La pace come aspirazione ed impegno del cristiano
Possiamo dire che tutte le principali fedi del mondo abbiano la pace e il suo conseguimento tra i loro principi fondamentali. Il cristianesimo non fa eccezione e pone la pace come uno dei suoi obiettivi. Gesù Cristo, prima di tornare in cielo, ai suoi discepoli sconfortati dice: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà.” (Gv 14:27). La pace di Cristo, la pace di Dio, è un concetto che si rifà alla creazione del mondo e alla lotta tra il bene e il male, dove l’umanità (Adamo), avendo rigettato Dio per farsi lei stessa dio (acquisizione della conoscenza del bene e del male), si pone in una situazione di conflitto continuo; conflitto che soltanto con il ritorno alla piena fedeltà a Dio potrà essere sanato. Per i cristiani questo ritorno può avvenire solo attraverso la fede in Gesù Cristo, ma ogni altra religione ha i propri Profeti e Maestri cui ispirarsi, ovviamente, per ritrovare l’armonia con il Creatore, e quindi lo stato di pace, con Dio e con gli uomini, che esisteva all’inizio.
La pace che ci porta Cristo parte proprio da questa riconciliazione con Dio, che è la premessa necessaria perché ci sia anche quella tra gli uomini. La pace di Cristo è prima di tutto una ricerca interiore, un’aspirazione cui ogni credente deve tendere per raggiungere la piena comunione con Dio. Questa comunione avviene attraverso l’amore che Dio ha per ogni sua creatura, per ognuno dei suoi figli e che chiede a noi di avere per lui in primis, e quindi per tutti gli altri (il nostro prossimo e i nostri fratelli di fede) ma anche per i nostri nemici, perché in Cristo nessun uomo è escluso dalla grazia e dal perdono di Dio. L’amore quale strumento per raggiungere la pace quindi è ciò che Dio, tramite Gesù, ci propone.
Potremmo perciò dire che amore = pace, quando odio, egoismo e indifferenza siano i presupposti della guerra (mancanza di pace). La pace che ci propone Gesù però è un po' diversa da quella che si può ottenere nel mondo, anzi il mondo, dominato dal potere del Male (il diavolo, il Principe di questo mondo) non può conoscere la pace di Cristo, che è interiore all’uomo, e Cristo stesso afferma che il suo Evangelo non sarà destinato a portare la pace al mondo: “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada.” (Mt 10:34). Questa frase profetica trova conferma nelle migliaia di guerre cd “in nome della religione” che si sono combattute (ancora oggi) nel mondo. Laddove la fede sincera e autentica, porta alla comunione spirituale con Dio, e quindi dona la pace interiore al credente, molto spesso la religione, intesa come semplice convenzione o insieme di regole (etica) di convivenza, purtroppo ha portato spesso a scontri per affermare la superiorità dell’una rispetto all’altra.
Gli uomini e le donne di fede, che hanno accolto Dio e il suo amore incondizionato invece diventano “operatori di pace” perché avendo ricevuto tale pace da Dio, la spandono all’esterno, nei confronti dei fratelli e di tutte le creature di Dio. Ricordo ad esempio San Francesco, sommo simbolo di amore universale, ma anche John Wesley, fondatore della Chiesa Metodista, che avendo ricevuto da Dio questa pace interiore (santificazione di cuore), la tradusse in un impegno sociale verso gli ultimi (santificazione di vita), ma ovviamente ce ne sono tanti altri, alcuni dei quali non appartenenti ad una religione specifica, ma sono stati semplicemente mossi dall’amore di Dio per il prossimo.
Ritorno al concetto di lotta tra bene e male, che per forza di cose è causa delle guerre, ma che spesso viene erroneamente presa a giustificazione proprio della necessità di avere le guerre per affermare la pace; il male non si combatte con il male, ma con il bene. Questo è un concetto che il cristianesimo propone in alternativa alla guerra come risoluzione dei conflitti, poiché la lotta contro il male può essere vinta soltanto rafforzando la causa di Dio, togliendo il terreno sotto i piedi del suo avversario, portando quante più persone alla causa di Dio, il solo cui spetta giudicare gli uomini e il mondo, come ci spiega l’Apostolo Paolo in Romani 12:17-21 “Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.”