La legge fondamentale
Testi: Deuteronomio 5:1-21; 1° Corinzi 13: 1-8a
Tutte le nazioni del mondo hanno una “Costituzione” o “Legge Fondamentale” in cui sono contenuti i principi supremi ed ordinanti della nazione stessa.
Anche l'antico popolo d'Israele aveva la sua “legge fondamentale”, che era scritta su due tavole, dette appunto: Tavole della Legge; nota anche come: “I dieci Comandamenti.
L'autorità della Legge fondamentale d'Israele era indiscussa, poiché la scrittura ci dice che quelle due tavole di pietra erano state incise personalmente da Dio: “Quando il SIGNORE ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della testimonianza, tavole di pietra, scritte con il dito di Dio” (Es 31:18), leggi che poi Mosè trasmise al popolo affinché le osservasse.
Se li guardiamo bene, infatti, i Dieci Comandamenti contengono i principi fondamentali della nazione d'Israele, e questo non perché nei primi cinque libri della Bibbia (il c.d. Pentateuco) non siano contenute altre centinaia di leggi e precetti, anche loro obbligatori per tutto il popolo d'Israele, ma semplicemente perché i Dieci comandamenti riassumono la volontà di Dio da un lato, e costituiscono le basi etiche d'Israele dall'altro.
Chi osservava i Dieci comandamenti, perciò, anche se non esauriva l'osservanza della Legge, si rendeva però gradito a Dio; nei Dieci Comandamenti Dio rivela al suo popolo “il cuore” della Legge stessa, facendogli conoscere la sua intima volontà.
Infatti, ancora prima dell'avvento di Gesù Cristo, con il suo messaggio di profondo rinnovamento, i teologi ebrei avevano già riflettuto a fondo sulla Legge per comprendere la volontà di Dio, e quando un Dottore della Legge interrogò Gesù dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai». (Lc 10:25-28)
E' chiaro allora che già gli ebrei, prima di Gesù Cristo, erano arrivati a comprendere come il volere di Dio, desunto dalla Legge, fosse sintetizzabile nei Due grandi comandamenti dell'amore.
Gesù, nella sua predicazione, infatti, confermò questa interpretazione, dicendo: “Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti” (Mt. 22.40), e in più ne aggiunse un terzo: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri.” (Gv 13:34).
L'adempimento di tutta la Legge e dei Profeti perciò, dipendono dal mettere in pratica due soli comandamenti, o se vogliamo, da tre.
Ecco che qui abbiamo una nuova legge fondamentale, una nuova Costituzione, che è destinata ad una nuova nazione, il nuovo Israele, ossia a tutta la cristianità!
Può sembrarci una cosa ovvia, quasi scontata, però non è così; se accettiamo che tutta la predicazione di Cristo sia basata sull'amore reciproco di Dio per l'uomo e dell'uomo per Dio, ossia se accettiamo che i tre comandamenti dell'amore cristiano siano “La Legge Fondamentale” di ogni cristiano, nato di nuovo dalla grazia di Dio per mezzo della fede nel suo figliolo Gesù Cristo, ecco che tutta la vecchia Legge (formale) di Mosè, è adempiuta nella nuova legge (sostanziale) dell'amore cristiano!
Questo ci dà uno strumento nuovo, dalla portata sconvolgente, oserei dire rivoluzionaria, perché noi sappiamo che nella legislazione di una Nazione, la Costituzione ha la preminenza su tutte le altre leggi, che pure sono obbligatorie per tutti, ma che non possono andare contro i principi contenuti nella Costituzione, perché se lo facessero sarebbero appunto “incostituzionali” e quindi da abolire.
Dobbiamo allora chiederci se la Bibbia, o meglio il VT, contenga delle leggi vecchie da abolire, perché in contrasto con la nuova legge dell'amore cristiano?
La risposta è: no;
in verità Gesù stesso ci ha detto: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento» (Mt 5.17).
Allora la Bibbia non contiene leggi vecchie che vanno abolite, perché in contrasto con la nuova legge fondamentale dell'amore cristiano, e questo perché, come abbiamo visto, la nuova legge fondamentale in realtà non è che il sunto dello spirito della vecchia legge.
Che cosa cambia allora?
Cambia una cosa molto importante; cambia “l'interpretazione della legge antica”, che dopo Cristo deve essere fatta alla luce della nuova legge fondamentale, ossia dei comandamenti dell'amore, la nuova legge fondamentale valida per tutti i credenti.
Le vecchie leggi contenute nella scrittura non sono state abolite, rimangono in vigore, ma esse sono adempiute non più nel rigido formalismo della lettera, ma nella grande prospettiva dell'amore di Dio per l'umanità, che dopo Gesù Cristo non è più sotto la condanna della legge, bensì sotto l'assoluzione della grazia!
Molte delle vecchie disposizioni di legge erano lette ed applicate nei confronti degli israeliti come altrettante “condanne contro il loro peccato”;
dopo Cristo però non c'è più nessuna condanna da parte di Dio, quando l'uomo accetta “per fede” la grazia che gli viene offerta a motivo dell'infinito amore di Dio, come ci è ricordato da Paolo in Romani 8:1-4: “Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito”.
Allora, noi credenti, ogni volta che leggiamo ed applichiamo un passo della Scrittura, dobbiamo farlo alla luce della nuova legge fondamentale, ossia dei tre comandamenti dell'amore: per Dio, per il prossimo, per i fratelli.
Se la nostra interpretazione di quel passo contrasta anche con uno solo dei tre comandamenti fondamentali, ecco che siamo noi che stiamo sbagliando l'interpretazione della Scrittura!
Non si tratta perciò di abolire alcuni passi della Scrittura o di non osservarli, perché li riteniamo obsoleti, ingiusti, o superati; così come non dobbiamo limitarci ad una comprensione e applicazione letterale del suo contenuto, ma dobbiamo sempre sforzarci d'attribuire alla Scrittura il suo giusto significato, ovvero quello che è in armonia con lo spirito dei tre comandamenti dell'amore cristiano.
Gesù ci l'ha indicato chiaramente, e più di un'occasione, quale fosse il suo pensiero in proposito, come ad esempio quando ci ha detto: «Non giudicate, affinché non siate giudicati, perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi». (Mt 7:1-2)
oppure: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra...» (Gv 8:7)
e ancora: «...Ora andate e imparate che cosa significhi: "Voglio misericordia e non sacrificio”; poiché io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori»! (Mt 9:13)
Dove non c'è amore, inteso come pazienza, benevolenza, umiltà, altruismo, comprensione, misericordia, pietà, perdono, indulgenza, mitezza, giustizia: l'interpretazione della Scrittura è sempre viziata e corrotta, perché è soltanto attraverso “gli occhiali dell'amore cristiano” che ci è dato di vedere e fare la volontà di Dio; e l'amore cristiano, come ben sappiamo, viene dal cuore, non dalla ragione!
Ricordiamoci sempre che Cristo è pazzia per il mondo, non ragione, né saggezza. Chi crede d'essere saggio e giusto perché conosce ed applica alla lettera la Parola di Dio, così come era stata scritta ed intesa nell'antichità, e questo per timore di snaturarne la portata, ha già commesso l'errore, ossia il peccato, di farsi “giudice al posto di Dio”, contro la sua espressa volontà improntata all'amore, al perdono e alla misericordia, non alla condanna!
E se è vero che un giorno Dio giudicherà con severità coloro che non hanno accettato la sua offerta di grazia, ricordiamoci sempre che questo sarà un compito esclusivo di Dio, non il nostro;
noi cristiani (le Chiese), non siamo stati chiamati a giudicare, cioè a condannare, i peccatori in nome di Dio e della sua legge, come purtroppo alcuni fondamentalisti letteralisti continuano a fare, ma siamo piuttosto stati chiamati a testimoniare il perdono di Dio e la grazia salvifica di Cristo a tutto il mondo;
questo dobbiamo fare con umiltà e spirito di servizio, sapendo che noi per primi siamo peccatori salvati soltanto dalla grazia di Dio!
Allora, ogni qualvolta ci troviamo davanti una questione che richiede un discernimento di giudizio, la prima cosa che dobbiamo fare è indossare i nostri “occhiali dell'amore cristiano”, che sono i tre comandamenti dell'amore, e attraverso di essi guardare il problema, per trovare la giusta soluzione.
Se ciò che abbiamo deciso è in armonia con questi tre comandamenti, ossia la legge fondamentale del cristiano, allora il nostro giudizio è conforme alla volontà di Dio;
se invece la nostra risposta è sì formalmente in linea con la lettera della scrittura, ma in verità è contraria allo Spirito, anche di uno solo dei tre comandamenti dell'amore cristiano, forse stiamo sbagliando noi ad interpretare la volontà di Dio, e dovremmo umilmente chiedere al nostro Signore che ci illumini con il suo Santo Spirito, perché se è vero che le Chiese si formano e crescono per fede attorno alla Parola di Dio, è altrettanto vero che esse si rafforzano e si mantengono soltanto per mezzo dell'amore di Dio.
Senza l'amore fraterno di cui ci parla l'Apostolo Paolo, anche le Chiese sorte sulla solida roccia della fede, prima o poi vengono meno e si sgretolano, perché soltanto ciò che è costruito e mantenuto con l'amore, dura in eterno. AMEN