Istruzioni per l'uso

Testo: Proverbi 10:15-16

 

Il denaro, come tutte le cose, non è né buono, né cattivo in sé, ma dipende sempre da come lo si usa.

Dare le colpe alle cose anziché all’uso che se ne fa è troppo spesso un comodo espediente per non assumersi la propria responsabilità, e quando questo avviene, di fronte a Dio e agli uomini ci si presenta con una grave colpa, ossia è come dare una falsa testimonianza sapendo di mentire!

Il giusto salario, ossia il denaro che ciascuno si guadagna con la propria opera serve per vivere, ci dice la Scrittura, ma il salario dell’empio, ossia ciò che non è frutto del proprio lavoro onesto porta già di per sé al peccato, ossia a commettere un’ingiustizia davanti a Dio e agli uomini.

Questo versetto ci insegna che ciascuno deve avere quanto gli serve per vivere decorosamente, ossia soddisfare i propri bisogni e anche pendersi qualche extra, ossia quei piccoli piaceri che rendono la vita più godibile.

La Scrittura non ci dice quale debba essere la quantità di denaro che ognuno deve avere, perché ovviamente questo dipende da tanti fattori, e tuttavia indipendentemente dalla quantità di denaro che ogni uomo può avere, quello che importa è che ciascuno abbia ciò di cui ha bisogno per vivere una vita decorosa, o come direbbe un credente “benedetta dal Signore”.

Il giusto ha ciò che serve per vivere del suo lavoro, o così dovrebbe essere, perché purtroppo quando l’empio si impossessa di una grande parte di ciò che spetta al giusto, è chiaro che il giusto alla fine mancherà del necessario e ne soffrirà.

Si stima che il 90% della ricchezza del mondo sia nelle mani di meno del 10% della popolazione, e che di questo 10% di ricchi, ce n’è una percentuale minima che possiede la maggior parte del 90% delle ricchezze. Alla luce di questi dati possiamo ben vedere come l’empio che accumula ricchezza ben oltre le sue necessità materiali stia privando il resto degli uomini di gran parte di ciò che necessita loro per vivere dignitosamente.

Ma questi ricchi empi che dispongono di denaro oltre ogni loro necessità e desiderio, sono davvero soddisfatti della loro vita?

Provate ad immaginare se il denaro fosse commestibile e quindi deperibile: pensate che un super ricco che ha la possibilità di farsi servire cento portate per pranzo li possa davvero godere? Evidentemente no! Finirebbe per assaggiare tutto e poi non mangiare nulla, e il cibo andrebbe sprecato.

Ora anche il denaro tenuto nelle banche da costoro è come il cibo sprecato perché non serve a soddisfare la loro fame e nello stesso tempo procura la fame di molte altre persone a causa della sua mancanza!

Allora vediamo che il giusto vive sereno col frutto delle sue fatiche, mentre vediamo intorno a noi tanti "empi" che spendono e spandono in piaceri, vizi ed eccessi che lasciano loro solo rimorsi, mal di testa e profonda insoddisfazione.

Ora cari fratelli in Cristo, il giusto sa come usare il poco o il tanto che Dio gli consente di guadagnare; sa che nulla deve essere sprecato perché conosce il significato di bisogno e valore, e questo è un’importante insegnamento della vita;

l’empio invece vive di eccessi e finisce per auto distruggersi, poiché il denaro per lui diventa una catena mortale che non lo fa dormire e neanche vivere decentemente, perché lo fa cadere schiavo di colui che ne ha il vero controllo: Mammona, cioè il principe di questo mondo!

Impariamo dunque ad usare il denaro per quello che è il suo vero scopo senza farne il nostro padrone, ma dandogli la giusta importanza che si da a tutte le cose che ci servono per vivere e non vivere per esse. AMEN