La preghiera: in connessione con Dio
Testo: Romani 8:28-30
Che cos’è la preghiera? Allora cari fratelli in Cristo, come credenti ci è stato insegnato che pregare serve per una serie di cose;
la prima delle quali è chiedere qualcosa a Dio, ossia la preghiera di intercessione;
poi abbiamo la preghiera per ringraziare Dio di averci concesso quello che chiedevamo, ossia la preghiera di ringraziamento e lode;
quindi c’è la preghiera di adorazione, ossia quando preghiamo Dio, e implicitamente lo riconosciamo quale tale, riconoscendoci suoi fedeli e la sua autorità su di noi.
Queste tre modalità di relazionarsi con Dio, che nella vita del credente, si chiamano appunto “preghiere” se le trasportassimo nella vita cd “laica o civile” le potremmo chiamare “connessioni” o “relazioni” con qualcuno con cui abbiamo uno stretto rapporto, a cui teniamo e vogliamo bene e perciò con cui abbiamo relazioni e scambi di continuo. Pensiamo a figli e genitori, coniugi e parenti e amici stretti.
Allora cari fratelli in Cristo, nel momento che Dio rientra nella cerchia delle nostre strette relazioni, ecco che anche la nostra preghiera non è più un chiedere, un domandare o un onorare, ma semplicemente diventa una relazione!
Come si svolte questa relazione?
Dio non è una persona fisica che vive accanto a noi, e tuttavia il suo Spirito dimora in noi e questo ci permette di avere una profonda relazione con lui;
se siamo e rimaniamo connessi con lui, condividiamo con lui la nostra vita, e se lo facciamo in accordo con la sua volontà, la nostra relazione ci porta un’abbondanza di benedizioni.
L’Apostolo Paolo, che era in stretta connessione con Dio, ha condiviso sapienza e potenza con lui, e nella sua lettera ha cercato di spiegare cosa questo comporti per noi, per tutti coloro che sono in connessione con Dio, ossia coloro che: “…sono chiamati secondo il suo disegno. … quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo…”.
Dio attraverso il suo Spirito si connette con noi quando noi lo accettiamo, e accettiamo di fare la sua volontà;
coloro che invece scelgono la loro indipendenza, ossia di “seguire il mondo”, non cercano, né accettano tale connessione, e quindi non avendo connessione non hanno neppure relazione, e perciò se costoro pregassero non avrebbero risposta perché sarebbe come pretendere di parlare in un telefono che non è collegato col numero richiesto!
Un modo in cui Dio ci aiuta ad assomigliare di più a Gesù è aiutandoci a connetterci nel modo in cui Gesù si connetteva al padre, come ci è riportato nel giardino dei Getsemani: “...non la mia volontà, ma la Tua sia fatta” (Luca 22:42). Ciò significa che, quando saremo allineati alla sua volontà, Egli risponderà, anche se ancora non vediamo la sua risposta, perché Dio sa quando è il momento opportuno per rispondere.
Se invece ciò che a volte chiediamo non è secondo la sua volontà, Dio lavora per cambiare ciò che chiediamo, cambiando prima ciò che abbiamo dentro.
Una preghiera non esaudita può essere una benedizione enorme, al pari di una preghiera ascoltata, se ci impedisce di andare contro la volontà di Dio.
Qual è la volontà di Dio? Renderci più simili a Gesù.
Quando un credente accetta gli insegnamenti di Gesù e li fa propri, stabilisce una perfetta e duratura connessione con Dio, perché Gesù è venuto nel mondo proprio per permettere ad ogni uomo di connettersi con Dio. AMEN