La nostra vita dipende dalle nostre scelte
Testo: Deuteronomio 30:15-20
Cari fratelli in Cristo, alcuni credono che a controllare la nostra vita sia il destino, e non noi stessi, al punto che quando non riescono a raggiungere certi obiettivi, dicono semplicemente che era inevitabile, che “era destino”.
Altri perdono le speranze quando non vedono alcuna soluzione in questo mondo opprimente e ingiusto; forse hanno cercato di migliorare la propria vita, ma più e più volte hanno visto i loro piani andare in frantumi a motivo di guerre, criminalità, disastri naturali e malattie, così alla fine pensano che sia inutile cercare di cambiare le cose.
Anche se alcune circostanze possono modificare notevolmente i nostri piani (Qoelet 9:11), la verità è che il nostro futuro eterno è nelle nostre mani, infatti la Bibbia ci insegna che siamo noi gli artefici del nostro futuro.
Mosè, quando guidava Israele, rivolgendosi al popolo, che stava per entrare nella Terra Promessa, disse: “Ti ho messo davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; e devi scegliere la vita”. Dio liberò gli israeliti dalla schiavitù in Egitto e mise davanti a loro la prospettiva di vivere liberi e felici nella Terra Promessa. Ma questo non sarebbe successo automaticamente. Per avere queste benedizioni dovevano “scegliere la vita”. Come potevano farlo? Amando Dio, ascoltando la sua voce e tenendosi stretti a lui.
Oggi anche noi dobbiamo fare una scelta, e quella scelta determinerà il nostro futuro. Decidere di amare Dio, di ascoltare la sua voce e di tenerci stretti a lui significa scegliere la vita, ovvero la vita eterna nel Regno dei Cieli.
Ma che cosa implica ognuna di queste tre azioni?
1° Amare Dio: L’amore è la qualità principale di Dio. “Dio è amore”, scrisse l’apostolo Giovanni. Per questo motivo, quando qualcuno gli chiese quale fosse il più grande comandamento, Gesù rispose: “Devi amare il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22:37). Il nostro rapporto con il Signore non deve basarsi sulla paura o sull’ubbidienza cieca, deve basarsi sull’amore.
L’amore che Dio ha per gli esseri umani è simile a quello di un genitore per i figli. Anche se imperfetto, un genitore amorevole istruisce, incoraggia, sostiene e disciplina i propri figli perché desidera che siano felici e che si realizzino nella vita. Cosa vuole un genitore in cambio? Vuole sentire l’amore dei figli e vedere che danno valore a tutto quello che ha insegnato loro per il loro bene. Non è ragionevole che il nostro perfetto Padre celeste si aspetti che mostriamo gratitudine per tutto quello che ha fatto per noi?
2° Ascoltare la sua voce: Nella lingua originale in cui fu scritta la Bibbia, il verbo “ascoltare” spesso include il senso di “ubbidire”. Non è proprio quello che intendiamo quando diciamo a un bambino che deve “ascoltare” i genitori? Quindi ascoltare la voce di Dio significa imparare da lui e ubbidirgli. Dato che non possiamo letteralmente sentire la voce di Dio, lo ascoltiamo leggendo la sua Parola, la Bibbia, e mettendone in pratica gli insegnamenti.
Per comprendere quanto è importante ascoltare la voce di Dio, in un’occasione Gesù disse: “Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). Il cibo letterale è vitale per noi, ma approfondire la conoscenza di Dio lo è ancora di più. Il saggio re Salomone ne spiegò il motivo: “Infatti la saggezza offre un riparo, come l'offre il denaro; ma l'eccellenza della scienza sta in questo, che la saggezza fa vivere quelli che la possiedono” (Ecclesiaste 7:12). La conoscenza e la sapienza che otteniamo grazie a Dio possono proteggerci e aiutarci a fare scelte sagge che in futuro ci faranno avere la vita eterna.
3° Tenersi stretti a lui: Gesù disse: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano.” (Matteo 7:13-14). Nel percorrere questa strada, di sicuro ci è utile avere una guida esperta e rimanerle vicini se vogliamo raggiungere la destinazione, la vita eterna. Quindi abbiamo ogni motivo per stare vicini a Dio.
Per riuscirci ogni giorno ci sono tante cose che dobbiamo fare e tante altre che vorremmo fare. Queste cose possono impegnarci o distrarci al punto che ci rimane poco tempo, o non ce ne rimane affatto, per pensare a ciò che Dio richiede da noi. Ecco perché la Bibbia ci ricorda: “Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi.” (Efesini 5:15-16). Stiamo vicini a Dio se facciamo del nostro rapporto con lui la cosa più importante della nostra vita.
Cari fratelli in Cristo, anche se non possiamo fare nulla per cambiare il nostro passato, possiamo garantire a noi un futuro gioioso e sereno; la Bibbia ci rivela che il nostro Padre celeste ci ama e ci dice che cosa si aspetta da noi. Il profeta Michea (6:8) scrisse: “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?”
Accettiamo dunque l’invito di Dio a camminare con lui, ottenendo così le benedizioni eterne che ha promesso, e così facendo decideremo per il bene della nostra vita, presene e futura. AMEN