Il Signore è sempre pronto ad ascoltarci

Testo: Matteo 20:29-34

 

In questo breve brano del Vangelo di Matteo, troviamo riprodotta un’importante scena di vita spirituale, oltre che materiale.

Gesù stava uscendo da Gerico, una città della Giudea, una delle tante città che Gesù attraversava nel suo incessante annuncio del Regno di Dio con i suoi discepoli che, come sempre, lo accompagnavano ovunque andasse nella sua missione. Il clamore e la curiosità che suscitava Gesù con i suoi segni miracolosi, però, faceva sì che fosse seguito anche da una numerosa folla.

Anche in questa occasione la folla si accalca attorno a Gesù, come accade anche oggi, quando a muoversi è un personaggio famoso. Tutti vogliono vederlo, se possibile toccarlo, o anche solo “farsi vedere” con lui, come si usa fare oggi; certo allora i selfies non c’erano, però se ci fossero stati non v’è dubbio che qualcuno avrebbe chiesto a Gesù di fare una foto con lui.

Tutti sperano di ottenere qualcosa da lui, magari anche solo di soddisfare la propria curiosità nel vedere l’ennesimo miracolo compiuto da Gesù, di cui molti avevano sentito parlare, ma che magari non avevano ancora avuto occasione di vedere.

In tutta questa calca però, ai lati della strada, ci sono anche due persone che veramente hanno bisogno di Gesù: sono due ciechi! Essere ciechi allora, più di adesso, era una condanna ad un’esistenza ai margini della società, poiché voleva dire poter contare soltanto sulla generosità della gente che faceva loro la carità, e questa generosità, come ben sappiamo, è tutt’altro che scontata, …anzi.

I due ciechi hanno udito che Gesù stava per passare di lì, ma proprio perché ciechi, non potendolo vedere, non sanno esattamente quando Gesù passerà accanto a loro, così gridano con tutto il fiato che hanno in gola per attrarre la sua attenzione: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide!» 

Loro sanno che Gesù può guarirli; non hanno dubbi su questo, sulle sue capacità di operare una guarigione miracolosa, non hanno dubbi su di Lui, al punto di chiamarlo Figlio di Davide, che all’epoca era il massimo dei riconoscimenti che si poteva attribuire ad un uomo in Israele. La loro fede è grande, e tuttavia sanno che soltanto se Gesù si accorgerà di loro, potranno ricevere la guarigione tanto desiderata, e per questo gridano e non si stancano.

Le loro grida però disturbano la folla di curiosi che segue Gesù; due ciechi importuni che infastidiscono le orecchie con le loro urla, quindi, incuranti del loro stato di bisogno, la folla, ossia un po' tutti i presenti, li riprendono: “la folla li sgridava, perché tacessero”, ma i due ciechi, per nulla intimoriti dalla folla, o meglio ignorando i loro ammonimenti, gridano ancora più forte: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide!».

Gesù li sente e si avvicina ai due ciechi, quindi ascolta la loro richiesta: «Signore, che i nostri occhi si aprano». Gesù, commosso di fronte alla loro profonda fede, tocca i loro occhi, che si aprono, e i due ex ciechi ritrovano la vista, davanti allo stupore del pubblico che assiste meravigliato all’ennesimo miracolo compiuto dal Signore.

Questi due ciechi però, ci offrono una profonda lezione spirituale, che va oltre il clamore della guarigione descritta da Mattero, che di solito prende il lettore del racconto.

La loro insistenza, che dovremmo piuttosto vedere come “perseveranza”, ci ricorda che il Signore è sempre pronto a rispondere al grido di chi Lo cerca con sincerità, a chi si rivolge a Lui con fede, certo della sua risposta ogniqualvolta noi Gli chiediamo qualcosa di cui abbiamo veramente bisogno.

Ora noi viviamo in un mondo dominato dal nemico di Dio, “il principe di questo mondo”, che fa di tutto per innalzare barriere ed ostacoli tra noi e il Signore, affinché la nostra voce non giunga all’orecchio di Dio. Nel racconto dei due ciechi questo ostacolo è rappresentato dalla folla che si frapponeva fra i ciechi e Gesù, ma l’ostacolo non è necessariamente materiale, anzi, il più delle volte ciò che ci separa da Dio, sono ostacoli del tutto immateriali (le lusinghe e i desideri istigati dal Male negli uomini).

Quando nel nostro cuore i desideri terreni si accumulano, essi divengono degli ostacoli tra noi e il Signore, poiché ci impediscono di chiamarlo per farci udire da lui. Questi ostacoli possono e devono essere superati e rimossi mediante la fede e la preghiera.

Essi gridavano ancora più forte”, ci dice il testo; davanti alla folla che cerca di farli tacere, ossia di fronte al mondo che frappone ostacoli alla nostra comunione col Signore, quando le difficoltà si accavallano, quando sembra che ormai non vi sia più speranza e via di scampo, ecco che la nostra preghiera fa breccia e supera l’ostacolo, fino a giungere al Signore, che è sempre pronto ad ascoltarci!

Cari fratelli in Cristo, non dobbiamo avere paura, chiediamo, discutiamo dei nostri bisogni con il Signore, come hanno fatto i due ciechi; non facciamoci intimorire dalla folla, non arretriamo di fronte agli ostacoli che il mondo frappone fra noi e il Signore, ma sicuri della Sua presenza, prestiamo attenzione a quello che Egli vuole dirci e confidiamo in Lui, certi che il Signore è pronto a rispondere e operare nella nostra vita ogni volta che noi gridiamo a Lui. AMEN