Infinitamente di più

E' possibile ascoltare la meditazione direttamente da questo link:

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Testo: Efesini 3: 14-20

 

L’uomo ha sempre avuto davanti a sé due possibili strade: quella dell’ubbidienza e della condivisione della volontà di Dio, e quella della ribellione, dell’essere “dio di sé stesso”!

E’ evidente come queste due strade vadano in direzioni molto diverse, anzi potremo dire proprio opposte; quindi, posti di fronte a due direzioni così chiare e distinte non dovremmo avere dubbi su quale prendere, ossia dopo avere deciso di prendere l’una, dovremmo essere sicuri di non finire di incamminarci sull’altra, invece la vita di molti uomini, della grande maggioranza di loro potremmo dire, è un continuo “passare da una strada all’altra”!

Da un lato abbiamo l’amorevole richiamo di Dio Padre, che per mezzo del suo Figliolo Gesù Cristo ci invita ad andare, ossia ritornare, a lui, mentre dall’altro abbiamo le sempre presenti lusinghe, ovvero insidie, di Satana, che ci stuzzica e ci sollecita a ribellarci a Dio, come fece con Adamo, e quindi a ritagliarci una nostra vita indipendente da ogni condizionamento da parte del Signore;

via questa che conduce al peccato, ma che agli occhi degli uomini, appare sempre molto attraente, perché ci viene presentata come la libertà di decidere come meglio pensiamo (ossia la capacità di discernere il bene e il male), e attira sempre molte persone.

Il non dover dipendere da nessuno, l’essere il dio di sé stessi, è da sempre il desiderio nascosto dell’uomo, da quando si è ribellato a Dio, ma nella realtà questo desiderio rimane impagato, rimane una triste illusione, poiché anche gli uomini più potenti della storia, alla fine hanno dovuto affrontare la condanna ultima, ossia la morte, e tutto il loro potere, la loro fama, la loro ricchezza si è dimostrata essere una vanità.

Questo però non ha dissuaso, e non dissuade ancora oggi, molte persone dall’intraprendere la strada della ribellione, ossia del “fai da te”, pensando che così facendo possono ottenere risultati migliori e più gratificanti che non servendo Dio e rimanendo in comunione con lui, osservando il suo volere e adempiendo alla missione che lui, di volta in volta, assegna ai suoi amati figlioli che non gli hanno voltato le spalle o accettano di ritornare a lui, come fece il famoso figliol prodigo della parabola.

L’Apostolo Paolo, a chiusura della sua lettera agli Efesini, pone una frase che ben riassume cosa significhi rimanere fedeli al Signore e in comunione con lui, e quali siano le conseguenze di questa scelta.

Contrariamente a quanto si pensi generalmente, a quanto il Maligno ci induca a pensare, rimanere con Dio e al suo servizio, conviene molto di più che non cercare di fare da soli, di affrontare il mondo con quella pretesa libertà tanto decantata dal Male.

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo…”, sono parole che ci dovrebbero fare riflettere, perché anche se la nostra fede fino ad oggi è stata debole, al punto di non aver realmente sperimentato la potenza di Dio che opera in noi, nondimeno, la testimonianza di Paolo e di altri credenti che invece si sono posti al completo servizio di Dio, ci prova che chi sceglie la strada di Dio troverà le risposte a tutte le sue esigenze, ben oltre le proprie aspettative, poiché Dio è tanto al di sopra di noi in tutto, che soltanto le nostre piccole menti possono pensare di poter fare meglio da soli, senza di lui…

Con questo cari fratelli in Cristo riflettiamo bene quale strada prendere, e dopo aver deciso, sforziamoci di mantenerci su quella strada;

chiediamo con forza al Signore che di aiuti a mantenerci sulla sua strada, “ci obblighi” a farlo quando nella nostra limitata visione pensiamo sia meglio deviare altrove, mentre se abbiamo fiducia nella visione di Dio andremo molto più lontano e meglio.

Avere fede in Dio significa in buona sostanza mettere la nostra vita interamente nelle sue mani, lasciarci guidare da Lui nel modo che a Lui piacerà, sicuri che così facendo la nostra vita sarà sempre ben guidata e che di fronte a qualsiasi pericolo o insidia del Male, il Signore troverà per noi la giusta soluzione: “…non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!” scriveva ancora l’Apostolo Paolo, (Gal 2:20) avendo lui provato per fede cosa significasse questo, e allora anche noi seguiamo fiduciosi le sue parole e il suo esempi e non rimarremo mai delusi.

Sicuri di questa certezza cominciamo fin da oggi a disporre la nostra vita in modo che il Signore compia meraviglie per noi. AMEN