Il Signore provvederà
Testo: Filippesi 4:10-20
L’Apostolo Paolo esprime gratitudine ai membri della chiesa di Filippi per essersi più volte presi cura di lui, durante la sua missione, anche quando le altre chiese non lo avevano fatto, e tuttavia il suo pensiero e la sua gratitudine vanno ancora più in alto, poiché egli sa che tutto viene da Dio e che è Dio colui che provvede ogni cosa secondo il suo superno amore e discernimento.
Sicuro e certo di questo, Paolo scrive: “Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze, in Cristo Gesù”.
Non vi è dubbio che in questo caso i credenti di Filippi sono stati lo strumento attraverso il quale il Signore ha beneficiato Paolo, prendendosi cura dei suoi bisogni durante il compimento della sua missione, e Paolo ne è ben consapevole, al punto che non esita a condividere questa consapevolezza come insegnamento universale per tutti i credenti nel Signore Gesù Cristo, così scrive ancora: “…io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”.
Questa consapevolezza dovrebbe essere alla base del rapporto col Signore di ogni credente, perché credere nel Signore, avere fede in lui, significa mettersi sempre nelle sue mani per ogni bisogno, presente e futuro, lasciare che sia Lui a prendersi cura delle nostre vite, non solo della nostra anima eterna, ma anche del nostro corpo terreno temporaneo, ancora prima che con la risurrezione ne riceviamo uno immortale.
Troppo spesso i credenti vedono nella fede in Gesù Cristo solo un “lasciapassare” per il regno dei cieli, ma pur osservando i precetti del Signore durante la loro vita terrena, agiscono come se tutto quello che devono fare quaggiù sia di loro principale, se non esclusiva, competenza e onere, ma così non è!
Chi vive e lavora per la missione di Dio, sa che è Dio stesso che provvede per ogni necessità materiale così come spirituale, eppure non sempre ci è facile accettare e accogliere questo importante dono di Dio!
Ci è naturale pensare e accettare che dopo aver lavorato per un datore di lavoro questi debba pagarci uno stipendio con il quale noi possiamo soddisfare i nostri bisogni materiali, ma non altrettanto pensare e accettare che, se ubbidiamo al Signore, se facciamo la sua volontà, se adempiamo alla missione cui lui ci ha singolarmente incaricati, Lui provvederà per ogni nostro bisogno allo stesso modo di un datore di lavoro.
La nostra mancanza di fede ci priva di molte possibili benedizioni, quando il Signore vuole beneficiarci di ogni cosa, senza che noi dobbiamo faticare da soli per averle;
i nostri peccati e le nostre disubbidienze, che sono gli ostacoli per ottenere le benedizioni di Dio, sono in realtà perdonati per grazia mediante la fede in Gesù Cristo, così che nessuno che si pente e va a Lui è privato della possibilità di avere comunque delle benedizioni del Signore!
Cosa aspettiamo dunque a metterci nelle mani di Dio? Gli operai della vigna non ricevettero tutti la stessa paga nonostante il diverso momento in cui cominciarono a lavorare nella vigna del Signore?
Allora cosa aspettiamo a fare anche noi altrettanto?
Il Signore provvederà davvero ad ogni nostro bisogno se solo noi glielo chiederemo con fede;
perdonerà i nostri peccati e ci accoglierà nella sua grande famiglia di fratelli e sorelle;
si prenderà cura di noi come un fratello maggiore e ci presenterà al Padre perché in Lui noi siamo stati adottati come figli di Dio!
Quale meravigliosa prospettiva cari fratelli in Cristo; non aspettiamo oltre fuori dalla porta ma bussiamo ed entriamo nella casa del Signore. AMEN