Il ritorno di Gesù
Testi: Atti 1:4-11
“Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo»”.
Questo breve testo ci racconta la cd “ascensione” di Gesù al cielo, ossia descrive il momento in cui Gesù, il Dio fattosi uomo, lascia la terra per ritornare nelle dimori celesti, e stando a questo racconto, lo fa in un modo molto spettacolare, che ci ricorda un po' l’uscita di scena dell’eroe vittorioso che viene portato in trionfo.
Certo gli Apostoli devono essere rimasti molto impressionati nel vedere il Signore che saliva in cielo in questo modo e non riuscivano a staccare lo sguardo da quella scena, se non fosse stato che Gesù manda due uomini, in realtà due angeli in vesti bianche, che confermano agli Apostoli che Gesù, ora levato in cielo, ritornerà un giorno e lo farà alla medesima maniera in cui è salito in cielo.
Se il “primo avvento” di Gesù è avvenuto sì in un modo speciale, ma tutto sommato molto comprensibile, cioé attraverso la nascita di un bambino, ci è qui spiegato che il suo “secondo avvento” avverrà invece in una forma straordinaria e spettacolare.
Fino ad oggi la domanda che tutti i credenti di ogni tempo si sono posti è stata: “quando ritornerà il Signore?” benché a questa domanda Gesù avesse già risposto in modo chiaro: “Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità”;
oggi invece proviamo a farci un’altra domanda, non “il quando”, bensì “il come” ritornerà il Signore?
Proviamo ad immaginare che proprio oggi sia il giorno del ritorno del Signore; sì proprio oggi.
Come ce lo immaginiamo noi: “…nella medesima maniera in cui è stato visto andare in cielo”?
Provate a pensate che Gesù, in questo preciso momento, stia “scendendo dal cielo così come vi è salito”;
una schiera di angeli lo attornia per sottolineare il suo ritorno glorioso e sicuramente l’evento non passa inosservato: “Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” (Mt 24:30), ecco che all’improvviso una luce intensa illumina tutta la terra al punto di oscurare il sole stesso: “Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà…”. (Ap 22:5)
A questo punto tutti gli abitanti della terra, presi alla sprovvista da quanto sta accadendo, sono colti da una comprensibile meraviglia, poiché vedono che qualcosa di straordinario sta succedendo, qualcosa di sconvolgente, di mai visto prima.
In tempo reale, tutti i Media sono sul pezzo, e alla televisione partono le edizioni straordinarie dei Tg, che proiettano le immagini del cielo radioso, dal quale sta scendendo quest’uomo circondato da migliaia, anzi intere legioni, di altri uomini, anche loro in veste bianche, che risplendono contro l’azzurro del cielo.
Gli occhi meravigliati dei popoli sono tutti puntati su quell’uomo, che con il suo sguardo profondo e magnetico riesce a catturare quello di tutta l’umanità;
però la sorpresa per quello che sta accadendo non permette loro di pensare, così tutti rimangono immobili, in attesa che qualcuno possa spiegare cosa stia veramente accadendo.
Dopo la meraviglia iniziale però, sopraggiunge un giustificato timore, perché quello che scende dal cielo improvviso e sconosciuto non sempre è foriero di buone notizie; infatti qualcuno si ricorda che è stato scritto: “Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate”. (2 Pt 3:10) e ancora: “Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto; l'uno sarà preso, e l'altro lasciato. Due donne macineranno assieme; l'una sarà presa e l'altra lasciata”. (Lc 17:34-35).
Fino a ieri eravamo tutti intenti a condurre la nostra vita di sempre: andare al lavoro, sbrigare le incombenze quotidiane, affrontare i problemi della vita in base alla comune esperienza;
fino a ieri pensavamo che anche oggi sarebbe stato un giorno come gli altri;
in verità chi di noi è veramente pronto per affrontare il Giorno del Signore, ormai dimenticato, sepolto nelle pagine non più lette della Bibbia? Forse perché molto pochi si apettano seriamente che prima o poi questo giorno debba veramente arrivare;
invece cari fratelli in Cristo, quel giorno è arrivato, quel giorno è oggi!
Il Signore è ritornato come aveva promesso, proprio quando più nessuno ormai lo aspettava, nemmeno noi credenti, che pure non avevamo mai smesso di pregare, di andare in chiesa e di annunciare la sua parola, di considerarci suoi discepoli e quindi di vivere in prospettiva dell’Evangelo.
Invece il Signore è tornato, e ora sta per parlare ai popoli e alle nazioni: “Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra” (Isaia 2:4 – Michea 4:3)
Così dopo lo sconcerto iniziale: “I governi di tutto il mondo hanno allertato le difese aeree, terrestri e marittime, per contrastare quella che a molti appare essere una chiara minaccia contro l’umanità, un’autentica invasione. D’altronde con tutta la letteratura cinematografica che ci continua a proporre invasioni di alieni cattivi che vogliono conquistare la terra, c’era da aspettarsi che prima o poi qualcuno di loro ci facesse davvero visita.
Gli eserciti erano pronti ad intervenire, però, non appena hanno cercato di contrastare il fenomeno celeste, è accaduto un fatto sconcertante: tutte le armi, di qualsiasi tipo, dalle semplici pistole in uso alla polizia, fino ai missili nucleari che stavano per essere lanciati, si sono miracolosamente trasformati in attrezzi agricoli, aratri e falci, e adesso su tutta la faccia della terra non esiste più una sola arma che sia funzionante e che possa anche solo ferire qualcuno…”
La paura a questo punto dilaga tra coloro che non hanno creduto, perché capiscono che tutte le loro certezze basate sulle capacità dell’uomo razionale di essere “dio di sé stesso”, sono state soltanto un’illusione, anzi un inganno del maligno.
In quel momento però la voce del Signore si fa ancora udire sopra il rumore sordo del mondo: “Poi udii un’altra voce dal cielo che diceva: -Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi-” (Ap 18:4) “…perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore.” (1 Tes. 4:16-17)
A questo punto, cari fratelli in Cristo, il Signore ci chiama, chiama anche noi; ma noi siamo pronti ad uscire per andargli incontro?
Se sì, usciamo anche noi in strada e là troveremo altri che come noi hanno udito la chiamata del Signore e ci uniremo a loro.
Una volta usciti anche noi, ecco, vediamo che quelli davanti noi sono già sollevati in cielo fino a raggiungere le nuvole, e quando viene il nostro turno, anche noi siamo elevati in cielo, come loro, e mentre saliamo fino a raggiungere le nuvole, vediamo sotto di noi la terra aprirsi e ingoiare nel proprio seno ogni bruttura, ogni segno di degrado, ogni opera sconsiderata che l’agire dell’uomo ha prodotto nel corso dei secoli con la quale ha deturpato la terra.
Ma subito dopo vediamo rinascere una nuova natura incontaminata che ricopre tutta la superficie della terra: “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più”. (Ap 21:1) “Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni”. (Ap 22:1-2)
Così possiamo immaginare che si compia il giorno del ritorno del Signore!
Ma noi siamo mentalmente e spiritualmente pronti ad accogliere tutto questo, come se fosse oggi quel giorno?
Ci sono delle Chiese che nel loro messaggio pongono al centro il ritorno di Cristo, come per esempio gli Avventisti, mentre altre invece non ne parlano troppo spesso, fin quasi a volersi “dimenticare” di questi passi della Scrittura, ma al di là di questo diverso modo di affrontare la promessa del ritorno di Cristo, essa ci deve prima di tutto rendere gioiosi per il fatto che il Signore ci prenderà con lui, vivi o risorti che saremo al tempo del suo ritorno, ma soprattutto questo ci deve spingere a rimanere in costante comunione con lui, al fine di sentire il suo ritorno non come qualcosa che forse non avverrà mai o che avverrà soltanto in un lontano futuro, e quindi da uomini e donne razionali del nostro tempo, da mettere da parte, bensì come qualcosa con cui vivere la nostra vita ogni giorno, cioè sempre pronti ad aprire la porta ed uscire quando il Signore ritornerà e ci chiamerà, perché questo è il segno dell’amore che noi nutriamo nei suoi confronti, e non c’è maggior desiderio di quello di stare con la persona amata di cui si aspetta trepidanti il ritorno.
Se non aspettiamo il ritorno di Cristo con questo sentimento, forse è perché non lo amiamo a sufficienza e nel nostro cuore non occupa il primo posto come dovrebbe.
Allora cari fratelli in Cristo, proviamo davvero ad immaginare che oggi sia quel giorno e, esaminando noi stessi, ognuno di noi si chieda: “Sono pronto oggi ad accogliere il Signore che ritorna?” AMEN