La grazia e le opere
Testi: Efesini 2: 1-10
In questo passo della lettera di Paolo agli Efesini è sinteticamente spiegato quello che è il progetto di Dio per l’umanità, ossia ciò che Dio si aspetta veramente da noi!
Vale dunque la pena di esaminarlo e fare una profonda riflessione su di esso, per capirne il contenuto fino in fondo; contenuto essenziale per un credente che sia tale, ossia per un uomo o una donna che vogliano ubbidire a Dio, mettendo la propria vita nelle sue mani per poterlo servire e compiacerlo come Lui vuole.
La prima cosa che è qui evidenziata, è la condizione di peccato in cui tutti gli uomini si trovano, e questo da quando il nostro antenato Adamo si è ribellato a Dio accettando di seguire i suggerimenti del serpente, ossia del diavolo. Lo spirito che opera negli uomini ribelli, altro non è che il desiderio di essere come Dio che il diavolo istillò in Adamo nel giardino di Eden. È noto che il Principe di questo mondo, che qui è descritto come il principe della potenza dell’aria, domina questo nostro mondo materiale, che a sua volta è popolato dagli uomini ribelli a Dio.
Tuttavia, nonostante che gli uomini si siano allontanati da Dio col loro tradimento, non sono stati per questo abbandonati da Lui, perché Dio è un Padre Misericordioso per tutte le sue creature, e continua ad amarci, nonostante il nostro antico tradimento e il deplorevole comportamento che abbiamo tenuto dopo, nel corso dei secoli (ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri …secondo i desideri della nostra carne), al punto di aver mandato suo figlio Gesù Cristo a riscattare l’umanità dal peccato (e dalla morte conseguenza del peccato).
Coloro che hanno accettato Cristo come loro personale salvatore durante la loro vita, ci dice ancora Paolo, Dio li ha: “risuscitati con lui e con lui li ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù”. Vi è quindi un perdono totale da parte di Dio per mezzo di Cristo, ma questo perdono, che è subordinato all’accettazione di Cristo (mediante la fede in Lui), ci dice chiaramente Paolo, è un dono di Dio: “(è per grazia che siete stati salvati)”.
La formulazione quindi è molto chiara: la salvezza non avviene per opere meritorie degli uomini, ovvero non c’è nessuna opera meritoria che un uomo possa compiere per “guadagnarsi la vita eterna”, perché solo Dio può perdonare la colpa del tradimento di Adamo.
Questo punto è fondamentale, non solo perché ci fa capire come non ci potremo mai salvare da soli, con le nostre forze, per quanto bene possiamo fare nella nostra vita, ma perché ci fa anche capire che la nostra vita appartiene a Dio soltanto, non è cosa nostra, di cui noi possiamo disporre e quindi “contrattare con Dio” per avere qualcosa in cambio.
Dio ha dato gratuitamente all’inizio e ancora dona ora per mezzo di Cristo, ma tutto proviene da Lui e nulla possiamo vantare noi; nessun credito è possibile vantare nei confronti di Dio, ma solo andare a pari con i debiti quando lui ce li condona!
“Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti”, non è solo un voler ribadire che non sono le opere (buone) che possono salvare l’uomo, giacché sarebbe abbastanza assurdo volersi vantare davanti a Dio (oltre ad essere ben poco opportuno farlo anche davanti agli uomini!), ma ci dice che tutto ciò che noi facciamo deve essere in esecuzione e in conforme alla volontà di Dio, perché l’uomo (il credente) non ha più la facoltà di usare la propria vita per se stesso, ma la deve conformare a Dio, ossia deve adempiere alla sua volontà, perché la salvezza (che segue al ravvedimento) è la naturale conseguenza del diventare uomini e donne nuove (nati di nuovo) che si differenziano completamente dagli uomini che vivono secondo i desideri della propria carne!
Non si può servire Dio e Mammona (il Principe del Mondo); questo concetto è fondamentale per tutti i credenti, perché è anche lo spartiacque tra i credenti e i non credenti, tra i salvati e i ribelli;
quando, a titolo di esempio, una persona trova un lavoro stabile (a tempo pieno e indeterminato) presso un datore di lavoro, da quel momento opera alle sue dipendenze e non può più fare come faceva quando era disoccupato o faceva lavoretti saltuari. La sua nuova occupazione lo impegnerà nei confronti del suo datore di lavoro in modo completo ed esclusivo, secondo le norme stabilite nel contrato di lavoro, firmato ed accettato dal dipendente.
Purtroppo, non tutti quelli che si dicono credenti hanno pienamente compreso questo, e nella loro vita continuano a fare “un po' dentro e un po' fuori” (i furbetti del cartellino!), ma così facendo rischiano di vanificare la loro salvezza e scatenare ulteriormente su di loro l’ira di Dio, perché non si possono servire due padroni.
Paolo ci dice infatti che: “… siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.”
Questa frase è proprio la chiave di volta di tutto il discorso, quella che ci permette di comprendere a pieno il progetto di Dio (per noi).
Quando Dio Padre ci ha creati, aveva già ben chiaro quale sarebbe stato il nostro ruolo e il nostro compito (come umanità), se non ci fossimo ribellati a Lui, ed è a questo compito che Lui ha destinato quelli che, accettando per fede Cristo, si sono ravveduti e sono tornati a Lui. Le opere buone che Lui aveva preparato per noi da praticare ci aspettano; aspettano tutti i credenti nati di nuovo, e a quelle dobbiamo dedicare la nostra attenzione e il nostro impegno, in base a come siamo chiamati, ciascuno di noi individualmente, dallo Spirito Santo.
Un credente quindi non avrà più dubbi su quale sia la sua missione, perché sarà di volta in volta istruito dallo Spirito Santo, a condizione che però si lasci da Lui guidare in ogni frangente della sua vita: “Confida in Dio con tutto il cuore e non ti appoggiare al tuo discernimento” (Pv 3:5) è il richiamo per ciascuno di noi, e anche la garanzia che se eseguiamo la volontà di Dio, Lui penserà tutto e ci fornirà tutti i necessari supporti per attuare la nostra missione.
Quindi cari fratelli in Cristo, mettiamoci con fiducia nelle amorevoli mani di Dio e viviamo una vita piena al suo servizio, in perfetta comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. AMEN.