La Confessione di Fede (Credo)

Testi:   Esodo 3: 13-15 ;  Giovanni 10: 22-30;  Colossesi 1: 13-20

 

La meditazione di oggi parte dalla Confessione di Fede c.d. “Niceno-Costantinopolitana”, che a sua volta fa riferimento ai testi proposti.

Perché parlare della Confessione di Fede (o Credo) oggi?

Solitamente le “confessioni di fede” nascono durante fasi storiche in cui la Chiesa attraversa momenti di crisi e divisione, e dove risulta quindi importante stabilire, o ristabilire, una comune visione della fede.

Nel culto evangelico si recita sovente il Credo nella versione cosi detta “Apostolica”; la versione del credo di Nicea-Costantinopoli è invece risalente al 325-381 d.c., e insieme a quello c.d. “Atanasiano” è stato fatto proprio dalla Riforma Protestante e fa quindi parte del patrimonio di fede della Riforma.

Il Credo di Nicea Costantinopoli, rispetto a quello Apostolico, mette in evidenza, in modo più incisivo alcuni aspetti della fede cristiana di fondamentale importanza, che oggi, purtroppo, sono relegati in secondo piano.

Se oggi il Credo riveste ancora un profondo significato per noi cristiani, è proprio perché la società in cui viviamo si sta progressivamente allontanado dal Cristo delle Sacre Scritture, e la Chiesa di Cristo attraversa un profondo travaglio interiore, per non dire di “crisi vocazionale e spirituale”.

Prima di proseguire però vi propongo il testo del Credo di Nicea Costantinopoli:

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli:

Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre;

per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto:

Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre.

E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre.

Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti,

Credo la Chiesa, una, santa, cattolica (universale) e apostolica.

Professo un solo Battesimo per il perdono dei peccati Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

Come potete vedere, una parte importante e sostanziale di questo Credo, trova il suo fondamento proprio nella lettera ai Colossesi.

Ogni epoca storica ha visto il cristianesimo attraversare fasi alterne ed essere sconvolto sia da attacchi esterni, sia da crisi interiori, a volte anche molto violente e laceranti;

Possiamo dire che mai, dalla morte di Cristo ad oggi, la vita delle comunità cristiane sia scorsa in modo del tutto lineare e tranquilla.

Così anche la fede cristiana ha percorso vie impervie e sentieri tortuosi per poter sopravvivere in una società ostile dominata dal maligno.

Qual’è dunque la difficoltà che si ritrova ad affrontare oggi la fede cristiana nella società moderna, una società che si definisce “laica”, (che per un cristiano vuol significare “atea”), materialista ed edonista, che pone l’uomo al centro di tutto?

Quali sono i pilastri della fede cristiana, così come riportati nel Credo, che sono fortemente trascurati se non addirittura messi in discussione?

Vediamo prima quelli che sono accettati dall’odierna società.

In primo luogo la Chiesa come istituzione: non vi è alcun dubbio che l’odierna società non mette minimamente in discussione la Chiesa, almeno nelle nostre società democratiche, le chiese, siano esse Cattoliche, Ortodosse o Protestanti sono considerate delle vere e proprie istituzioni dalle autorità civili.

In secondo luogo la figura umana di Gesù Cristo: la società attuale non trova eccessive difficoltà ad ammettere che un’uomo di nome Gesù sia venuto al mondo duemila anni orsono e che abbia lavorato per il benessere dell’umanità, in particolar modo a favore dei poveri degli oppressi e dei bisognosi.

Nulla da dire poi sul fatto che sia finito vittima dell’iperialismo romano e che sotto il Console Ponzio Pilato sia stato condannato a morte e giustiziato per reati d’opinione, o se vogliamo politici.

Cose di ordinaria amministrazione, anche un certo Maometto ed un certo Budda hanno fatto più o meno le stesse cose, quindi agli occhi di una società atea la figura umana di Cristo non solo è pienamente accettabile, ma anzi può rappresentare un esempio edificante di combattente per gli ideali di democrazia e libertà e difesa dei diritti umani.

Sul fatto poi che egli abbia detto di essere il figlio di Dio, di essere disceso dal cielo e di essevi poi ritornato, la società c.d. civile è disposta anche a chiudere un occhio perché si sa che gli uomini da sempre amano ammantarsi di millantati poteri soprannaturali (non dicevano già gli imperatori romani di essere delle divinità, non era considerato una divinità lo stesso imperatore giapponese fino al 1945?).

Persino il fatto di essere nato da una vergine non fa più sensazione visto che oggi le tecniche di fecondazione artificiale permettono tranquillamente anche ad una donna che non ha avuto mai rapporti con un uomo di concepire un figlio!

Questo è quello che la società attuale è disposta ad accettare, o se vogliamo a credere di Gesù Cristo.

Il Cristo che ci viene presentato oggi è un uomo che lotta per la pace, la libertà, la democrazia, pronto a morire per difendere i deboli e gli oppressi, che si batte a difesa della vita umana, che predica l’accoglienza, l’amore tra i popoli e la fratellanza universale.

Questo Cristo è senz’altro un uomo in linea con gli ideali del nostro tempo, un Cristo perciò vicino ai nostri ideali, un Cristo facile da amare, facile da predicare perché facilmente accettabile da parte di chiunque.

Ecco che le chiese dispensano a manica larga di questo Cristo così gradito alla c.d. società civile.

Leggendo però il Credo scopriamo che questo non è il Cristo delle Sacre Scritture.

Sicuramente il Cristo è anche questo, ma non solo questo!!!

Oggi pur di far accettare Cristo alla società moderna, le chiese stanno proponendo sempre più spesso un Cristo parziale, un Cristo snaturato e dimezzato;

perdonatemi il termine, ma oggi molte chiese stanno “vendendo” alla società atea e distaccata un Cristo fatto su misura per l’uomo del XXI° secolo, a volte senza preoccuparsi di chiedersi se questo sia veramente il Cristo biblico.

Ecco che si esaltano allora alcuni aspetti del cristianesimo, alcuni insegnamenti di Dio, mentre se ne ignorano altri, fino a sconfessarli apertamente bollandoli come “roba sorpassata”.

Ecco che dalla Bibbia si estrae quello che fa comodo, mentre si tralascia quello che ci da fastidio, o meglio cio che da fastidio ed è in contrasto col modo di pensae della società attuale, quasi che le Sacre Scritture, cioè la Parola di Dio, fosse un grande supermercato dove ognuno può comprare quello che vuole quando vuole!

Riflettiamo bene sulle nostre azioni perché vivendo in questa società, ne siamo più coinvolti di quanto possiamo pensare, tanto da farci ritenere giuste e naturali cose che la Bibbia condanna ma che questo mondo accetta ed esalta.

Allora quando siamo nel dubbio su cosa è giusto e cosa è sbagliato, cari fratelli in Cristo, la cosa migliore da fare è prendere la Bibbia e ricercare in essa le risposte, piuttosto che affidarci a quanto sostenuto dalla maggioranza della società, perché la veridicità di un’affermazione per un cristiano è confermata solo dalla parola di Dio e non dal fatto di essere condivisa dalla maggioranza degli uomini.

L’importanza del Credo oggi diventa allora evidente perché tra le mille immagini parziali del Cristo che ritroviamo attorno a noi, riproposte non solo dalle varie chiese, ma anche dai media e dalla realtà che ci circonda, che non sono necessariamente sbagliate ma incomplete, il Credo ci presenta, sia pure in un’estrema sintesi, la figura completa del Cristo, “vero Dio e vero Uomo”.

Il Credo recita che “per noi uomini e per la nostra salvezza -Cristo- è disceso dal cielo” e questo non lo dobbiamo mai dimenticare perché egli si è fatto uomo come noi ed e morto per noi e per la nostra salvezza.

Ma Lui non era un semplice uomo come gli altri che hanno dato la loro vita per un ideale, sia pur nobile;

Lui non era neanche solo un grande profeta, come poteva essere Maometto o Mosè;

Lui non era neanche un uomo illuminato che stava un gradino più in alto degli altri come poteva essere il Budda.

Chi pensa che Cristo possa essere paragonato ad uno dei grandi uomini che sono venuti al mondo e che hanno lasciato un ricordo indelebile di sé nella storia, è completamente fuori strada.

Chi pensa che Cristo sia una figura storica e come tale debba essere inserita nella storia di questo mondo al pari degli altri eventi che si sono succeduti nelle vicende umane, è una persona che non ha inteso nulla del messaggio di Cristo.

Cristo è il solo Signore del mondo, Lui è l’unigenito Figlio di Dio, Lui è colui che esiste da prima di tutti i secoli, prima che l’uomo fosse stato creato, Lui era già, tutto è stato fatto per mezzo di lui perché Dio non solo ha delegato a Cristo la salvezza di tutti gli uomini, ma già gli aveva delegato la creazione del mondo, e ancora a Lui Dio ha delegato il giudizio dell’umanità e alla fine sarà Cristo che regnerà in eterno, con un regno che non avrà fine, su quella parte di umanità che sarà stata redenta.

Vi rendete conto cosa significa tutto ciò?!

Noi spesse volte quando guardiamo a Cristo pensiamo ad un uomo che è vissuto per un breve periodo sulla terra, 33 anni, e che poi è morto per noi sulla croce.

Questo è verissimo, ma è anche vero che è un’immagine troppo riduttiva di Cristo, è forse l’immagine che ha il mondo di Cristo, è si l’immagine a cui siamo più legati, a noi più cara, perché è quella dell’uomo sulla croce che ha sofferto come noi, ma leggendo le parole del Credo il nostro orizzonte si ampia iprovvisamente in modo tanto grande da non poter più scorgere confini.

Allora scopriamo che Cristo è veramente “l’alpha e l’omega, colui che è, che era e che viene ..” dell’apocalisse, il primo e l’ultimo, quello a cui tutto dobbiamo.

Questo è il vero e completo volto di Cristo, un volto che forse a volte è troppo grande per noi uomini, un volto che ci fa un po’ paura, ma Cristo ci ha mostrato che il suo amore per noi uomini è altrettanto grande quanto la sua maestà di Dio dell’universo e che per questo non dobbiamo avere timore alcuno ma solo avere fiducia in lui.

E’ bene, cari fratelli in Cristo, che impariamo a conoscere entrambi questi due volti di Cristo, vero Dio e vero Uomo, ed è bene che impariamo a dare testimonianza a Cristo in questo mondo non solo presentandolo sotto l’aspetto dell’uomo che si è sacrificato per gli altri, perché in questo modo risulta più facile farci accettare oggi da questo mondo, ma anche sotto l’aspetto del Cristo Creatore e Re dell’universo a cui tutti apparteniamo, anche se questo modo di presentarlo non ci renderà sempre benvenuti in questo mondo che non ha mai voluto riconoscerlo come Re.

Impariamo a non rinnegare Cristo davanti al mondo anche se Cristo ha subito la morte quando si è proclamato re, anche se il suo regno non era di questo mondo.

Impariamo a non vergognarci di proclamare Cristo Re e Signore di un Regno che è già qui tra noi, che ha già avuto inizio duemila anni or sono in Palestina e che presto Cristo porterà a compimento perché questa è la vera speranza in cui tutti i Cristiani devono trovare la forza e il coraggio di vivere la vita in questo mondo;

senza la speranza del Regno di Cristo che viene, tutto il resto, per quanto bello e attraente, è vano ed illusorio.

Proclamiamo perciò con gioia il Cristo così come professato nel Credo dai cristiani del IV° secolo perché quello è il Cristo che era, che è ,e che viene! AMEN