La preghiera
Testi: Luca 11:1-13
Le Chiese cd “Evangelicali” rimproverano alle Chiese cd “Storiche di pregare poco!
Chi di voi ha assistito ad un culto Pentecostale, per esempio, avrà sicuramente notato come lo spazio riservato alla preghiera di lode prima del sermone, e alle preghiere spontanee dopo, sia molto ampio; sicuramente molto più grande del tempo che viene dedicato alle preghiere nelle Chiese Evangeliche storiche.
Ovviamente, non è la forma o la durata del culto a fare la differenza, tutte vanno bene quando ci si rivolge al Signore con un cuore sincero, tuttavia, lo spazio che si dedica alla preghiera ci rivela quanta importanza essa ha per un credente o per una chiesa.
Una preghiera frettolosa ogni tanto, nel momento del bisogno, è una cosa ben diversa da una preghiera fatta con regolarità, aprendo il nostro cuore al Signore, come ci è detto ad esempio nel libro di Daniele 6:10 “Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, andò a casa sua; e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima.”
Per un credente non c'è nulla di più importante della preghiera;
essa è il momento privilegiato in cui ognuno di noi entra in contatto con il suo Signore. Sia che noi facciamo una preghiera di lode, sia essa di ringraziamento o d'intercessione, quando noi preghiamo stiamo parlando con Dio, siamo in comunione con Lui, e Lui ci ascolta.
Provate a pensare quanto importante sia il conversare con le persone che più amate e che vi stanno accanto;
chi di noi può farne a meno? Nessuno.
Staremmo mai in silenzio senza rivolgere la parola a chi ci sta vicino?
Forse se per un qualche motivo abbiamo avuto una discussione con nostra moglie o nostro marito possiamo anche stare per un breve tempo “senza parlarci”, ma poi, passato il momentaneo rancore, torniamo a dialogare come prima.
Perché dovremmo fare diversamente con Dio Padre e il nostro Signore Gesù Cristo? Essi sono sempre presenti nella nostra vita, in ogni momento;
allora perché non dovremmo parlare con Loro?
Abbiamo forse qualche motivo per essere arrabbiati con Dio e vogliamo tenerGli il broncio?!
Io credo di no!
Se amiamo una persona non potremo fare a meno di parlare con lei ogni volta che è con noi; ecco perché chi ama il Signore non può fare a meno di parlare continuamente con Lui attraverso la preghiera!
È il Signore stesso che ci chiede di pregare sempre, senza mai stancarci (Lu 18:1), perché Lui vuole parlare con noi, sempre, in ogni momento;
non ci vuole lontani con la mente ed il cuore, e questo non ce lo dice semplicemente perché Lui è il Signore Dio, ma perché ci ama veramente.
La dimostrazione di questo la troviamo nella Scrittura; infatti, a cominciare dal passo proposto oggi, è scritto: “Gesù si trovava in un certo luogo a pregare ...” e poi ancora in Mc 1:35 è scritto: “Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e la pregava...” e nel cap. 6:46 è detto ancora: “Preso commiato se ne andò sul monte a pregare”.
Qui abbiamo nientemeno che Gesù Cristo, il figlio di Dio, che prega il Padre con costanza durante tutta la sua missione terrena;
certo sappiamo che Lui era sottomesso in tutto a Dio Padre e quindi anche Lui domandava in preghiera a Dio, come farebbe un semplice uomo, ma sappiamo altresì che la preghiera è anche il mezzo con cui Gesù colloquiava con il Padre, e il Padre con Lui, perché il legame d'amore che c'è tra il Padre e il Figlio non può fare a meno della comunione che si crea con la preghiera stessa.
Allora cari fratelli in Cristo, se noi siamo in comunione d'amore con Dio, la preghiera esprime prima di tutto la necessità di condivisione di questo amore, ancor prima di una richiesta d'una qualunque cosa, e questa stupenda comunione si manifesta attraverso la preghiera di lode che riempie il nostro cuore di gioia e che dovrebbe sempre sovrabbondare nella nostra vita quotidiana, sia quando preghiamo da soli, chiusi nella nostra cameretta come ci ha insegnato a fare Gesù, sia e soprattutto quando insieme ai nostri fratelli e alle nostre sorelle condividiamo il momento di gioia del nostro culto domenicale al Signore;
impariamo dunque a lodare di più il nostro Signore!
Ma perché allora si prega così poco nelle chiese storiche?
Perché spesso dedichiamo alla preghiera comunitaria uno spazio così ridotto che non va al di là di alcune frasi formali o della recita del Padre Nostro?
Certo noi non siamo esuberanti nel manifestare i nostri sentimenti, a volte quasi ce ne vergogniamo, e preferiamo pregare nel silenzio del nostro cuore anziché ad altra voce.
Sia chiaro ancora una volta che non è la forma ad essere importante, ma la sostanza;
pregare nel chiuso della propria camera, ossia nel silenzio della nostra coscienza va benissimo quando è fatto con tutto il cuore. Il Signore ascolta e ci risponde, tuttavia, qualche volta dobbiamo anche avere il coraggio di manifestare i nostri sentimenti.
Se ci troviamo in un momento gioioso è naturale sorridere e mostrare la nostra gioia a chi ci sta attorno;
non basta tenercela nel nostro cuore, anzi se ad una festa gli invitati se ne stanno in silenzio con delle facce inespressive, la festa stessa si trasforma in un fallimento e ogni allegria scompare. Quando si è con lo sposo non si può essere tristi se nel cuore si ha la gioia e la si vuole condividere con lui.
Pregare Dio con allegrezza e perseveranza è il miglior modo di dimostrare la nostra gioia di essere con Lui;
trattenersi dal pregare alcune volte può essere segno che noi non siamo veramente in comunione con il Signore, come invece dovremmo.
Tre sono i motivi per cui noi smettiamo di pregare il nostro Signore Gesù Cristo.
Il primo è la superbia;
quando diventiamo troppo pieni e compiaciuti di noi stessi, al punto da non sentire più il bisogno d'avere un colloquio con il nostro Signore e Creatore, smettiamo di parlare con Dio, cioè di pregare, e ci allontaniamo da Lui per seguire la via del mondo.
Il secondo è la pigrizia;
quando il mondo ci impegna a tal punto da non avere più spazio da dedicare al nostro Signore, e da non avere più il tempo per il culto la domenica, né per la preghiera costante e regolare perché ci sono troppe cose da fare, diventiamo pigri e cominciamo a trascurare il nostro Signore a favore di altre compagnie ed amicizie del mondo.
Il terzo è la mancanza di fede;
quando pensiamo che il Signore non possa o non voglia fare quello che noi vorremmo, e per questo cominciamo a fare da soli, piuttosto che chiedere a lui d'intervenire, smettiamo di domandare a Lui ciò di cui abbiamo bisogno, affievolendo sempre di più la nostra fede.
In particolare voglio soffermarmi su quest'ultimo punto perché è quello che più spesso ha delle conseguenze negative sulla nostra vita;
infatti, senza la fede nel Signore, ci dice la Scrittura, anche la preghiera diventa vana: Isaia 59:2 “...ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi ascolto...”;
quindi Zac 7:13 “Così com'egli chiamava, e quelli non davano ascolto, così quelli chiameranno, e io non darò ascolto”;
e ancora Gm 1:6-7 “chi chiede...chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita è simile ad un'onda del mare...Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore...” e sempre in Gm 4:3 “...domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri”.
Senza la fede che la supporta, la preghiera diventa vuota; non è più un palare a Dio ma soltanto un parlare a noi stessi.
Allora ritorniamo a pregare con fede il nostro Signore; ritorniamo a pregare con gioia, con allegrezza, con desiderio di essere con il nostro Signore.
Non vergogniamoci di lodarlo, di abbandonarci nelle sue amorevoli mani come bambini privi di malizia, di umiliarci davanti a Lui se necessario, per abbassare la superbia del nostro cuore!
Se Gesù Cristo stesso, quando pregò il Padre: “...si gettò con la faccia a terra, pregando...” (Mt 26:39), anche noi dobbiamo accostarci alla preghiera con umiltà e semplicità, lasciando da parte la nostra superbia che davanti a Dio non serve a nulla!
Riscoprire la preghiera significa anche riscoprire quanto meraviglioso sia l'essere in comunione con Dio, e quanto grandi siano le sue benedizioni, come ci dice il profeta Ger 29:12 “Voi m'invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò”, e come ci conferma l'Evangelista Mar 11:24 “Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete”;
perché quando noi siamo in comunione col Signore, veramente non ci viene negato nulla, ma tutto ci è concesso a causa del suo amore, come ci dice ancora 1° Gv 3:22 “e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito.”
Pregare è forse la cosa più semplice che abbiamo imparato a fare fin da bambini, quando rivolgendoci ai nostri genitori abbiamo domandato qualcosa.
È anche la cosa più spontanea e che non comporta una grande fatica;
se poi colui al quale le preghiere sono rivolte è ben disposto nei nostri confronti, siamo anche sicuri che quello che chiediamo lo otterremo, se soltanto abbiamo fede che questo avvenga!
Allora cosa aspettiamo cari fratelli in Cristo, cominciamo già oggi a pregare il Signore, e Lui ci ascolterà per ogni nostra necessità;
scopriremo quanto meraviglioso sia l'essere in costante comunione con Lui.
Non perdiamo questa grande opportunità che ci viene offerta dal nostro Padre Celeste; chi altri ci ha mai detto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” Mt 7:7
Qualcuno nel mondo potrebbe dire che è troppo bello per essere vero, ma noi sappiamo che è vero!
Soltanto dobbiamo avere il coraggio, la volontà, ...e l'umiltà di farlo;
impariamo in questo dai fratelli pentecostali, che aprono il loro cuore al Signore, forse in modo che a volte potrà sembrare infantile, ma che certamente è gradito al Signore perché Lui esaudisce proprio coloro che lo accolgono come bambini più di coloro che lo pregano con un cuore reso duro e superbo dalla ragione del mondo. AMEN