà perché già soddisfatto. AMEN