Io faccio nuove tutte le cose

Testo: Apocalisse 21:1-5a

 

Ecco, io faccio nuove tutte le cose.”

Questo è forse il più grande paradosso della fede cristiana.

Noi leggiamo nella Scrittura la storia del creato fin dai giorni delle sue origini;

leggiamo la storia del Popolo Santo d'Israele;

ricerchiamo nella tradizione tramandataci dai padri, le radici stesse della nostra fede;

cerchiamo nella testimonianza di chi ci ha preceduto, la prova della veridicità di quanto è stato a loro trasmesso.

Il Dio che noi serviamo, il Signore che noi amiamo e in cui riponiamo la nostra fede e la nostra speranza, lo vediamo come un dio che ci parla dal passato;

come un dio che fonda la sua autorevolezza sul fatto che “Lui c'era prima di noi”, che ci ha preceduti nello spazio e nel tempo.

Il passato è la nostra certezza, quanto il futuro ci spaventa;

il passato è conoscenza, quanto il futuro è un'incognita;

il passato è come la terra che abbiamo sotto i piedi, quanto il futuro è un cielo misterioso che incombe sopra le nostre teste.

Così, spesso, dove finiscono le nostre certezze, la finiscono anche le nostre speranze, e con esse la nostra stessa fede;

Così come una nuova nascita è portatrice di gioia in ogni famiglia umana, perché in essa vediamo la vita che si perpetua, allo stesso modo la morte è fonte dell'angoscia che ci attanaglia e ci sbarra la strada, togliendoci ogni speranza, facendo venir meno la stabilità della terra che calcano i nostri piedi.

Ecco, io faccio nuove tutte le cose”, ci dice invece il Signore;

non si tratta di una fine allora, bensì di un nuovo inizio!!

Il nostro è un Dio che non guarda al passato, ma al futuro;

anche se noi siamo irrimediabilmente legati e condizionati da ciò che conosciamo, che ci da sicurezza, che ci tiene ancorati a quello che abbiamo alle nostre spalle e sotto i nostri piedi, Dio invece ci dice di guardare avanti, di alzare i nostri sguardi verso il Cielo.

Tutto quello che noi ci portiamo dentro: le nostre paure, le nostre piccole certezze, le nostre diverse tradizioni, per noi così importanti, così “indispensabili” per sentirci dei buoni cristiani, davanti al nostro Signore che viene, non servono più a nulla, perché lui ci dice: “ecco, io faccio nuove tutte le cose”.

Il nostro Signore Gesù Cristo da sempre ci invita a guardare avanti;

ci esorta ad avere fede in lui, a lasciarci alle spalle tutto quello che ancora ci lega in qualche modo all'uomo terreno, che è limitato dalla sua carne corruttibile, e per questo soggetto al peccato e alla morte, perché, ci dice ancora il Signore: “...le cose di prima sono passate”.

Davanti alla nuova Gerusalemme celeste che scende maestosa dal cielo, anche la vecchia Gerusalemme terrena, per quanto carica di storia e di tradizioni, è destinata all'oblio, perché il Regno dei Cieli è “il nuovo inizio di Dio con l'umanità redenta”!

Alziamo dunque il nostro sguardo verso il Cristo celeste;

guardiamo avanti, è là che scorgeremo il nostro Signore;

lasciamoci il nostro passato alle spalle, non dobbiamo più girarci indietro, cari fratelli in Cristo, perché il nostro Signore non è più appeso al legno della croce, ma è la davanti a noi nella sua gloria che ci aspetta e ci chiama, ed è solamente là che lo incontreremo, dove lui ci attende per riunirci insieme al Padre: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose.” AMEN