In che Dio credete voi?

Testi; Genesi 2:4-7; Luca 20:9-16a e 24:44-51

Cari fratelli in Cristo, oggi vi pongo la seguente domanda: “In che dio credete voi?”

Con questa domanda, un po' provocatoria, voglio invitarvi a riflettere sull’immagine che ciascuno di noi ha di Dio, che non è uguale per tutti, perché essa cambia a seconda del tempo e del luogo.

Nel corso dei secoli, infatti, si è partiti dal: “Dio onnipotente creatore del cielo e della terra e di tutte le cose visibili e invisibili”, per arrivare ai nostri giorni a concepire un “dio creatura”, ossia un dio come idea partorita dalla mente dell’uomo per sopperire ai limiti naturali dell’uomo e quindi a un dio che non esiste!

Se è ovvio che i non credenti, ossia gli atei, pensino a Dio come un’invenzione della mente umana, devono invece farci riflettere le profonde differenze di vedute che hanno i credenti;

oggi, infatti, per molti credenti ormai Dio è diventata una presenza fatta su misura, ad uso e consumo personale. Così, in alcune aree e culture cristiane, il Dio della Bibbia che domina sul creato, e quindi sull’umanità, non esiste più, perché è stato sostituito da questo “dio personale”.

Le conseguenze di questo modo di vedere Dio sono sotto i nostri occhi: le chiese si vanno progressivamente svuotando e la fede da un lato è sempre più relegata a fenomeno individuale, mentre dall’altro, ove esistono ancora comunità di fedeli attive, il culto è visto solo come un momento conviviale, legato alla tradizione.

Da noi in Italia, ad esempio, al di là delle esperienze di devozione popolare, sempre molto gettonate, le uniche forme di religiosità che ancora vengono proposte ai fedeli sono quelle aventi risvolti sociali, che vedono la fede come semplice “insegnamento etico”, che punta ad incoraggiare la “carità cristiana” e l’amore verso il prossimo (accoglienza agli immigrati, attenzione verso i poveri, diaconia, etc.), piuttosto che il culto verso Dio.

Così l’opera delle cd “chiese storiche” è tutta rivolta al sociale, allo scopo di creare consenso attorno a loro in un mondo sempre più ateo, mentre per contro, le chiese più fondamentaliste tendono a chiudersi a riccio in sé stesse, rinunciando a confrontarsi con un mondo corrotto, sempre in attesa del cd “rapimento celeste della Chiesa” e del ritorno del Signore (Secondo Avvento).

In buona sostanza la maggioranza dei credenti oggi vive il proprio rapporto con Dio:

o come un rapporto di convenienza (il mio dio personale cui rivolgermi nel bisogno);

o come una convenzione sociale (il dio dei riti, della tradizione, del “facciamo del bene”);

o come una via di fuga da un mondo corrotto e malvagio (fondamentalisti).

In origine però le cose erano molto diverse.

Quando parliamo di origine dobbiamo andare indietro non solo all’Antico Israele, ma proprio alla creazione, alla Genesi. Alcuni studiosi moderni mettono in dubbio la storicità di questi racconti e di conseguenze molte chiese si stanno adeguando a questa visione scientifica (cd storico critica), mentre altre chiese (fondamentaliste) prendono proprio la scrittura alla lettera;

entrambe però evitano di ricercare il vero significato di queste antiche testimonianze.

I racconti della Genesi, in effetti, non possono essere un accurato resoconto storico, poiché quando Mosè (o chi per esso), scrisse il libro della Genesi, faceva riferimento ad avvenimenti già molto antichi, avvenuti molto secoli prima della sua nascita. Mosè, quando mise per iscritto la Genesi allora, prese come riferimento alcune antiche fonti della tradizione orale, sia ebraica, sia degli altri popoli del Medio Oriente.

La Bibbia (la Genesi) però non è l’unico testo antico che ci parla della creazione, giacché il racconto della creazione dell’uomo è presente in tutte le culture umane; benché molto diversi e lontani tra loro nel tempo e nello spazio, tutti i popoli della terra ci danno un racconto della creazione molto simile a quello narrato nella Bibbia. Persino gli aborigeni australiani, che sono la cultura più antica ad oggi conosciuta, e che è vissuta intatta, perché isolata dal resto del mondo, per oltre 50.000 anni, ci parla di divinità che sono scese dal cielo per insegnare agli uomini le leggi, i precetti e le regole di comportamento.

Per contro è interessante notare come nessun popolo abbia mai affermato di essersi “evoluto da specie di primati inferiori”, come sostengono invece gli evoluzionisti da Darwin in avanti, ma tutti i popoli parlano di una o più “divinità creatrice”. Ora, se è scontato che nessun uomo abbia mai visto Dio mentre creava i cieli e la terra, sulla base di questi antichi racconti è invece evidente che una divinità un tempo abbia detto all’uomo: “Guarda che io sono colui che ti ha creato, IO SONO il tuo dio”, come è scritto anche nella Bibbia.

Così la Bibbia ci dice che l’umanità un tempo ha visto Dio, e per un tempo ha anche vissuto insieme a Lui (nel Giardino di Eden), fino a quando questo idillio si è spezzato a causa della ribellione dell’uomo (il peccato originale), sobillata da un nemico di Dio (il diavolo). Dio, il dio buono (quello che tutte le fedi riconoscono come “il vero Dio”), ha poi lasciato l’umanità a cavarsela da sola, con la promessa però di ritornare un giorno per punire i ribelli e premiare i suoi fedeli.

Questo antico racconto biblico, non solo si ritrova anche presso altre culture quindi, ma guarda caso si ripete ancora nel Nuovo Testamento con Gesù Cristo, il Dio sceso dal cielo, che ha assunto forma umana: “…per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo…” è vissuto per un tempo insieme agli uomini, che poi lo hanno tradito, rigettato e ucciso, perché ancora spinti dal nemico di Dio, il diavolo, quindi Dio (Gesù Cristo) è risalito in cielo, ancora con la promessa di ritornare un giorno per giudicare i cattivi e premiare i buoni!

Questa è una visione comune a tutte le fedi, almeno com’è scritto nei diversi testi sacri, quello che poi però è accaduto nel corso della storia umana è un’altra cosa. Il Dio della rivelazione è stato quasi sempre “cambiato” dagli uomini, che gli hanno fatto assumere delle forme e quindi attribuito degli insegnamenti molto diversi, tutti in prospettiva umana e terrena piuttosto che divina e celeste.

Noi sappiamo che, anche nella sua forma più benevola e umanizzata, cioè Gesù Cristo, Dio non ha mai rinunciato ad essere tale, ovvero ad essere “Dio” e a pretendere ubbidienza e devozione da parte di tutte le sue creature. Anche Gesù Cristo, che si definisce “figlio di Dio” e quindi lui stesso Dio, benché chiami i suoi discepoli “amici” e non più “servi”, non rinuncia al suo ruolo di capo supremo della Chiesa e quindi anche dell’intero creato, poiché oggi: “siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine”.

I vangeli contengono diverse parabole simili a quella di Luca proposta oggi, che fanno riferimento ad un re o ad un padrone che parte per un lungo viaggio costituendo un servo quale amministratore dei suoi beni. In queste parabole il servo, poi diventato infedele, viene severamente punito al ritorno del suo padrone; ritorno ormai del tutto inatteso dopo tanto tempo. Anche qui è dunque sottolineato il fatto che Dio se ne va con la promessa (o minaccia) di ritornare un giorno per riprendere ciò che è suo, che ha lasciato soltanto in gestione fiduciaria, o in deposito, all’uomo e non certo in proprietà.

La vita e gli insegnamenti di molte Chiese oggi si giocano proprio su questo equivoco, quello del servo fiduciario che invece di fare la volontà di Dio, fa in realtà il suo umano interesse, contando sul fatto che tanto ormai il padrone non ritornerà più. Nessuna Chiesa cd storica (Cattolica, Protestante, Ortodossa) si aspetta davvero un (imminente) ritorno di Cristo! Per tutte queste Chiese, e per i loro rispettivi fedeli, si dà ormai per scontato che Gesù Cristo non tornerà più, anzi, molto a denti stretti alcuni all’interno delle chiese ammettono che forse Cristo non è mai neppure esistito, perché il Gesù di Nazareth storico, era soltanto un uomo, un grande uomo sì, ma pur sempre un uomo, i cui insegnamenti terreni (etici) dovevano e devono servire soltanto per regolare la vita umana quaggiù, ma che tutto il resto (Regno millenario di Cristo, la risurrezione dei corpi e il Regno dei Cieli) sono soltanto delle belle immagini per rafforzare la predicazione terrena di Cristo e quindi per consolidare il potere (terreno) delle Chiese.

Attenzione però, perché seguendo questa pericolosa logica, anche i credenti finiscono per farsi un’immagine di Dio non troppo diversa da quella degli atei, ossia considerare Dio soltanto come “un’idea consolatrice” che rende meno dura la vita terrena e li aiuta a sopportare le molte ingiustizie umane.

D’altro canto, se è vero che le Chiese fondamentaliste, e perciò perseguitate e distaccate dal potere mondano, si aggrappano ancora a Dio come loro unica speranza di salvezza e che l’Evangelo ha ottenuto un evidente successo proprio nei confronti degli ultimi, degli esclusi, perché chi non ha nulla da perdere in questo mondo è molto più disposto ad ascoltare ed accogliere una promessa di un mondo migliore, è anche vero che il diavolo sa corrompere molto bene le anime degli uomini, e non appena questi posseggono qualcosa, subito lo difendono con forza, anche rinnegando l’opera di Dio che ha concesso loro ciò che hanno, per questo motivo le Chiese nascono tutte “pure”, ma poi finiscono per corrompersi con altrettanta facilità!

Ora cari fratelli in Cristo. se vi ho chiarito almeno un po' chi è veramente Dio, ossia: “l’Essere supremo che ha creato l’uomo e l’ha istruito e fatto crescere, essendogli stato accanto nei primordi dell’umanità ed essendo poi tornato più volte e in varie forme e con vari testimoni (profeti, angeli, e persino in forma umana in Gesù Cristo) durante la storia umana, al fine di ricondurlo all’osservanza della sua volontà, com’è testimoniata nelle diverse scritture cd “sacre” alle diverse religioni (anche non cristiane);

se vi ho chiarita quale sia la volontà di Dio, ovvero ciò che Dio si aspetta da noi: “fedeltà assoluta nei suoi confronti piuttosto che osservanza di norme etiche o -precetti di uomini- “Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini”; (Mt 15:9)

credo che ogni Chiesa, o meglio ancora, ogni credente, debba esaminare sé stesso per vedere se sta davvero onorando e servendo il Dio della rivelazione, com’è presentato e descritto nei testi sacri (la Bibbia in primis per noi cristiani), oppure se non stia invece servendo un “proprio dio personale”, ossia un “idoletto spirituale” (piuttosto che materiale), che ognuno si è costruito per la sua comodità.

In quest’ultimo caso, purtroppo, siamo davvero lontani dal servire Dio com’è a Lui gradito, e ci avviciniamo tanto al desiderio di essere noi “il dio di noi stessi”, lo stesso desiderio con cui il serpente tentò con successo Adamo.

Il dio che oggi molte chiese presentano e propongono, purtroppo, non è più il Dio originale della Creazione, di Abraamo, di Mosè e di Gesù Cristo, ma è “un dio fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo moderno”, così la volontà di Dio e spesso distorta dalle chiese per rafforzare il loro potere terreno (i vignaiuoli disubbidienti della parabola che si comportano come padroni picchiando e uccidendo i conservi rimasti fedeli a Dio).

Concludo allora dicendo che, come veri credenti, non possiamo dubitare che un giorno Gesù Cristo ritornerà, com’è scritto nella Bibbia, e che questa volta sarà per “fare giustizia”. La Scrittura ci dice che lo farà con grande visibilità, alla testa di molteplici legioni angeliche, scendendo dal cielo come vi era risalito e manifestando tutta la sua potenza. Credo che per dare l’idea si possano utilizzare le immagini proposte dai tanti film hollywoodiani dove la terra viene circondata dagli alieni cattivi, solo che questa volta, ci dice la Scrittura, “i buoni” saranno i liberatori guidati da Gesù, mentre i cattivi saranno gli uomini, ormai caduti schiavi del diavolo e del Principe di questo Mondo, che si rivelerà alla fine, e insieme cercheranno in ogni modo di opporsi al ritorno di Gesù Cristo Re per mantenere lo “status quo” di peccato.

Chi non sarà stato trovato fedele a Dio (tra i vivi e i risorti), dopo che questi avranno lottato a fianco dell’anticristo e saranno stati sconfitti dagli angeli di Dio, saranno giudicati e condannati alla morte eterna, ossia all’inferno di fuoco come fu mostrato all’Apostolo Giovanni, che nell’Apocalisse ci ha fatto una sia pur difficile rappresentazione di ciò che accadrà negli ultimi giorni.

Le chiese e i credenti che negano, o semplicemente tacciono di dire tutto questo, perché ormai ampiamente impopolare, finiranno per essere loro stessi schiavi e complici del Principe del Mondo che li sta imprigionando nella sua rete, mentre fino ad allora i veri credenti continueranno ad essere derisi, sbeffeggiati, esclusi, discriminati e perseguitati, quando non anche uccisi.

Anche questo è stato preannunciato da Gesù Cristo e anche questo sta puntualmente avvenendo un po' ovunque nel mondo.

Ecco allora cari fratelli in Cristo, che alla luce di tutto questo, vi chiedo ancora una volta: “In che Dio credete voi?” AMEN