La chiamata di Dio

Testi: Marco 1:16-20; Giosuè 1:1-9

 

La chiamata di Dio è qualcosa di speciale o è rivolta a tutti noi?

Gesù ci ha insegnato che tutti siamo chiamati a servirlo, ma ognuno di noi lo è in modo diverso, poiché diversa è la missione che il Signore affida a ciascuno di noi, così com’è diversa la risposta che ciascuno di noi dà alla chiamata di Dio.

Essere chiamati da Dio alla sua missione è un grande onore, come quello ricevuto da Giosuè, chiamato a condurre il Popolo d’Israele alla conquista della Terra Santa, o quella ricevuta da Pietro, Andrea, Giovanni e Giacomo a diventare Apostoli del Signore; allo stesso tempo però essa comporta anche un altrettanto grande onere. Possiamo ben dire che più grande sarà l’onore cui il Signore ci destina, più grande sarà l’onere che dovremo sopportare per adempiere alla missione che Lui intende affidarci.

Potremmo anche dire che senza onere non c’è neppure onore, e questo vale per tutte le cose che facciamo nella nostra vita.

Quando Dio ci chiama dobbiamo mettere in conto che dovremo rinunciare a qualcosa della nostra vita, ma possiamo essere altrettanto sicuri che in cambio riceveremo molto di più dal Signore, a patto però che rispondiamo adeguatamente alla sua chiamata.

Spesso però il sacrifico della rinuncia ad una parte, o a tutta la nostra vita, ci spaventa, e per questo rifiutiamo la chiamata, facciamo finta di niente, ignoriamo il segnale che il Signore ci invia attraverso il suo Santo Spirito e continuiamo come se nulla fosse.

Per rispondere alla chiamata dobbiamo avere prima di tutto fede nel Signore, nella sua parola, nelle sue promesse; senza la fede non c’è alcuna risposta, se non ci affidiamo a Lui, non riusciremo in nulla, quindi la prima regola per rispondere alla chiamata è riporre la nostra fede nel Signore.

Una volta fatto questo, ascoltiamo ciò che il Signore chiede, a ciascuno di noi singolarmente; il Signore non chiede mai più di quanto non possiamo fare o sopportare con le nostre forze, ma chi si affida a Lui riceve la forza e la capacità di adempiere alla missione che ci viene affidata. Così come avvenne con Davide, che con solo una fionda affrontò e vinse il gigante Golia, o con Sansone, che con una mascella d'asino distrusse i Filistei.

Il Signore, infatti, si compiace di usare la nostra debolezza, la debolezza umana degli ultimi, per svergognare i forti e i potenti, affinché la gloria delle imprese così compiute non sia attribuita agli uomini ma soltanto alla potenza di Dio, che si manifesta perfetta attraverso la debolezza umana, laddove è attivata dalla fede riposta nel Signore!

Così ciascuno di noi è chiamato e richiesto di rispondere, accettando di buongrado la missione che gli è rivolta.

Così accade che la maggioranza di noi è chiamata ad essere buoni genitori per crescere i figli timorati di Dio, alcuni sono chiamati ad impegnarsi per il bene della comunità dei credenti o ad impegnarsi per il bene della società (cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare… Ger 9:7), altri ancora ricevono delle chiamate e dei compiti speciali, come Giosuè o gli Apostoli, ma al di là della complessità della missione affidataci dal Signore, a tutti noi credenti è richiesto di adempierla sempre confidando nel Signore, perché questo è il vero e unico segreto della riuscita.

Se siamo disposti ad accettare la sua chiamata incondizionatamente, Egli ci porterà e ci guiderà in ogni cosa, benedirà la nostra vita e non dovremo temere o preoccuparci di nulla, poiché Lui provvederà ogni cosa di cui abbiamo bisogno (Chi mai fa il soldato a proprie spese? 1a Co 9:7).

Soltanto il Signore ci chiede di essere forti e coraggiosi nel compimento della nostra missione: “Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai”.

Allora cari fratelli in Cristo, se oggi riceviamo la chiamata dal Signore, se oggi Lui ci parla attraverso le parole della Bibbia, di un nostro fratello di fede, o attraverso il sussurro dello Spirito Santo che ci giunge e tocca nel profondo il nostro cuore, non esitiamo, ma rispondiamo prontamente così come fecero Pietro e Andrea: “Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono”, senza esitazione, e scopriremo quanta gioia e serenità ci verranno dall’essere al servizio del Signore. AMEN