Il perdono
Testi: Luca 3:1-9
Il testo di oggi ci parla della predicazione di Giovanni Battista; figura emblematica della Scrittura, poiché rappresenta l’anello di congiunzione tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, ovvero tra l’azione di Dio nei confronti del Popolo d’Israele, che si estende poi al nuovo popolo di Dio, quello che si formerà dalla predicazione di Gesù Cristo, e poi quella dei suoi Apostoli.
L’annuncio che Giovanni Battista fa, rivolgendosi agli israeliti, è duplice; Giovanni parla di perdono ma anche di ravvedimento: “Ed egli andò per tutta la regione intorno al Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati”. Perdono e ravvedimento, infatti, sono intimamente legati tra loro, proprio perché non vi può essere l’uno senza l’altro. Il ravvedimento è condizione per il perdono.
Questo era ben chiaro nella predicazione di Giovanni, che senza mezzi termini dice agli israeliti che erano andati ad ascoltarlo per essere da lui battezzati: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l'ira futura? Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento, e non cominciate a dire in voi stessi: "Noi abbiamo Abraamo per padre!" Perché vi dico che Dio può da queste pietre far sorgere dei figli ad Abraamo”.
E nella predicazione di Gesù?
Anche Gesù annuncia il perdono dei peccati degli uomini da parte di Dio, e allo stesso modo lo fa dipendere da loro ravvedimento, che è rappresentato dalla fede nel Signore Gesù, colui che Dio Padre ha mandato.
Ma che cosa significhi avere fede in Cristo? Sappiamo bene che non è semplicemente credere che Gesù sia il Figlio di Dio, ma, avendo creduto questo, ci dobbiamo conformare alla sua volontà.
Quindi il ravvedimento è anche qui essenziale per ottenere il perdono e quindi la salvezza; l’uomo nuovo, nato di nuovo dal battesimo, come testimoniato da Paolo, è colui che ha messo da parte la sua vecchia natura carnale per assumere quella nuova che gli ha donato lo Spirito Santo.
Senza ravvedimento (cambiamento) quindi, non vi può essere nemmeno il perdono.
Come giustamente diceva Giovanni a coloro che correvano a farsi battezzare (segno esteriore) senza però un reale cambiamento interiore: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l'ira futura?”, allo stesso modo noi non possiamo soltanto “fingere di aver cambiato la nostra vita”, per ottenere il perdono di Dio.
Ogniqualvolta invochiamo il perdono di Dio, riconoscendo i nostri peccati, essi sono lavati nel sangue di Cristo, e siamo da lui perdonati, ma la condizione di perdono non perdura se poi noi torniamo a peccare e non ci pentiamo ancora, tutte le volte che torniamo a peccare, almeno fino a quando il Signore non giudicherà che siamo sufficientemente preparati per entrare nel Regno di Dio (salvezza eterna al momento della nostra morte) o, viceversa, irrimediabilmente irrecuperabili perché totalmente schiavi del peccato, per aver scelto di servire il mondo e il suo Principe, il diavolo!
Oggi alcune chiese predicano il perdono e la grazia gratuita di Dio; altre predicano il perdono come conseguenza delle opere buone compiute dai fedeli a riprova della loro fede, tuttavia, sia nel primo sia nel secondo caso, sempre meno si pone l’accento sul “ravvedimento”, ossia sulla necessità che ci sia un reale cambiamento dell’uomo per arrivare ad accostarsi a Dio e ricevere il suo perdono.
Sia che si parli di grazia, sia che si parli di opere, in termini diversi, l’uomo di oggi si sente sempre più a disagio quando deve ammettere la sua sudditanza a Dio, e accettare il necessario ravvedimento.
Così si parla di grazia che viene elargita da Dio gratuitamente, (perdono) senza sottolineare la necessità di un sincero e concreto ravvedimento a priori; oppure si parla di opere buone compiute dal credente con le quali possa dimostrare (per non dire acquistare) il perdono, che quindi non è più un dono di Dio bensì qualcosa che l’uomo si sarebbe guadagnato!
No, cari fratelli in Cristo! Il perdono è un atto esclusivo di Dio e perdonare il peccato è prerogativa esclusiva di Dio, della cui Legge il peccato è la trasgressione. Il Signore, in virtù della sua natura divina, assunse il diritto ed esercitò la potenza di perdonare i peccati. Il Vangelo proclama non soltanto che vi è il perdono presso Dio, ma altresì che quel perdono si concilia con la giustizia divina. Un perdono gratuito, completo ed eterno viene offerto a tutti coloro che vogliono credere e sottomettersi al Vangelo mediante un sincero atto di ravvedimento dalla precedente condotta carnale.
L’uomo non vanta alcun credito nei confronti di Dio, e quindi non può, né acquistare il perdono del peccato con alcuna opera compensatoria, né attingere gratuitamente alla grazia di Dio se non passando prima per la fede (sottomissione al volere) in Cristo.
Così come noi riceviamo il perdono dei nostri peccati, allo stesso modo siamo poi tenuti a perdonarci a vicenda per espressa volontà di Dio: “rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori” (Mt 6:12); quindi il perdono è un atto compiuto da Dio verso l'uomo e dall'uomo verso il suo prossimo. Il dovere del perdono reciproco infatti è imposto da più parti nella Bibbia come ulteriore condizione per ottenere il nostro da Dio.
Quindi cari fratelli in Cristo, non c’è alternativa al perdono di Dio e di conseguenza non c’è alternativa al ravvedimento personale di ognuno, perché tutta la nostra vita, presente e futura, passa per questa stretta via (io sono la via, la verità e la vita). Tuttavia, è necessario comprendere bene il significato di questi due termini (ravvedimento e perdono) perché non sempre questo avviene, neanche da parte di molti credenti, e questo impedisce di accostarci pienamente alla comunione con Cristo ed operare in piena sintonia ed armonia con Lui attraverso la guida dello Spirito Santo.
Giova ancora ricordare che, anche se soltanto Dio ha il potere di perdonare i peccati, e non gli uomini che rappresentano la Chiesa di Cristo sulla terra, nondimeno gli uomini salvati che la formano, hanno ricevuto da Lui il compito d'annunciare il perdono e la salvezza per mezzo della fede nel sacrificio di Gesù Cristo e di testimoniarlo a tutti in ogni luogo, fino all’estremità della terra e in ogni tempo, fino alla fine dell’età presene e al ritorno glorioso del Nostro Signore Gesù Cristo. AMEN