La giusta preghiera
Testo: 2 Re 6:8-17
Cari fratelli in Cristo, vi siete mai chiesti perché il Signore abbia messo al centro del nostro rapporto con Lui la preghiera?
Se seguissimo la logica antica, al posto della preghiera dovrebbe esserci ancora la Legge, quella data da Dio a Mosè, che stabiliva con precisione ciò che il popolo d’Israele doveva fare per piacere a Dio e quindi ottenere da Lui le necessarie benedizioni.
Tuttavia, la Legge si è dimostrata fallace, e non a causa della mancata risposta di Dio, ma proprio perché l’uomo ha cominciato a non osservarla nella sua interezza, e quindi il Signore non ha potuto adempiere a sua volta la Legge, ossia mantenere fede alle promesse in essa contenute.
Nondimeno Dio ha perdonato la violazione della Legge da parte degli uomini un’infinità di volte, fino a quando ha deciso di perdonare una volta per tutte le loro mancanze, ossia i loro peccati, attraverso il sacrificio di suo Figlio Gesù Cristo, unico giusto di fronte alla Legge, e quindi adempiendo ad essa per tutti gli altri a cui è stata fatta grazia.
Il nostro peccato però, sia pure perdonato in Cristo, deve essere prima riconosciuto, poiché questa è l’unica precondizione per ottenere il perdono dal Signore: chiedere il suo perdono con un atto di pentimento attraverso la preghiera!
Ecco perché la preghiera è diventata così importante dopo la venuta di Cristo; essa è lo strumento principe attraverso la quale noi otteniamo il perdono da Dio e quindi riceviamo le sue benedizioni, che ovviamente vanno oltre ogni nostra aspettativa.
Il testo di oggi ci mostra proprio uno di questi episodi dove la preghiera di un uomo di Dio riesce ad ottenere da Lui qualcosa che va oltre ogni umana capacità.
Vediamo il Profeta Eliseo e il suo servo che stanno osservando una scena terribile, ossia una moltitudine di nemici in procinto d’abbattersi su Israele; il servo di Eliseo per questo è preso da una grande paura, perché non riesce a vedere nient’altro che la realtà umana, invece Eliseo
riesce a vedere oltre la natura fisica, perché sa che al di sopra di ogni situazione c'è il Dio Onnipotente, e questo lo rende certo dell’intervento di Dio a favore del popolo d’Israele, così risponde al servo impaurito: “Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro”, e Eliseo allora prega il Signore dicendo: “Signore, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda!”, così anche il suo servo può vedere la potenza del Signore che gli era celata a causa della sua mancanza di fede. “E il Signore aprì gli occhi del servo, che vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo”.
Molto spesso, purtroppo, noi agiamo come il servo di Eliseo, poiché ogni giorno ci si presentano situazioni che mettono in evidenza la nostra debolezza e fragilità, e questo perché ci facciamo prendere ed impaurire dalla realtà materiale, quella tangibile e visibile, al pari del servo di Eliseo, mentre dimentichiamo che al nostro fianco è presente lo Spirito di Dio che se adeguatamente invocato attraverso la preghiera, agisce superando ogni limite della realtà materiale, come è scritto: “Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento; riconoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri” (Prov 3:5-6).
La realtà spirituale, che infatti non è visibile ad occhio nudo, è visibile ad una vista rivestita dalla fede in Cristo.
Quindi, cari fratelli in Cristo, quando noi leggiamo la Bibbia con la guida dello Spirito Santo, scopriamo e veniamo resi consapevoli che non esistono eserciti, malattie o problemi che Dio non possa abbattere.
Quando noi abbiamo accettato Gesù Cristo come nostro personale salvatore, come il Signore lo fu per tutto il popolo d’Israele, potremo testimoniare agli altri: "Provate e vedrete quanto il Signore è buono! Beato l'uomo che confida in lui" (Salmo 34:8). AMEN