Italiano Protestante o Protestante italiano?
Un tempo nelle nostre chiese circolava la battuta sulla differenza che esisteva tra un Valdese ed un Metodista: “Un Valdese è un Protestante Italiano, mentre un Metodista è un Italiano Protestante”, a significare che un Valdese era prima di tutto un protestante, che per caso si era venuto a trovare in Italia, mentre un Metodista era un Italiano che aveva scelto di essere protestante.
Nel secondo dopoguerra la maggioranza dei Valdesi, dei Metodisti e anche dei Battisti, ha condiviso un orientamento politico di sinistra, per una serie di motivi, quali: la comune lotta antifascista, l’opposizione alla Chiesa Cattolica Romana, da sempre sostenuta dall’ex Democrazia Cristiana, la visione laica dello stato, la condivisione degli ideali e delle battaglie per i diritti civili con i partiti della sinistra italiana, ha spinto molti evangelici ad orientarsi politicamente a sinistra, e in particolare verso l’ex Partito Comunista, poi Pds e Ds.
Non c’è dubbio che se all’epoca avessimo sovrapposto l’identikit di un membro delle nostre chiese con quello di un iscritto all’ex PCI, i due sarebbero stati quasi perfettamente coincidenti, e l’unica differenza, ovviamente, sarebbe stata la fede, in quanto per definizione gli iscritti al PC erano atei, ma per tutto il resto le due figure erano davvero molto simili, al punto che diversi membri di chiesa avevano anche la tessera del partito.
Il PCI non esiste più ormai da anni, e il suo erede, l’odierno PD, ha ben poco in comune con il vecchio PCI, al punto d’aver portato avanti delle politiche molto lontane da quelle della sinistra storica.
Oggi, valori come la difesa delle classi meno abbienti, l’onestà della classe politica (la questione morale di Berlingueriana memoria!), la solidarietà, l’impegno civile, i diritti al lavoro e la tutela dei lavoratori, la difesa della costituzione repubblicana e la democrazia di base e partecipata, che un tempo erano le bandiere del vecchio PCI, sono stati messi da parte dal nuovo PD, per non dire dimenticati. Gli stessi valori etici che ritroviamo negli insegnamenti evangelici e che avevano permesso questa condivisione tra chiesa e politica, ormai nel nuovo PD sono soltanto sulla carta, perché nella realtà il PD strizza l’occhio ai poteri forti e alla finanza globale, piuttosto che non alla classe operaia.
Tuttavia, ci sono nuove forze politiche che hanno ripreso questi valori e ideali, ponendoli al centro del loro programma politico; mi riferisco al Movimento 5 Stelle, che nonostante sia un movimento politico “post ideologico”, condivide molti degli ideali della vecchia sinistra (comunista) e quindi, di fatto, anche dei principi etici dell’Evangelo. Oggi si potrebbero sovrapporre l’identikit ideale di un evangelico e di un grillino, per scoprire che in buona parte coincidono, salvo anche in questo caso la questione di fede, poiché il M5S è un movimento totalmente laico, come lo era il vecchio PCI.
Alla luce di questa “coincidenza” di ideali e di principi ci si aspetterebbe di trovare nelle Chiese Evangeliche storiche, tra i loro membri, una diffusa presenza di “grillini”, invece sorprende vedere come non solo gli evangelici grillini siano soltanto una minoranza, ma addirittura che l’intellighenzia delle nostre chiese non esiti ad apostrofare il M5S come “populista”, quando non anche “fascista”, da parte di qualcuno più estremista.
Come si spiega tutto questo? Forse la risposta (purtroppo) si può trovare parafrasando la battuta iniziale: se i Valdesi erano prima evangelici, e solo poi italiani, oggi possiamo dire che la maggioranza dei membri delle Chiese Evangeliche storiche italiane sono prima “ex comunisti” (di sinistra), e solo poi “evangelici”. Per questo motivo tutto ciò che “non è ideologicamente di sinistra”, anche se in linea con i principi dell’evangelo, viene istintivamente rigettato dalla maggioranza dei membri delle nostre chiese, che per inciso sono in costante calo e in crisi di vocazione, esattamente come lo sono le ideologie (di sinistra e di destra) di fronte ad un mondo ormai post-ideologico. E’ un peccato che tra il M5S e la presente generazione evangelica non possa esserci questa ideale condivisione/collaborazione, tuttavia la speranza viene dai giovani, che sanno guardare oltre le ideologie del secolo scorso, e forse non dovremo aspettare i classici 40 anni nel deserto, in attesa che la generazione ideologica si esaurisca, perché, con il prezioso apporto dell’etica evangelica della responsabilità individuale e civile, anche il M5S potrebbe avere una maggior forza nel contrastare il degrado etico della politica italiana.
Giuseppe Rai
