Il Signore è la mia rocca

Testi: Salmo 73: 21-28

 

Quando il salmista scrive queste parole, stava vivendo un momento di particolare sconforto: “…il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente”, un momento che ciascuno di noi, prima o poi, si trova ad affrontare nel corso della propria vita.

Sia che siamo credenti, oppure dei non credenti, la vita ci riserva momenti difficili, dove amarezza e dolore per una qualche forma di ingiustizia subita, pesano su di noi in modo quasi insopportabile.

Il non credente accusa il destino di ciò che gli sta accadendo, e cerca di trovare un responsabile in un uomo o in una qualche forma di istituzione umana che ha causato, o permesso, che ciò accadesse; magari al di là del dolore, medita già vendetta nei confronti di coloro che ritiene responsabili del suo male. Tutto ciò è molto umano, cioè naturale, per chi non crede, per chi non condivide la presenza di Dio nella propria vita.

Per il credente è diverso; certo il dolore non è meno intenso, perché fa parte della condizione umana, ma differente è la reazione. Dopo aver costatato la sua triste situazione ed essersi domandato il perché, il credente sa che non è solo ad affrontare il dolore: “Ma pure, io resto sempre con te; tu m'hai preso per la mano destra; mi guiderai con il tuo consiglio”. Dio è presente nella vita di ogni credente e rappresenta sempre la soluzione ad ogni problema, la consolazione di tutte le angosce che ci possono colpire.

Il salmista ha vissuto sulla propria pelle questa amara vicenda e per questo sa per esperienza spirituale che non avrà altro aiuto se non quello di Dio: “Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te”.

Il credente, contrariamente a chi non ripone in Dio la propria forza e speranza, sa che solo Dio è la soluzione ad ogni problema di questo mondo, e solo a lui guarda e confida.

Comprendiamo allora che questo passo della Bibbia, sia pure scritto molti secoli fa, è quanto mai attuale, perché descrive perfettamente anche la condizione umana nella società odierna: caratterizzata da ingiustizie, crudeltà e sopraffazione.

Il Salmista parla di uomini che non temono Dio e che si arricchiscono a motivo delle ingiustizie commesse; vede la superbia e l'arroganza degli uomini a cui nessuno si oppone perché potenti, anzi, forse per questo, ammirati e temuti, e arriva anche a chiedersi: "Perché Dio non interviene? Perché permette che i miseri subiscano ingiustamente?"

Tutto ciò non è forse quello che succede anche a noi di pensare quando tutto va male e le ingiustizie imperversano? Il nostro cuore e la nostra mente non ragionano anch'essi allo stesso modo?

Il salmista, però, alla fine del suo sfogo, riacquista la saggezza e dichiara: “La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno”.

Qui abbiamo la sua precisa scelta di campo, quella che divide il credente dal non credente; non importa quanto sia forte il potere del mondo, che in momenti di cupa disperazione sembra ancora più invincibile, perché la fede riposta nella grazia divina non teme rivali, la mano di Dio è più potente di qualsiasi potenza terrena o umana: “Poiché, ecco, quelli che s'allontanano da te periranno; tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona”.

Consapevole di questo, il salmista, e quindi il credente, ogni credente che ripone in Dio la propria forza e speranza, dice con sicurezza: Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, di Dio, il mio rifugio, per raccontare, o Dio, tutte le opere tue”.

Nel caso specifico l’antico salmista compie un atto importantissimo: entra nel santuario, che non è necessariamente il luogo fisico del Tempio, ma il momento in cui il credente si rivolge alla Parola di Dio e si presenta al Signore, così come anche noi oggi dobbiamo fare quando in preghiera ci rivolgiamo al Signore, rimettendo nelle sue amorevoli mani ogni nostro cruccio o preoccupazioni, avendo fede che esse sono già state cancellate per l’amore che il Padre ha per ciascuno dei suoi figli in Cristo Gesù. AMEN